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Verga: la vita e l'opera (giovanni verga nasce a catania nel 1840 da…
Verga: la vita e l'opera
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nel 1872 si trasferisce a milano, divenuto il centro culturale più importante d'italia: qui frequenta la scapigliatura milanese e legge anche i romanzi russi, conosce poi emilio treves che diventa il suo editore (pubblicherà nel giro di poco tempo 3 romanzi: eva, eros e tigre reale)
dalla metà degli anni 70 verga inizia ad interessarsi al naturalismo francese ed avviene quella che viene detta "conversione al verismo". su questa scia vedranno la luce nel 1874 nedda, e nel 1878 rosso malpelo che confluiranno nel 1880 nella raccolta "vita dei campi"
nel 1881 con la pubblicazione dei malavoglia inizia la parabola discendente di verga perchè le opere che oggi vengono considerate maggiori ai tempi vengono invece accolte freddamente
nel 1884 viene rappresentato a teatro il dramma cavalleria rusticana tratto sempre dalla raccolta "vita dei campi"
nel 1888 mastro don gesualdo conosce un certo successo che porta l'autore alla decisione di continuare il progetto intitolato "i vinti" che poi però non riuscirà a completare
nel 1893 verga decide di tornare definitivamente a catania dove si manifesta anche il suo conservatorismo politico (nel 1898 approverà la dura repressione dei moti di milano). muore a catania il 27 gennaio del 1922 dopo essere stato nominato senatore
LA PREFAZIONE DI EVA:
in questo testo emerge con chiarezza l'esigenza di verga di mettere a nudo la verità, anche quando questa è sgradevole: si arriva quindi ad una condanna del conformismo borghese e di tutte le sue bassezze morali e materiali
verga annuncia immediatamente il suo proposito di raccontare la verità senza adornarla con particolari fregi retorici, egli sostiene infatti che il prodotto di immaginazione di uno scrittore non ha nulla di meno vero rispetto ad una storia accaduta realmente
poi lo scrittore prende di mira le lettrici borghesi che ostentano modestia e pudore ma che in realtà, per seguire la moda, non esitano a metter in mostra il loro corpo durante le serate mondane
poi se la prende anche con i lettori borghesi che ardono di desiderio per le ballerine ma cercano di nasconderlo
in passato l'arte fungeva da sintesi per le conquiste di un intera civiltà mentre nella società moderna sembrerebbe essere un lusso riservato solo a quanti non fanno nulla di produttivo (scioperati)
in cima alla scala dei piaceri della società borghese ci sono la gastronomia e il piacere fisico che riguardano alla fine solo gli istinti materiali: all'arte spetta invece il compito di metter in luce la miseria e l'oppressione nascoste sotto l'apparenza scintillante di questa società
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