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Pedagogia del corpo di Ivano Gamelli 1 - Coggle Diagram
Pedagogia del corpo di Ivano Gamelli 1
il corpo in gioco
Alla fine del XIX secolo, un medico francese, Philippe Tissiè, tratta un caso di instabilità mentale attraverso
una nuova disciplina denominata ginnastica medica.
Assunto di Tissiè: modello energetico -> l’uomo visto come riserva di forza e di energia
Nel 1961 si istituisce all’Ospedale Henri-Rousselle della capitale francese il primo diploma di rieducatore
della psicomotricità. La psicomotricità sul versante educativo fa il suo ingresso ufficiale nell’educazione nazionale francese attraverso quelle che allora erano le Scuole Speciali
Tra gli anni 70 e 80 dall’esercizio l’attenzione si sposta al processo. Compare un interesse vivo per gli aspetti
simbolici e inconsci del movimento
La psicomotricità a orientamento globale si definisce per la sua non direttiva e il suo non giudizio: la psicomotricità si concentra su quello che c’è di positivo nel soggetto, su ciò che il bambino sa fare, piuttosto che su ciò di cui egli è carente
in psicomotricità importante il setting. . Secondo Lapierre e
Aucouturier questa esperienza, che in origine hanno pensato insieme, avviene grazie alla delimitazione e alla strutturazione del setting psicomotorio in tre luoghi principali: il luogo del gioco senso- motorio, il luogo del gioco simbolico, il luogo del gioco di rappresentazione
Aucouturier: se il bambino si confronta con la sua vita intrauterina ben prima dell’insorgere del linguaggio
verbale, allora il fantasma non può che avere la natura del corpo. Fantasma d’azione: è una prima forma di pensiero separato dalla realtà. Il fantasma nasce però da una perdita ed è perciò sempre carico di una certa insoddisfazione perché rappresenta ciò che il bambino desidera ma non ha.
non solo sport
La capacità di giocare è direttamente proporzionale
alla capacità di relazionarsi in uno spazio e in un tempo già determinati, dove si deve entrare e da cui si deve necessariamente poter e saper uscire
Sono le nostre identità definite a essere provocate e che il gioco ci restituirà inevitabilmente modificate.
Del gioco noi non siamo solo protagonisti: siamo anche strumenti allorché accettiamo, giocando, che la
nostra esperienza si mostri nella sua parzialità per partecipare creativamente dei limiti dell’altro e viceversa
Il comportamento aggressivo spontaneo e ineliminabile, connaturato allo sviluppo della personalità umana. