Un’ altra donna però, la scrittrice Sofia Nalkowska, fu il tramite che permise l’uscita in libro di Le botteghe nel 1934. E una terza figura femminile, Jòzefina Szelìnska, – Schulz come vedremo idoleggiava l’atteggiamento masochistico nei confronti delle donne, ma non mancava di seduttività – si legò a lui nel 1933, diventando sua fidanzata e sperando di potersi accasare a Varsavia in una vita più autonoma e intraprendente. Bruno non riuscì né a staccarsi dalla famiglia, né a lasciare la città natale. Nel 1937 il rapporto con Jòzefina finì, lei non resistendo alle incertezze e dubbi permanenti di lui. In quello stesso anno Schulz pubblicava Il sanatorio all’ insegna della clessidra. Era conosciuto ormai, tra critici e scrittori polacchi come Witkiewicz o Witold Gombrowicz, gruppo ristretto ma geniale. E, benchè persona dalla vita fisicamente isolata, intellettualmente non lo era affatto. Corrispondeva con molti, leggeva e conosceva la letteratura europea, ne parlava e scriveva.