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Non solo a parole di Ivano Gamelli - Coggle Diagram
Non solo a parole di Ivano Gamelli
Raccontati dal corpo
Rapporto tra corpo e narrazione -> Fare del corpo un oggetto di racconto. Il corpo racconta, sfidandoci alla comprensione dei suoi messaggi.
L’autobiografia corporea è un modo ardito e affascinante in cui si può declinare la narrazione di Sé.
Un educatore formato all’autobiografia si caratterizza perché raccoglie e riorganizza le narrazioni e può intrecciare creativamente tali narrazioni con la sperimentazione di altre modalità per dirsi, misurarsi con le molteplicità dei linguaggi.
La rappresentazione che domina nell’educazione è caratterizzata da un’idea del tempo come qualcosa di esterno, tirannico, da cui l’esigenza di doverlo scandire con precisione. La prima grande virtù
dell’educatore è l’ascolto e non la parola.
Ogni proposta di formazione, soprattutto di matrice autobiografica, dovrebbe essere esercitata su di sé prima di proporla ad altri
Restituire al Sé una dimensione narrativa può voler dire restituirgli un’intenzionalità, più soggettiva e libera dalle oggettivizzazioni culturali dominanti, vincolanti e uniformanti
Il pensiero narrativo è un’esigenza della specie, dà
un’interpretazione ai fatti umani creando una storia basata sull’intenzionalità degli attori e sulla sensibilità al contesto Il corpo è presenza, poesia, metafora, esprime ed è allo stesso tempo la propria espressione
Narrazione come metafora perché ogni narrazione sarà sempre una rappresentazione figurativa della vita e non la vita stessa. Ogni narrazione è un luogo di trasformazione, possibilità di connettere intelletto ed emozioni, di stabilire connessioni tra le cose
Caillois ha costruito una classificazione basata su
differenze ed opposizioni, su due poli antagonisti: ludus (superare prove) e paidia (fantasia incontrollata): Agon, Alea, Mimicry e Ilinx.
Nella sua rappresentazione più autentica, lo sport costituisce il naturale prolungamento del gioco corporeo del bambino, con cui siamo entrati nel mondo imparando ad abitarlo
Lo sport, liberando il corpo, consente di
esplorare l’ambiente e di mettere in gioco possibilità alternative
La parola teatro ha due significati etimologici principali: il primo indica un luogo delimitato agli spettacoli. Il secondo indica il guardare, la vista, qualcosa che grazie allo sguardo costruisce una realtà nuova
Un qualsiasi setting educativo è già teatro. Se il teatro desidera veramente incontrare l’educazione deve mettersi in gioco, andare oltre, accettando la sfida dell’incontro e della contaminazione
La meditazione rappresenta una proposta concreta volta a insegnarci come far spazio dentro di noi senza prevaricazione, di alcuni parti su altre e senza che si assista a fughe verso impraticabili idealizzazioni.
Nello zen, si ritiene che il contenuto
essenziale dell’insegnamento non possa essere colto solo verbalmente. La parola è uno strumento improprio e inefficace
avventure corporee
Non a caso ogni bambino accede al linguaggio solo dopo aver conquistato la deambulazione eretta.
La proposta di una pedagogia dell’avventura nasce come tentativo di demitizzare, di operare una critica all’abuso discorsivo del termine avventura nella cultura contemporanea. Oggi di
avventura parlano più gli adulti che non i ragazzi, a cui essa sembrerebbe destinata
Ciascuno di noi ripercorre dalla nascita in poi tutta la fatica che conduce alla conquista della motricità bipede, alla quale si accompagna la disponibilità del linguaggio. La storia dell’umanità inizia con i piedi
Quello dell’avventura è un contesto che rende agibile una comunicazione di qualità infinitamente superiore a quella che si sperimenta abitualmente nella scuola. L’avventura induce a pensare ad una sorta di artificiosità.
La proposta di Massa è che la scuola si doti di uno sazio di transizione verso l’ambiente sociale e naturale esterno. Vede questo come l’unico modo di parlare di avventura nella scuola, e non certo intitolando all’avventura antologie di testi letterari.
L’avventura evoca il tempo e fa vivere il corpo. Il corpo, attraverso l’avventura, esercita la presa sul mondo.
Il ritorno alla memoria consente di affrontare passi importanti per la creazione di una base per la relazionalità interna facendo dialogare le nostre parti interiori, passate e presenti, per creare un disegno che assomigli il più possibile alla nostra vita
Il nostro vedere e sempre caratterizzato e condizionato da chi siamo e il modo di guardare si correla il modo di vivere punto il nostro guardare
sull’esterno e sempre dall’interno, ma è anche vero che ogni sguardo del mondo su di noi influisce a seconda dell'autorevolezza nell’importanza che diamo a quello sguardo
Per vedere, per imparare a guardare, bisogna cercare la capacità di perdersi per ritrovare nuovi orientamenti. I “labirinti interiori” diventano i luoghi di esercizio per mettere da parte gli schemi rigidi, per cercare nuove coordinate nel ridarsi forma
L’ascolto del corpo richiede lentezza e profondità; per questo una consapevolezza che parta dal corpo e che al corpo ritorni può regalare al nostro pensiero una visione e una comprensione altrimenti destinate all’oblio
Parlando di postura è impossibile non accennare al contributo della bionergetica inaugurata da Reich e sviluppata da Lowen.La bioenergetica propone un intervento terapeutico che agisce direttamente sulla tensione muscolare con lo scopo di indurre un rilasciamento della tensione accumulata con la
conseguente liberazione di energia bloccata
L’idea che lingue diverse racchiudano visioni del mondo differenti spiega perché le persone bilingui affermino di avere esperienze molto diverse in lingue diverse, e le lingue possono essere viste come contesti al cui interno noi situiamo noi stessi e a cui siamo posizionati.
La voce è sempre relazione e custodisce il senso emozionale della parola.