Nel 1970 la presa del potere di Assad, presto eletto alla presidenza della repubblica, rappresentò un’autentica svolta nella storia siriana. Assad stabilizzò sul piano istituzionale un paese tradizionalmente inquieto e disequilibrato, tanto nei confronti di Israele, quanto nei confronti del Libano, quanto, e soprattutto, nei confronti degli USA.
Assad preferì consolidare la sua posizione rafforzando innanzitutto l’autorità e il potere del gruppo religioso-tribale cui apparteneva, quello degli Alawiti.
Assad ebbe cura di controllare ed eliminare l’opposizione interna e particolarmente brutale fu il suo atteggiamento verso i Fratelli Musulmani.
Sul piano della politica estera, la Siria fu la principale perdente tanto nella guerra dello Yon Kippur quanto della politica di Kissinger, rivestire i panni dell’estremista contro la sua stessa inclinazione caratteriale e contro la sua volontà politica.
Negli anni ’80 Assad decise una svolta della sua politica di alleanze e si volse verso l’Iran khomeinista. L’intesa siro-iraniana costituì un lungo asse sciita che andava dal Libano meridionale con Hizballah, attraverso Damasco* ( e poi, dopo l’invasione americana del 2003, attraverso l’Iraq meridionale) fino a Teheran.
D’altro canto, finché rimase in piedi l’Urss, ma anche in seguito con Putin, la Siria di Assad fu uno degli alleati più costanti di Mosca in Medio Oriente e ciò sollevò le inevitabili preoccupazioni degli USA. Il sogno del Golan
Nel 2011 si verificò un’insurrezione, analoga a quella tunisina ed egiziana, che minava alle fondamenta del regime di Assad. Il regime dimostrò tuttavia un’insospettata resilienza, a dimostrazione del fatto che Bashar godeva almeno di qualche consenso.
La Siria godeva dell’appoggio di Russia, Iran e Cina; Timori che la caduta di Assad lasciasse spazio all’Islam radicale. l’Arabia Saudita e il Qatar sostennero le componenti islamiste del fronte dei ribelli anti- Assad, sia per ristabilire a proprio favore la bilancia egemonica all’interno del mondo arabo sia per favorire la componente sunnita dell’opposizione siriana