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LETTERA A FRANCESCO VETTORI (4. VERITÀ EFFETTUALE DELLA COSA (Cambia il…
LETTERA A FRANCESCO VETTORI
1. PESSIMISMO E FORTUNA
: già dal primo paragrafo della lettera si possono cogliere spunti preziosi per intendere il pensiero di Machiavelli.
Pessimismo per la natura umana
Atteggiamento apparentemente remissivo verso la fortuna. Questo riflette lo stato d'animo dell'autore in questo particolare momento.
Tuttavia compare comunque il concetto di "occasione" fornita dalla fortuna e che la virtù umana deve saper cogliere:
fiducia nell'azione dell'uomo
e nella capacità che questo possiede.
Necessità di
adeguare i propri comportamenti
alla varietà delle circostanze.
LA
LONTANANZA DALLA POLITICA
E L'INGAGLIOFFARSI
Nel secondo paragrafo, Machiavelli descrive la sua giornata. Spicca l'
insistenza per le cose futili e particolari mediocri
o insignificanti. Questa insistenza non è oziosa, ma frutto del sapiente calcolo con cui è costruito il testo.
Attenzione per una realtà bassa ereditata dalla t
radizione comico-burlesca fiorentina
. La comicità è tutt'altro che distesa: manifesta l'amarezza e l'ira di chi è obbligato a ridimensionare i propri impegni.
Risalto a quello che sarà il
momento del riscatto
, della vita autentica, dello studio degli autori classici.
Descrizione nel terzo paragrafo del
tempo passato in un'osteria
giocando a cricca con gente plebea.
Il contatto con la gente di bassa estrazione sociale offre a Machiavelli l'occasione per soddisfare la sua
curiosità verso il reale
, studiando così la natura umana.
3. COLLOQUIO CON I CLASSICI
Corrisponde al
tempo del riscatto
, che consente allo scrittore di attingere ad una dimensione di vita autentica.
La lettura consente all'autore colpito dalla fortuna avversa di divenire invulnerabile ai suoi assalti e di sottrarsi alle brutture della vita umana.
Atteggiamento umanistico
: antichi rappresentano degli esempi supremi del pensiero e di vita civile + studio strumento per innalzare lo spirito.
La
lezione dei classici
diventa equivalente all'
esperienza diretta
.
4. VERITÀ EFFETTUALE DELLA COSA
Cambia il tono ed emerge Machiavelli in qualità di acuto analizzatore della verità delle cose, dei vantaggi/svantaggi delle azioni.
Viene esaminata l'opportunità di dare o meno il libro a Giuliano de' Medici
Le lettere si chiude con una massima secca in cui si coglie il pessimismo di Machiavelli: "E della fede e della bontà mia ne è testimonio la povertà mia."