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LA QUESTIONE DELLA LINGUA NEL '500 (Pietro Bembo: volgare fiorentino,…
LA QUESTIONE DELLA LINGUA NEL '500
Pietro Bembo:
volgare fiorentino
lingua con pari eccellenza letteraria al latino
modelli:
Petrarca e Boccaccio
Il fiorentino è superiore agli altri volgari
ideale aristocratico
, Bembo non si riferisce alla lingua parlata dal volgo al suo tempo
Prose della volgar lingua
: opera decisiva per secoli per la lingua italiana
Gian Giorgio Trissino:
lingua cortigiana
lingua parlata nelle corti, specialmente romane poichè confluivano intellettuali da ogni parte d'Italia
forme tratte da diversi volgari unificate da un'impronta latineggiante
non ebbe successo
il
latino
rimane in uso come lingua internazionale della cultura per molto tempo ancora
testi filosofici, scientifici, storici
gli autori inizieranno a scrivere in volgare in questo campo dopo decenni
sentimento di identità nazionale (dovuto al crollo dell'indipendenza politica italiana)
eliminazione dal volgare di tratti regionali e delle tracce di origine popolare
nascita dei dialetti, ora impiegati consapevolmente nei testi letterari con funzione comica e realistica
pubblicazione delle prime
grammatiche del volgare
(riforma dell'ortografia e regolarizzazione della punteggiatura)
nasce una norma nazionale che confina i dialetti a un uso parlato locale
Machiavelli e altri scrittori toscani:
fiorentino contemporaneo
meno classicista di Bembo e vivace in quanto lingua in uso e con radici popolari
non declassò il modello bembesco
il
popolo
si interessa alla cultura
stampa
aumento di
traduzioni
di testi greci e latini in volgare