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PARTE QUARTA LE CAPACITA DI RECUPERO DELL'ANZIANO - Coggle Diagram
PARTE QUARTA LE CAPACITA DI RECUPERO DELL'ANZIANO
ATTIVITA MOTORIA, FUNZIONI COGNITIVE E DEMENZA
1)USE IT OR LOSE IT. SEDENTARIETA, ATTIVITA MOTORIA ED INVECCHIAMENTO
L'attività fisica riduce il rischio di malattia cardiovascolare e diabete di tipo 2
-riduzione del rischio di cancro del colon e della mammella
-migliora le prestazioni cardio-respiratorie e muscolo-scheletriche
-controlla il peso corporeo
-riduce la depressione, l'ansia e lo stress
l'attività motoria riduce il rischio della depressione e può rappresentare uno strumento efficace nella cura
se mantenuta con regolarità in età adulta ed in età senile previene la disabilità e mantiene piu a lungo l'autonomia, anche quando la pratica dell'esercizio fisico venga ripresa in età già avanzata.
rapporto fra esercizio fisico, fragilità(frailty) e disabilità
2)ATTIVITA MOTORIA E PRESTAZIONI COGNITIVE NELL'INVECCHIAMENTO
-Studio Roberts, aveva dimostrato che dopo il pensionamento si erano mantenuti fisicamente attivi evidenziavano prestazioni cognitive analoghe a quelle che avevano continuato la loro attività lavorativa, mentre i pensionati inattivi presentavano un marcato declino delle funzioni cognitive e della perfusione cerebrale.
-Prima meta-analisi di 18 studi, segnala un'influenza positiva del TRAINING fisico sulle prestazioni cognitive
-Nel 2004 Weuve e collaboratori hanno pubblicato su JAMA i risultati dello studio sulle funzioni cognitive
negli anni più recenti, hanno meglio precisato i termini della relazione tra attività fisica e funzioni cognitive.
-Yaffe e collaboratori individuano l'attività fisica moderata o intensa tra i fattori che contribuiscono in modo indipendente al mantenimento, ad 8 anni di distanza.
-Uno studio coorte condotto in Germania ha confermato una significativa riduzione della compromissione cognitiva in rapporto ad attività fisica di intensità moderata ed elevata.
-Uno studio caso-controllo ha dimostrato che l'esercizio fisico moderato si associa ad un ridotto rischio di MILD COGNITIVE IMPAIRMENT(lieve deterioramento cognitivo).
-Lo studio longitudinale "AGES-Reykjavik", ha dimostrato che coloro che in età adulta avevano fatto attività fisica evidenziavano prestazioni cognitive nettamente migliori. ed una minore incidenza di demenza.
si afferma che, mantenere uno stile di vita attivo, favorisce tra l'altro le relazioni sociali ed arricchisce la stimolazione cognitiva ed affettiva
3)ATTIVITA MOTORIA E PREVENZIONE DELLA DEMENZA
La rassegna di Laura Fratiglioni e collaboratori conferma l'effetto protettivo che l'attività motoria esercita nei confronti del deterioramento cognitivo.
-Anche praticare attività fisica in età adulta sembra dare un simile effetto protettivo.
-Analoghe le indicazioni dello studio di Larson e collaboratori dove il protocollo ha cercato di eliminare il rischio del REVERSE CAUSATION BIAS( bias di causalità inversa).
-Gli autori riportano che non soltanto l'incidenza della demenza si riduce con l'aumento dell'attività fisica e dei livelli funzionali, ma che tale situazione è piu forte, fino a dimezzarsi per livelli alti di attività fisica.
-In uno studio prospettico di quasi 2000 anziani di New York si è dimostrata un'associazione inversa con la malattia di Alzheimer ad una dieta mediterranea che del livello di esercizio fisico; fattori associati ad una significativa riduzione del rischio di Alzheimer.
-non tutti i lavori pubblicati confermano l'effetto protettivo dell'attività fisica nella demenza
4)ATTIVITA MOTORIA E FUNZIONI COGNITIVE: DETERMINANTI BIOLOGICI
Nell'uomo, modificazioni biologiche indotte dall'esercizio fisico
-Rogers ha dimostrato una riduzione significativa della perfusione cerebrale in pensionati inattivi e ha confrontato 2 gruppi di persone anziane in buone condizioni fisiche e cognitive.
-I ricercatori Colcombe et al. hanno suddiviso 59 persone anziane sane ma sedentarie in due gruppi coinvolti in un programma semestrale di attività aerobica e di STRETCHING.
-I ricercatori del "Cardiovascular Health Study" hanno dimostrato che una più intensa attività fisica si associa, a 9 anni di distanza, ad un aumento di volume della materia grigia.
l'attività fisica è in grado di moderare alcuni effetti indesiderati
-il cervello mantiene la sua plasticità anche nell'età più avanzata
5)ATTIVITA MOTORIA NELLA DEMENZA
-La riduzione dell'attività fisica potrebbe comportare per la persona demente la perdita degli effetti positivi del movimento sulla plasticità cerebrale.
Anche la famiglia che assiste il malato, può soffrire di tono dell'umore e di problematiche di natura comportamentale come per esempio stress e il ricorso all'istituzionalizzazione.
Infatti gli autori Eggermont e Scherder, sottolineano come un adeguato programma di attività fisica possa essere facilmente attuato a loro
l'attività motoria efficace anche per gli stessi CAREGIVER
Effetto positivo anche sui livelli di autonomia
QUALI POSSIBILI PERCORSI RIABILITATIVI?
Il progetto riabilitativo deve essere il filo conduttore del disabile
1)QUALE DISABILITA?
Secondo il modello ICIDH-1, rivengono i termini di:
-MENOMAZIONE: perdita di struttura o di funzione sul piano psicologico, fisiologico o anatomico.
-DISABILITA: limitazione o perdita derivante dalla menomazione.
-HANDICAP: condizione di svantaggio sociale vissuta da una persona in conseguenza di una menomazione o di una disabilità
l'OMS(l'Organizzazione Mondiale per la Sanità), propone una nuova classificazione del funzionamento, della disabilità e della salute. Definisce un nuovo concetto di disabilità come risultato di una complessa relazione tra la condizione di salute e i fattori personali ed ambientali.
assume una valenza multidimensionale
Il processo di abilitazione passa attraverso l'eliminazione delle barriere e la semplificazione di atti o azioni da consentire al soggetto lo svolgimento dei propri compiti
il suo concetto medico si sovrappone parzialmente con i fattori ambientali e culturali.
2)RAPPORTO ISTAT SULLA DISABILITA IN ITALIA
La persona viene definita "disabile" quando è un'individuo adulto con handicap fisico, psichico, sensoriale o problemi psichiatrici oppure se è anziano e non autosufficiente o affetto da una malattia cronica che richiede aiuto.
la perdita di autonomia peggiora con l'aumentare dell'età
patologie croniche che colpiscono la popolazione con disabilità
-possono condurre a disabilità e a riduzione dell'autonomia
-differente nelle classi d'età
ricorso ai servizi sanitari
-le persone con disabilità usano molto di più le prestazioni sanitarie
può essere congenita e acquisita
Congenita=dalla nascita
Acquisita= che avviene durante il corso della vita di ogni uomo
Obiettivo: rendere il più possibile il soggetto "indipendente" ed in grado di decidere e autodeterminare le proprie scelte.