La voglia di divertirsi e sentirsi liberi era però accompagnata da un forte perbeni-smo formale: il governo vietò per esempio la produzione e la vendita di alcolici, alimentandone in questo modo il mercato clandestino; per altro verso erano radicati forti pregiudizi contro le fasce di popolazione più povere ed emarginate. Un simbolo di queste tendenze contrastanti che convivevano nell’“animo” americano era la città di Chicago, piena di locali notturni dove imperversava il jazz, uno straordinario mix di tradizioni musicali americane, europee e africane, nato agli inizi del secolo nella comunità afroamericana di New Orleans, in Louisiana.
Le bevande alcoliche venivano servite clandestinamente in tazze da caffè, mentre ogni notte agenti in borghese fa-cevano retate nei locali notturni clandestini per far rispettare le leggi proibizioniste.A finanziare l’apertura dei locali notturni e la produzione clandestina di alcolici era la criminalità organizzata, che guadagnò un preoccupante potere soprattutto a Chicago, conosciuta come la “città più corrotta d’America”. Il più potente tra i gangster ameri-cani fu per diversi anni Al Capone, che riuscì a rimanere a lungo impunito nonostante numerosi omicidi e altri gravi reati. Nel 1932 la polizia riuscì finalmente a incastrarlo per evasione fiscale.