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IL PRINCIPE E I DISCORSI - Coggle Diagram
IL PRINCIPE E I DISCORSI
Scritto nel 1513 e dedicato a Lorenzo De Medici, nasce come opuscolo de Principatibus in cui si trattava che cosa è principato, di quale spetie sono, come si acquistano, come si mantengono, perché si perdono.
Pur essendo un'opera rivoluzionaria nell'impostazione del pensiero, il Principe si può collegare a una precedente tradizione di trattatistica politica. Nel medioevo venivano chiamati specula princips "specchi del principe"
Se da un lato Il principe si riallaccia a questa tradizione dall'altro però la rovescia: mentre tutti questi trattati mirano a fornire un'immagine ideale ed esemplare del regnante, Machiavelli dice di voler guardare alla "verità effettuale della cosa" e non dell'ideale, quindi non propone al principe virtù morali, ma quei mezzi che possono consentirgli la conquista e il mantenimento dello Stato.
Si articola in 26 capitoli. I capitoli I-XI esaminano i vari tipi di principato e puntano a individuare i mezzi per conquistarlo e mantenerlo. Machiavelli distingue tra i principati ereditari e nuovi.
Quelli nuovi possono essere misti, aggiunti come membri allo Stato ereditario di un principe o nuovi del tutto, a loro volta questi possono essere conquistati con la virtù e con armi proprie oppure basandosi sulla fortuna e su armi altrui.
Il capitolo VIII tratta di coloro che arrivano al principato attraverso scelleratezze, e qui machiavelli distingue tra la crudeltà bene e male usata: la prima è quella impiegata solo per assoluta necessità, male usata invece è quella che cresce con il tempo invece che cessare.
Nel capitolo IX si affronta il principato civile in cui il principe riceve il potere dai cittadini stessi. Nel X si esamina come si debbano misurare le forze dei principati.
Nel XI si tratta dei principati ecclesiastici, in cui il potere è detenuto dall'autorità religiosa. I capitoli XII-XIV sono dedicati al problema delle milizie
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