AGRICOLTURA
La base delle colture dovevano essere orzo e frumenti nudi (grano tenero e duro), cereali di complessa coltivazione ma di buona resa, facili da trebbiare e da conservare alla latitudine della Sicilia. Anche le leguminose (veccia, fava) dovevano essere importanti per l'apporto di proteine.Riguardo all'uso delle olive, vediamo che impronte di foglie di oleastro su vasi sono note nell'isola nel Bronzo medio (Sante Croci) di Comiso, Cozzo del Pantano, Ustica), ma non si hanno ancora dati certi sulla specie innestata, in grado di produrre olio.
Per quanto riguarda la vite, un seme di acino da una capanna della prima età del Ferro di Morgantina è della varietà non coltivata (Vitis silvestris).Per quanto riguarda i sistemi di stoccaggio, in alcune capanne a Morgantina sono stati trovati diversi tipi di contenitori jars/dolia e pithoi: le diverse morfologie e dimensioni presuppongono una destinazione per contenuti diversi, forse non solo per derrate, ma anche per acqua, almeno nel caso di forme a bocca non molto larga. La presenza di impressioni di semi grano su frammenti di argilla semicotta, che costituivano forse il coperchio che sigillava un dolio quadriansato piumato (di medie dimensioni: alt. cm 82), indica una sua funzione come contenitore di granaglie.La testimonianza di tecniche agricole avanzate e specializzate (non solo cerealicole, ma anche arboree) è fornita per il Bronzo finale dall'introduzione di nuovi strumenti in bronzo, come zappe (asce a cannone traforato) e roncole, spesso - e non a caso - associate (ripostigli di Niscemi, Noto Antica, Castelluccio di Scicli).
PASTORIZIA
Riguardo alle attività pastorali, non sono ancora molte in Sicilia le analisi paleofaunistiche. Nel Bronzo medio a Thapsos resti di pasto sono composti in prevalenza da ossa di caprovini e bovini, con una buona presenza di maiali. Una forte crescita dell'allevamento del bestiame si avverte nel Bronzo finale a Lipari.Nella prima età del Ferro si ha una predominanza dei bovini sui caprovini e una minore incidenza di maiali tra gli animali di allevamento, mentre non manca il consumo di animali selvatici (cinghiali e cervi), il che indica l'utilizzazione, mediante la caccia, delle risorse boschive. L'importanza dell'allevamento è testimoniata indirettamente dalla frequente decorazione con protomi bovine delle scodelle, e dall'attività di filatura della lana, documentata dalla ricorrente presenza di fuseruole nei corredi femminili.Esiti artigianali del consumo delle carni e della macellazione di animali sono dati dalle attività manifatturiere nel campo della concia delle pelli e del cuoio, della lavorazione dell'osso e del corno, della filatura e della tessitura. Una delle fasi della lavorazione della lana, la cardatura, è documentata a Morgantina da un pettine ricavato da un osso animale. Un'altra industria legata all'allevamento è quella casearia, la cui importanza potrebbe essere testimoniata da appositi vasi destinati alla produzione di formaggi.