Nell'antica Grecia non esisteva una teologia scritta: l'immaginario religioso collettivo era fondato su racconti mitici e inni trasmessi oralmente. Tutto poteva essere oggetto di culto ed usato per predirre il futuro interpretando il volere degli dei e predirre il futuro.
Ogni individuo poteva entrare in contatto con le divinità senza la mediazione di specialisti del culto
Ogni polis, come ogni famiglia aristocratica, aveva i propri dei protettori che si onoravano costruendo templi e celebrando le feste in loro onore, la festa religiosa era anche una festa civile e quindi celebrata a spese dello Stato e organizzata da pubblici magistrati.
Alcune concezioni erano comuni a tutta la cultura greca e costiuivano una specie di religione ufficiale (culto degli dei dell'Olimpo che derivano da materia informe, essi erano immortali e godevano di una eterna e perfetta serenità).
Gli dei greci non erano i difensori della giustizia o i consolatori delle sofferenze umane ma custodivano l'ordine del mondo e impediva che esso fosse alterato da azioni immorali. Con il passare del tempo si affermò tuttavia una teologia secondo la quale a Zeus spettava il compito di custodire la giustizia e punire i malvagi e a ogni divinità era attribuito un dominio ben definito (Apollo, Ermes, Poseidone, Artemide, Dioniso, Estia, Atena, Era, Ares).