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VEGLIA (Parole Importanti (Digrignata: espressione usata per descrivere la…
VEGLIA
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1--- Un'intera nottata
----- buttato vicino
----- a un compagno
----- massacrato
5--- con la sua bocca
----- digrignata
----- volta al plenilunio
----- con la congerstione
----- delle sue mani
10-- penetrata
----- nel mio silenzio
----- ho scritto
----- lettere piene d'amore
----- Non sono mai stato
----- tanto
----- attaccato alla vita
Parole Importanti
Digrignata: espressione usata per descrivere la bocca di un animale rabbioso che mostra i denti; per gli umani descrive una smorfia delle labbra che si deformano in un ghigno durante un impeto d'ira o di dolore.
Congestione: significa ammucchiare; in termini medici indica l'aumento patologico di sangue in un tessuto
Veglia: significa stare svegli, il titolo rimanda alla Veglia Funebre per onorare i propri morti, in questo caso per onorare il compagno che gli è appena morto accanto.
ANALISI
Struttura
(vv. 5 - 9) aggettivi possessivi con diversa funzione; v.5 l'aggettivo sottolinea che la bocca digrignata è quella del compagno; v.9 l'aggettivo è inserito in una metonimia, "con la congestione / delle sue mani": vengono invertititi di ruolo il soggetto e il complemento di specificazione.
(v. 13) "lettere": può essere inteso come lettere da spedire ma la volontà del poeta è quella di descrivere i brevi componimenti di poche parole che ha scritto durante la guerra in corso: questi parlano del suo attaccamento alla vita.
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Ogni verso possiede un enjembement eccetto il verso 13: lo stacco tra v.13 e v.14 è dato dallo spazio che divide le due strofe. La poesia si presenta come un fluire ininterrotto di pensieri che descrivono la condizione del compagno di Ungaretti; lo stacco tra le due strofe mette in pausa il flusso di pensieri e da il tempo necessario al poeta di realizzare il suo reale attaccamento alla vita.
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Temi
Dal verso 12 la situazione si ribalta senza apparente senso, il tema dell'amore si intromette in quella visione macabra e la poesia sembra perdere la sua continuità. In realtà l'autore riscopre proprio in quel momento il suo istinto naturale: l'istinto di conservazione che nasce dall'orrore, dal dolore, dalla visione della morte che genera nell'Uomo un immane senso di attaccamento alla vita.
Nella prima strofa l'autore insiste in maniera implacabile sulla crudezza della situazione, si accanisce in maniera ossessiva sugli orrori portati dalla guerra che si riduce a questo unico macabro confronto. A rimarcare l'orrida situazione c'e la congestione delle mani del morto che scava nelle mani come nel silenzio dell'uomo, un silenzio che racchiude la vera esistenza di un'uomo.
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La poesia non descrive il paesaggio circostante, c'è un unico elemento descrittivo: la luna piena (v.7 "plenilunio") che rischiara la macabra situazione. Questa atmosfera suggestiva rimanda ai poeti ottocenteschi ma stravolge il suo significato: in precedenza la luna era fonte di ispirazione, una divinità con la quale si poteva discorrere, la rappresentazione della Natura che si manifestava; in questo caso è regredita ad un elemento di contorno, un oggetto statico al quale il soldato volge il suo ultimo sguardo agonizzante prima della morte, un oggetto che nel buio della notte mostra la vera natura della guerra.