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il verismo e il ciclo dei vinti (ad un certo punto la produzione di verga…
il verismo e il ciclo dei vinti
ad un certo punto la produzione di verga si orienta in direzione del verismo: questa fase si può far partire da rosso malpelo
nasce una nuova poetica che si basa su nuovi canoni stilistici e retorici
l'oggettività: adesione sincera e totale all'oggetto della narrazione
l'impersonalità: il rifiuto di qualsiasi strumento narrativo che lasci trapelare la riflessione e il commento dell'autore
i criteri dell'oggettività e dell'impersonalità costituiscono i principali punti di contatto tra verga e la scuola naturalistica
da notare però che verga prende in parte le distanze dal naturalismo e reinterpreta in modo originale anche l'adesione ai principi dell'oggettività e dell'impersonalità (vedi mappa differenze naturalismo vs verismo)
verga non descrive il popolo dall'alto ma rinuncia a ogni forma di giudizio morale: egli ottiene questo risultato grazie alla tecnica dell'impersonalità e adottando un ottica estranea tanto all'autore quanto ai suoi probabili lettori
se zola si immerge fisicamente nei bassifondi parigini per riprodurli fedelmente nei suoi romanzi, verga mantiene una certa distanza fisica dal mondo delle campagne siciliane, ritenendo che il romanzo debba essere una ricostruzione intellettuale
nelle novelle come nei romanzi veristi la forma deve essere inerente al soggetto, cioè non deve esserci alcuno scarto tra la voce narrante e quella dei personaggi: si abbandona il narratore onnisciente e si opta per un narratore anonimo popolare che racconta i fatti dall'interno di una comunità
il giudizio dell'autore arriva però comunque al lettore attraverso l'artificio dello straniamento: esso si basa sul principio di far apparire strano al lettore ciò che è normale e normale ciò che è strano (a questo punto il lettore avverte uno scarto tra il punto di vista del narratore e quello dell'autore e capisce che la gerarchia dei valori, per essere compresa correttamente, va rovesciata)
quella verghiana è una concezione del mondo e della vita umana da cui viene esclusa ogni visione consolatoria
da un lato verga condivide la visione progressiva della storia tipica della sua epoca, dall'altro però mostra come il progresso sia una macchina mostruosa che distrugge i deboli (i vinti)
la vita degli uomini è subordinata alla lotta per l'esistenza quando la storia irrompe in una situazione consolidata, ne travolge il fragile equilibrio colpendo soprattutto i più indifesi
ogni essere umano è spinto dal desiderio di migliorare le proprie condizioni materiali ed ogni sua scelta è dettata dall'interesse che è la principale norma della convivenza civile
questa visione del mondo di verga alimenta un ambizioso progetto esposto nella prefazione ai "malavoglia": dar vita ad un ciclo di 5 romanzi che studino gli effetti prodotti sui singoli dal loro desiderio di progresso
è proprio il desiderio di migliorare il proprio stato a far si che un individuo si stacchi dalle proprie tradizioni: è l'ideale dell'ostrica (come l'ostrica se si stacca dallo scoglio è destinata a morire, così l'uomo che rinuncia alle proprie radici un domani dovrà piegare il capo rispetto a quelli più forti di lui)
TESTO: IL CICLO DEI VINTI
questa prefazione ai malavoglia introduce in realtà l'intero ciclo di romanzi che egli ha intenzione di scrivere (il progetto è sicuramente influenzato da zola e dal ciclo dei rougon-macquart)
il meccanismo che interessa verga è quello del progresso: per lui si tratta di una fiumana che travolge tutto e che opera attraverso le leggi della lotta per la vita e della selezione naturale
gli esseri umani assecondano la fiumana con i loro comportamenti egoisti e dettati dall'interesse. verga sceglie di rappresentare alcune figure che rappresentano gli sconfitti della vita (i malavoglia, mastro don gesualdo, la duchessa di leyra, l'onorevole scipioni e l'uomo di lusso) ma in realtà solo i primi due vedranno la luce
il progetto era quello di partire dalle classi più basse per arrivare a quelle più alte, evitando però ogni forma di partecipazione e di giudizio secondo i canoni propri del verismo