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Pedagogia sociale: Educazione e terrorismo 1 (educazione e morte nel…
Pedagogia sociale: Educazione e terrorismo 1
implicazioni educative terrorismo
educazione al terrorismo: prevalentemente rivolta all'azione militare, è quindi un educazione: al sistema di valori e alla progettualità della strategia militare terroristica, alla legittimazione dell'utilizzo della pratica terroristica, violenza come forma propagandistica e idea di identità in contrapposizione (noi e loro)
arma di "fine mondo": kamikaze (semplificazioni: non umani o pazzi) arma assoluta contro i nemici (per alcuni terrorismo suicida efficace ma non efficiente)
progetto educativo inserito in una cornice teorica --> visione del mondo, procedure di conoscenza della realtà..
educazione attraverso il terrorismo: percezione di paura e di pericolo (no sicurezza), strategia educativa che tende alla rielaborazione e al ridimensionamento dell'idea di supremazia occidentale --> terrorismo spiazzante (motivazioni migratorie aspirare a stili di vita occidentali) no collaborazione con chi critica dall'interno società occidentale
educazione legata a terrorismo (terrorismo esperienza educativa che stimola o scoraggia l'acquisizione di valori tramite la violenza)
educazione alla semplificazione e alla riduzione di complessità: favorire l'apprendimento di criteri che stabiliscono contrapposizioni e confini netti e senza sfumaure
ultimo terrorismo dell'occidente --> 11 settembre (delimitazione di campo terroristico di radice islamica da soggetti legati a organizzazioni politico-militari
vittime innocenti: per terrorista non esistono vittime innocenti --> responsabilità politico-storiche dovute all'appartenenza (cultura, religione, paese..)
terrorismo attuale come fase storica di fenomeni differenti tra loro (Alto Adige, Paesi Baschi..)
atto isolato: 2 esempi --> Francesco Guccini (anarchico contro le ingiustizie dell'industrializzazione), il Bombarolo di De Andrè (borghese che decide l'atto all'interno di un clima sociale contraddittorio) visti come pazzi o depressi --> visione rasserenante
terrorismo no per forza legato a luogo dove si viene educati --> si può espandere a dismisura
ritorno alla morte: morte espulsa dalla quotidianità e relegata a specialisti e a vecchiaia --> con terrorismo rientra nella quotidianità (no previsione)
terrorismo non finisce o viene sconfitto --> differenti forme (note e non) a volte dormienti o attive in altri territori (storia intermittente)
cosa fare?: promuovere la conoscenza per riuscire a capire la complessità e poter sviluppare un pensiero critico
terrorismo non facilmente identificabile (analisi pedagogica complessa e complicata --> difficile trovare giusta distanza)
alla ricerca del senso perduto
reale paura di ciò che potrebbe capitare
confrontare comunità e immunità: munus = dono che obbliga uno scambio (dono ma anche debito)
immunitas = tendenza dell'individuo di sottrarsi all'impegno della comunità (costruzione difese o predisposizione a gesti offensivi per proteggersi dall'esterno)
terrorismo mostra con evidenza sia la paura della morte che la paura di eventi che sconvolgano la quotidianità, i sogni, i desideri...
un attacco terroristico crea uno smarrimento identitario e uno smarrimento collettivo
terrorismo distruttivo perché opera una distruzione simbolica
fenomeno del kamikaze, della radicalizzazione e quello terroristico --> dirompente effetto di stravolgimento del quotidiano (irrompe nell'inatteso)
non è possibile chiudere il terrorismo in un unico modello (ciò che accumuna i diversi tipi di terrorismi: il pubblico a cui l'azione si indirizza e il fine del gesto terroristico)
esempio: marzo 1955, metropolitana di Tokio (seguaci di un gruppo religioso gas nervino mortale) donna racconta che il marito ha perso il lavoro a causa delle conseguenze dell'attentato --> di fronte al lutto nazionale, manca solidarietà (salta idea di comunità)
educatore: educare alla ricerca di senso (prima esperienza del senso) perché l'educazione possa far emergere ideali, questi devono essere desiderabili (far emergere la complessità e la fragilità del valore)
comunicazione terroristica efficace perché usa linguaggio contemporaneo
educazione e morte nel terrorismo jihadista
morte del nemico come punizione esemplare per educare l'occidente a sentirsi fragile e sotto attacco per sua stessa colpa
jihad appresa per via esperienziale e per effetto dell'indottrinamento (processi di radicalizzazione resi possibili da specifici percorsi formativi: carcere, moschee..)
vendetta descritta come legittima --> castigo per chi ha in qualche modo recato offesa ai musulmani
la radicalizzazione mira alla costruzione di un nuovo tipo antropologico (soggetto che sente di appartenere ad una comunità, assillato dall'idea di compiere il bene --> purificazione)
morte interpretata come forma di vendetta sugli infedeli (nessuno al riparo)
morte esibita in canali mediatici gioca ruolo decisivo: es. pubblicazione foto di bambini musulmani ammazzati da bombe americane --> incoraggiamento alla vendetta ed incitamento all'odio
morte violenta al centro delle strategie politico-pedagogiche delle diverse organizzazioni terroristiche (ISIS, al-Qaeda...)
