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Clinica della formazione: le mani della madre 1 (l'attesa (maternità…
Clinica della formazione: le mani della madre 1
le mani
L’
Altro materno
è il soccorritore più prossimo che sa rispondere all’appello della vita che grida (
1’ SOCCORRITORE
)
Le mani della madre afferrano quelle del figlio sospeso nel vuoto:metafora dell’Altro che risponde al grido d’aiuto della vita non lasciandola cadere nell’insignificanza, ma anzi offrendole sostegno
mani: simbolo molto forte ed importante --> esempio “madre di Torino” (donna che per salvare il figlio dal cadere da un terrazzo lo tiene sospeso per più di 7 ore nell’attesa dei soccorsi)
importante ricordare che “madre” e “padre” sono figure che trascendono il sesso, il sangue, la stirpe e la biologia
l'attesa
maternità grande figura dell’attesa, non si deve essere bruciati dall’impazienza
L’attesa rappresenta l’elemento “traumatico” che scompagina il già conosciuto, una quota di incertezza attraversa sempre l’attesa dell’Altro. (madre non sa cosa sia questo altro e non può prevederlo)
La gravidanza deve essere accompagnata dal sogno: quello che fa accettare alla madre tutti gli ostacoli legati anche alla trasfigurazione del proprio corpo (se questo sogno caratterizza la gravidanza --> condizioni per una maternità autenticamente generativa
Insieme alla vita del figlio viene alla vita anche il mondo, che trova la sua espressione incarnata nella nuova vita del figlio (padre solo osservare dall'esterno)
La funzione materna si esprime attraverso il dono del tempo: significa attendere senza esigere/domandare, anticipare (preoccupazione di alcune madri rivela un’impazienza che dimostra l’assenza di fiducia nel figlio)
madri: no coltivare il “proprio”, ma aprirsi all’altro --> nonostante il bambino abiti il corpo della madre e fino alla nascita sia un unico elemento con essa, egli è già autonomo
nascita: momento in cui la madre incontra la dimensione irreversibile della perdita, il distaccamento del figlio dal proprio corpo e la consapevolezza che questo frutto non potrà mai essere reintegrato
il volto
Ogni madre risponde a quel che di sé vede proiettarsi nel proprio bambino perché deposita in quello sguardo gran parte della sua storia di figlia
I disturbi della relazione con la madre coincidono sempre con la possibilità per il bambino di abitare creativamente il mondo (sguardo del bambino si perde nel vuoto)
Lacan e Winnicott hanno elaborato una riflessione: se il bambino si vede guardato dall’Altro potrà autorizzarsi a guardare il volto del mondo
Se il volto della madre è senza risposte rappresenterà per il bambino uno specchio solo da guardare e non “in cui guardare"
Il corpo del bambino (in frammenti) può trovare unificazione nel volto della madre che è anche il volto del mondo custodito nel suo volto
Lacan mostra come l’identità del soggetto non derivi dallo sviluppo di potenzialità innate, ma dall’influenza dello sguardo di un Altro
attraverso il volto della madre il bambino può specchiarsi e conoscere la propria identità, separata da quella della madre (dipendenza del bambino dal volto materno)