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Clinica della formazione: il dramma del bambino dotato 1 (il povero…
Clinica della formazione: il dramma del bambino dotato 1
tutto fuor che la verità
Questa ci offre la possibilità di abbandonare la prigione invisibile dell’infanzia e trasformarci in individui responsabili che conoscono la propria storia e hanno imparato a convivere con essa.
non possiamo cambiare il nostro passato, possiamo però cambiare noi stessi riacquistando la nostra integrità perduta
La maggior parte delle persone sono mosse da ricordi inconsci --> determinano in modo perverso quasi tutto ciò che queste persone fanno o non fanno
il povero bambino ricco
persone che scelgono professioni di cura: madre insicura emotivamente, capacità del bambino di percepire i bisogni dei genitori e darvi risposta, legittimità della vita del bambino in quanto soddisfa i bisogni dei genitori (Questi bambini sviluppano una sensibilità tutta particolare per i segnali inconsci dei bisogni altrui)
anche neonati provano sentimenti, emozioni e sensazioni
Queste persone --> l’orgoglio dei genitori (dovrebbero avere una salda coscienza del proprio valore ma dietro ogni azione sta sempre il senso di vuoto e di autoalienazione)
Quando si è bambini si è esposti ad una profonda solitudine e abbandono (persone che vanno in terapia non se ne rendono conto e portano con sé un’immagine di un’infanzia felice e protetta)
il mondo perduto dei sentimenti
L’adattamento ai bisogni dei genitori conduce spesso allo sviluppo di
personalità del falso Sé
: l’individuo si limita ad apparire come ci si aspetta debba essere e il suo
vero Sé
non può essere vissuto perché è stata lesa l’integrità del bambino
Nella primissima infanzia il bambino per conformarsi alle aspettative altrui deve reprimere le sue reazioni emotive di fronte ai rifiuti che riceve --> ciò porta all’impossibilità di vivere determinati sentimenti e alla loro successiva
rimozione
Dalla difficoltà di vivere e manifestare i propri sentimenti deriva la
permanenza del legame
--> il bambino dipenderà dai genitori, ma non conosce i suoi veri bisogni, è alienato da sé stesso e da adulto dipenderà sempre dalla conferma delle persone
alla ricerca del vero sè
Nella terapia i sentimenti di impotenza e rabbia vengono vissuti con un’intensità impensabile e per la 1’ volta in modo cosciente, in quanto il
bambino non sa cosa nasconde
(grossa umiliazione scoprire di non essere soltanto buoni)
Dopo decenni di silenzio il vero sé può risvegliarsi alla vita grazie allo sviluppo dell’empatia col proprio destino, nata dal lutto
l'adulto si sente alleggerito nel percepire quei sentimenti che fino a quel momento stava soffocando
Il paziente, con la terapia, deve giungere alla conclusione che tutto l’amore che si era conquistato non riguardava il bambino reale
la situazione del psicoterapeuta
Le nostre vicende infantili devono aver avuto la possibilità di convivere con la verità del proprio passato
In quanto terapeuti si ha l’obbligo morale di imparare a riappropriarsi sul piano emotivo del proprio passato per evitare di manipolare inconsciamente i pazienti e lasciargli la libertà di diventare ciò che sono
La sensibilità dello psicoterapeuta rimanda al suo essere stato usato dai genitori che soffrivano di carenze affettive