educazione jihadista non odio solo contro occidentali, ma anche contro sciiti (musulmani a loro volta)
terrorismo di matrice islamica --> pseudo-religioso perché ispirato da una distorsione della religione islamica
attentati come epifanie che manifestano l'avvento di un nuovo mondo migliore (vivere in pace in un mondo purificato)
morte come strumento propagandistico (immagine vincente di sé), politico (crea instabilità) e pedagogico (nessuno protetto e influenza l'esperienza della morte nell'immaginario diffuso)
morte violenta inattesa ed improvvisa come educazione all'insicurezza (no nemico facilmente identificabile --> chiunque bersaglio)
jihad contemporaneo si basa sulla cultura dell'odio e della morte (attrae molti giovani) --> promuove una cultura della morte, sostenuta dall'ideologia del martirio
occorre cooperazione di sistemi educativi al fine di rielaborare criticamente quanto oggi sta avvenendo nel mondo contemporaneo e riappropriarsi di un proprio ordine discorsivo riguardo al tema della morte
terrorismo jihadista imprevedibile ed estremamente difficili da contrastare e prevenire
uno dei punti chiave del terrorismo --> impegno sistematico della violenza (generano incertezza e paura nelle popolazioni colpite)
adolescenza e radicalizzazione
formazione luogo di prevenzione primaria: dare a insegnanti strumenti per capire in profondità il fenomeno ed essere in grado di farsi carico dei segnali inviati dall'adolescente (depressione, abbandono scolastico..)
urgente investire sulla formazione: scuola luoghi dove si producono processi di stigmatizzazione più sottili
studi francesi non più orientati allo studio delle cause, ma riflettono intorno ai metodi, alle strategie e ai dispositivi di intervento che possano prevenire e sviluppare un processo di reitegrazione per coloro che tornano da paesi in guerra
crepa nel rapporto con le proprie origini, ferita identitaria --> mancanza di radici, bisogno di urgente di ricostruire l'origine e di renderla eterna
fragilità psicologica degli adolescenti ha trovato nella radicalizzazione mediatica un terreno fecondo di manipolazione --> social luogo di discorso propagandistico che fa leva sui vuoti e su ciò che è ancora sconosciuto della loro storia
fenomeno che scuote opinione pubblica --> aumento radicalizzazione di ragazze molto giovani (scuola chiede un iper-integrazione che allontana le proprie radici che assumono un identità mitica e fantastica)
da un lato separazione stato-religione, dall'altro negazione di realtà multiculturale
numerose contraddizioni nelle politiche educative francesi: no velo a scuola --> conservazione del servizio pubblico e laico della scuola
quasi tutti giovani francesi di cultura musulmana, no educazione religiosa ortodossa in famiglia, cresciuti nelle periferie e quasi tutti percorso scolastico interrotto prima del diploma
inchiesta più riconosciuta sul territorio francese a livello scientifico: raccolto testimonianze di giovani francesi che hanno deciso di far parte della jihad --> storie di vita, provenienze molto simili
radicalizzazione nel discorso pubblico francese da 10 anni , mentre radicalitè storia lunga 600 anni (principi profondi che sono all'origine di ogni civiltà)
radicalizzazione in adolescenza in francia --> fenomeno molto comune
radicalizzazione in carcere
esperienza detentiva dei soggetti a rischio radicalizzazione --> accento sui diritti di garantire diritto di culto (es. prete sempre in carcere, mentre altri ministri di culto con permesso e richiesta del detenuto)
imam accreditati: dignità a detenuti mussulmani e diminuzione di leader carismatici che non hanno un'adeguata preparazione e a volte strumentalizzano la fede veicolando pensieri estremisti
fenomeno di radicalizzazione in carcere rappresenta una forma estrema di devianza
due strategie educative: 1. rafforzare normativa penale in termini punitivi o repressivi --> contrastare le attività di proselitismo in rete, 2. istituzione di un centro nazionale sulla radicalizzazione con funzione di predisporre annualmente un piano strategico nazionale di prevenzione dei processi di radicalizzazione e al recupero dei soggetti
raccomandazioni europee cercano di promuovere pratiche di gestione delle istituzioni penitenziarie volte a unire l'osservazione e interventi multidisciplinari nei confronti che mostrano radicalizzazione violenta
popolazione carceraria sta cambiando --> operatori penitenziari formazione specializzata sulla cultura e i bisogni delle persone straniere
radicalizzazione e reclutamento in carcere --> eccezione alla regola
processo di radicalizzazione fenomeno educativo favorito da alcune condizioni strutturali del sistema detentivo: livello frustrazione, problematiche organizzative, esposizione ad idee radicali e adozione di misure di anti radicalizzazione inappropriate
condizioni facilitanti per radicalizzazione: prigione e web