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Approccio Intertestuale messaggio letterario nella sua relazione con i…
Approccio Intertestuale
messaggio letterario nella sua relazione con i codici
Uno dei modi più diffusi è lo studio delle influenze: ha avuto fortuna nell’800 ma è ancora praticato. I critici positivisti cercavano di identificare le fonti, i modelli retrostanti ogni opera letteraria per stabilire quanto un autore avesse ripreso dalla tradizione e quanto avesse innovato. In tempi più recenti invece si tende a studiare come un’opera riscrive e rivede la tradizione precedente.
Eliot in Tradizione e talento individuale (1919): la tradizione non è mai data ma deve essere sempre riconquistata dagli scrittori presenti e vivi
Auerbach in Mimesis, 1946 e Curtius in Letteratura europea e Medioevo latino, 1948: la tradizione letteraria come una realtà sovranazionale e pancronica, sfidano gli approcci storico-nazionali
gli intertestualisti mettono in discussione un dogma del metodo formalista-strutturalista, la centralità e autosufficienza del testo
Francia intorno agli anni 60: il soggetto occidentale moderno si illude di essere libero ma è preso dentro una rete di regole, codici e meccanismi che lo costituiscono e lo alienano. Il soggetto è parlato non solo dal linguaggio strettamente inteso ma da un logos universale: il
Discorso di Foucault
, o
l’Altro di Lacan
(totalità dei codici simboli che chiamiamo
Civiltà
). Tendenza a privilegiare la
Cultura
sulla
Natura
: la cultura ci induce a pensare secondo una serie di
binarismi
. Questo approccio ha un forte potere demistificante verso le pretese avanzate dai poteri vigenti che certi valori o istituzioni siano naturali e indiscutibili.
Claude Lévi-Strauss (1908-2009) e Jacques Lacan (1901-1981): l’individuo è un prodotto, un effetto di qualcosa che somiglia a un Sistema sovraordinato a qualunque pensiero e azione umana. Il soggetto si costituisce come tale solo se e quando accede al linguaggio.
approccio ha avuto ricadute negli studi sulle culture popolare e subalterne: la studiosa Spivak in Can the Subaltern Speak? 1988 dice che gli oppressi non possono parlare, quando lo fanno usano le parole di chi controlla la lingua.
Obiezioni: è possibile che quei ceti si rivoltino contro le élite dominanti usando il linguaggio e la cultura imposti loro.
Carlo Ginzburg: in Il formaggio e i vermi, 1976: Contro la Discourse Theory foucaltiana e spivakiana Ginzburg afferma che la verità può sempre emergere (da idea di Freud) sia pur mascherata e spostata
metodo intertestuale:
Julia Kristeva
, francese di origini bulgare: ogni testo si costruisce come mosaico di citazioni
. Barthes dice che ogni testo è un intertesto
pluridiscorsività
, concetto di
Michail M. Bachtin
(1895-1975). Concetto da intendersi in chiave sociale (la parola orale penetrata nei classici e viceversa) mentre per Kristeva e Barthes l’intertestualità rimanda solo alla letteratura
Per gli intertestualisti individualità e universalità sono solo miti umanistici
Ma bisogna ricordare che l’esperienza di lettura è singolare: a volte è vero che l’opera stessa presuppone la conoscenza di un altro testo (per esempio la parodia) ma più comunemente possiamo intendere un testo anche se ci sfuggono allusioni
caratterizza le poetiche postmoderniste. Parole chiave sono liquidità, ibridismo, contaminazione
si oppongono a ogni binarismo a partire da quello tra opera esteticamente eminente e opera di serie B perché commerciale
perché dovrebbe sparire ogni giudizio di valore. Inoltre, com’è possibile pensare in termini di contaminazione se prima non si pensa in termini di opposizioni binarie?
critica tematica: sta sul limite tra studi intertestuali e studi storico-sociali perché un tema si riferisce a dati di realtà ma ce li presenta secondo specifici codici
sfida gli intertestualisti puri come Barthes e Kristeva perché il tema trascende la dimensione linguistica e interessa quella dell’immaginario, il piano dell’inventio