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DEWEY E LA POLITICA SCOLASTICA ITALIANA E LE PROPOSTE DI RIFORMA DI SCUOLA…
DEWEY E LA POLITICA SCOLASTICA ITALIANA E LE PROPOSTE DI RIFORMA DI SCUOLA E CITTà
gli studi di Dewey (che tra il 1945 e gli anni 60 è stato molto criticato dal fascismo) hanno portato
successo della nuova educazione
la connessione tra il sistema scolastico e la diffusione della cultura democratica
durante il periodo dell'attualismo gentiliano molti studiosi trovano in lui una via d'uscita da problemi italiani come:
mondo educativo cattolico sfaccettato
cultura pedagogica marxista oscillante tra selettività gentiliane e la riforma egualitaria
mensile "scuola e città" scritto da Dewey e da altri collaboratori
affrontano tematiche sulle politiche scolastiche
l'aggiornamento metodologico e dei contenuti dei programmi di studio
introduzione di un tronco comune di istruzione obbligatorio e aperto a tutti
intervento per amministrazione scolastica che unisce efficienza e democratizzazione
denucia della carenza di docenti specializzati e ben retribuiti
obiettivo: far conoscere le iniziative e le esperienze pedagogico-sociali attraverso uno scambio di informazioni tra professionisti
problemi sulla politica scolastica italiana
necessità di rivedere i programmi ed eliminare la competizione nelle verifiche di profitto
proposte: partecipazione degli studenti alla definizione degli obiettivi e dei contenuti delle lezioni attraverso autogoverno
ridefinizione di temi e metodi di studio
riforma dei gradi scolastici (scuola secondaria)
carta della scuola (Bottai- 1939) mantenne il problema della scuola media unica
nel dopoguerra-> costituzione vogliono 8 anni di istruzione inferiore obbligatoria e gratuita (5 elementari + 3 medie) criticato dalla rivista" scuola e città"
modello di comprehensive schooling (inizia ad imporsi come modello di amministrazione dei curricoli
strumento per garantire l'uguale trattamento di tutti gli studenti della comunità attraverso la racconta in un unico istituto + l'eventuale differenziazione di percorsi di formazione
Laporta (ipotizzò: giudizio da parte dei professori sui percorsi più idonei, possibilità di modificare la scelta di scuola superiore nei primi anni, curriculum formativo flessibile
cominciò a farsi strada
necessità di diversificare i programmi della secondaria e pre universitaria
importanza del modello scolastico comprehensive
revisione di programmi incentrati sul confronto e sulla discussione ( no trasmissione passiva)
riforma del centralismo amministrativo a garanzia dell'efficacia della gestione economica dell'ampliamento delle strutture, della democrazia scolastica e della laicità dell'insegnamento