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Gli uomini liberi erano, Lo ius praetorium introdusse forme più semplici…
Gli uomini liberi erano
Ingenui
condizione giuridica e sociale di chi era nato libero, ovvero di chi, essendo nato da padre libero, era perciò libero lui stesso
liberti
erano quelle persone che erano state liberate dalla servitù legale dal loro padrone per manumissione
Uno schiavo affrancato era libertus (cioè liberatus) nei confronti del suo padrone; era un libertinus rispetto alla classe alla quale apparteneva dopo l'affrancamento
I liberti, cioè gli schiavi liberati, aggiungevano il praenomen e il nomen del loro ex padrone, conservando però il loro nome d’origine come cognonem.
dopo la manumissio, il padrone (dominus) diventava patronus, cioè protettore del liberto.
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l'obsequium da parte del liberto (deferenza verso il patronus includente anche la salutatio mattutina)
i bona (il diritto di successione del patronus se il liberto muore senza figli dopo la manomissione)
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Il termine che designava la potestas del padrone sullo schiavo nell'antichissimo diritto era appunto manus, anche se giuridicamente era conosciuta come dominica potestas.
Lo ius praetorium introdusse forme più semplici di manumissio, per le quali non era richiesta che la manifestazione, da parte del padrone, della volontà di affrancare lo schaivo
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manumissio per mensam
invito che il padrone faceva allo schiavo di unirsi al banchetto, con la manifesta intenzione di affrancarlo.
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Solo dopo Adriano lo schiavo, coi suoi piccoli risparmi, con le mance, ha diritto di farsi un gruzzolo di denaro con cui affrancarsi, ma soltanto nella tarda età imperiale la legge ordinerà ai padroni di concedere l'affrancamento, dopo aver soddisfatto i loro diritti di proprietario.
Claudio ordinò l'emancipazione degli schiavi malati abbandonati dal padrone.
Lo Stato temeva sempre un'eccessiva liberazione di schiavi, perché sapeva bene ch'essi avrebbero ingrossato la massa della plebe, il cui mantenimento gravava sulla pubblica annona.
Di qui il divieto di liberare schiavi sotto i 18 anni o il divieto di riscattarsi prima dei 30.
I padroni al di sotto dei ventun anni non potevano liberare schiavi.
Gli stessi imperatori tuttavia impedirono più volte, con la cancellazione dei debiti, che masse di debitori cadessero in schiavitù per insolvenza. Augusto liberò ben 3000 schiavi e sua moglie Livia 500.
Le manomissioni si accentuarono con l'affermarsi del cristianesimo per i principi ugualitari da esso predicati e per l'affievolirsi della nozione di cittadino.
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Talvolta quando i cittadini liberi erano impegnati nelle guerre di conquista, gli schiavi svolgevano in patria mansioni impegnative come la gestione di un'azienda, di un'attività economica, di un'abitazione padronale.
In tali casi il padrone poteva concedere la condizione di "liberto" per rendergli possibile il lavoro, visto che a uno schiavo nessuno avrebbe dato credito.
Alcuni senatori aggiravano il divieto di partecipare a commerci proprio con l’aiuto dei loro liberti.
La situazione degli schiavi così liberati venne regolata dalla legge Iunia Norbana del 19 a.c., per cui essi potevano disporre di beni propri, anche se non potevano lasciarli in testamento; sicché i loro beni tornavano all'antico padrone.
Inoltre, essi non potevano ricevere eredità né come heredes né come legatarii, ma potevano ricevere eredità come fideicommissum (Gaio, I, 24). Tale limitazione verrà tolta dall'imperatore Giustiniano.
I figli dei liberti erano ingenui (liberi), ma non potevano avere diritti nobiliari; e i discendenti dei liberti erano talvolta insultati per le loro origini servili. Solo la terza generazione dei discendenti dei liberti erano uomini liberi.
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I diritti dei liberti
Il liberto poteva svolgere attività economiche indipendenti, ma il padrone poteva esigere sempre delle corvées sui suoi terreni o nella sua abitazione, oppure pretendere dei doni in occasione di festività.
i liberti continuavano ad abitare presso la casa padronale e venivano ammessi alla distribuzione gratuita di frumento, alimenti vari, denaro
In genere i liberti diventavano clientes dei padroni prestandogli servizi ma ricevendo doni in cambio.
Potevano essere condannati a morte solo da un’assemblea cittadina e non da un qualunque magistrato, come accadeva a chi non era romano.
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Sebbene da un punto di vista economico vi fossero liberti di ogni tipo, poveri, benestanti e ricchi, molti di loro si rivelavano ottimi imprenditori; alcuni giunsero ad accumulare delle fortune
Questo dinamismo nasceva dal fatto che la libertà veniva concessa in primo luogo agli schiavi migliori e più intraprendenti
Secondo Tacito, in senato si mormorava che il sangue di qualche antenato liberto scorreva nelle vene della maggior parte dei cavalieri, per non dire di molti fra i senatori stessi.
Mai un aristocratico li avrebbe ammessi fra i propri amici. Non c’è da meravigliarsi che senatori e cavalieri trovassero umiliante il potere acquistato dai liberti degli imperatori, e che il malcontento abbia raggiunto il massimo sotto Claudio, che affidò ai liberti numerosi ed importanti ruoli burocratici
Rinomati Liberti
Antonia Filematio, al servizio degli Antoni nel 13 a.C., capace di fare affari in Egitto
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'omnes homines aut liberi sunt aut servi', Gaio
''qui ex justa servitute manumissi sunt'', Gaio, I, 11
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“hunc ego hòminem ex iùre Quirìtium meum esse aio secundum suam causam. Sicut dixi, ecce tibi vindìcta impòsui”
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