Bologna diventa il centro di propulsione del movimento sindacale. Alle elezioni del comune, c'è una vittoria schiacciante dei socialisti. Il 21 novembre 1920, giorno dell'insediamento del consiglio comunale a Palazzo d'Accursio, quando il sindaco si affaccia in piazza per salutare, partono dei colpi di pistola dalla folla. In preda al panico, i socialisti dediti alla sicurezza sparano sulla folla e uccidono degli innocenti. Da qui nasce il fascismo agrario. Fino a poco tempo fa il movimento di Mussolini aveva avuto ruoli ininfluenti. Ora viene accantonato il programma di san Sepolcro e vengono fondati dei gruppi paramilitari, le squadre d'azione, per colpire, eliminare e svergognare i socialisti. Vengono raccolti, per queste squadre, militanti sopratutto tra gli ex combattenti che non riescono a reintrodursi nella vita civile, giovani e la piccola borghesia che tenta di affermarsi. Le spedizioni delle squadre prevedono una violenza inaudita, spesso supportata e consentita.
Molti politici liberali sono tolleranti verso il fascismo perché sperano di sfruttarli per arginare le pretese dei socialisti. Giolitti, decide infatti di accettare la composizione di liste comuni di liberali, gruppi di centro e fascisti con lo scopo di ridimensionare socialisti e popolari, ma questo non ha gli effetti sperati. I liberali perdono dunque le speranze di poter controllare il parlamento e Giolitti si ritira, facendo salire Bonomi. Al congresso dei fasci il movimento di Mussolini diventa Partito nazionale fascista (PFN): Mussolini cerca di porsi sempre più come politico credibile.
A Bonomi si sostituisce Luigi Facta, ma si tratta sempre di un governo debole per via della sua scarsa determinazione e per la maggioranza priva di intesa.Mussolini rimodella il partito fascista: 1. abbandona posizioni repubblicane per affiancare la monarchia 2. accantona la critica al capitalismo e affianca il liberismo 3. abbandona l'anticlericalismo ma attacca comunque il partito di don Sturzo definendolo pericoloso. Tutto questo rende il PNF più credibile. Mussolini tenta il colpo, riunisce delle camicie nere a Napoli per marciare su Roma. Nitti esorta il re Vittorio Emanuele III a firmare lo stato d'assedio per mobilitare l'esercito. Ma lui non fa nulla, e conferisce a Mussolini il compito di creare il nuovo governo.
Anche se Mussolini conta solo 35 deputati, ha l'appoggio del re, dei burocrati e dei liberali. Forte di questo, si presenta in parlamento con un discorso aggressivo. Per realizzare ciò che aveva promesso ai politici conservatori, egli abbandona la politica economica di Giolitti, penalizza le cooperative rosse, pone limiti alla libertà sindacale e cerca di rivalutare la lira. Ma tutte le opposizioni e parte degli alleati chiedono a Mussolini di smettere con la violenza e sciogliere le squadre fasciste. Egli allora crea la Milizia Volontaria per la sicurezza nazionale, di fatto legalizzando le squadre fasciste.
Mussolini attua un approccio moderato, mostrandosi come garante della pace ma in realtà nascondendo le sue tendenze totalitaristiche. Importanti sono due riforme del suo primo governo: la riforma della scuola, varata sotto la responsabilità del ministro dell'istruzione Giovanni Gentile, si tratta di un provvedimento che in certe misure vale ancora oggi: gli studenti, fino alla quinta elementare, devono avere una preparazione classica. Subito dopo questi 5 anni decidono se andare nei licei (di cui il classico ti da accesso a tutte le università) o istituti per prepararsi al lavoro. L'altra legge è la legge Acerbo, ossia la riforma del sistema elettorale. Viene introdotto un meccanismo maggioritario assegnando, alla lista che ottiene la maggioranza, due terzi dei seggi alla camera. Viene creato dunque un listone, controllato dai fascisti, che comprende liberali e conservatori. Con dell'opportuna violenza in campagna elettorale, il listone vince clamorosamente.
ll 30 maggio 1924 il deputato e segretario del partito socialista Giacomo Matteotti pronuncia un discorso alla camera, denunciando le violenze del fascismo. Viene poi rapito a Roma e ucciso a pugnalate in auto (verranno trovati gli esecutori ma mai i mandanti). Scoperto il corpo, l'opinione pubblica si scatena e la popolarità di Mussolini crolla, seppur le opposizioni non riescano ad approfittarne per le loro divisioni. Avviene la secessione dell'Aventino, ossia i deputati dell'opposizione si staccano dal parlamento per riunirsi altrove; dicono di entrare nuovamente in parlamento solo allo sciogliersi della milizia. Di fatto l'opposizione spera che il re tolga la fiducia a Mussolini, ma così non accade. Dopo del tempo le acque si calmano e Mussolini ne approfitta per prendersi, in un discorso, le piene responsabilità di quanto era avvenuto. Si gettano le basi effettive per la dittatura: ecco che alla morte di Matteotti coincide la morte della democrazia.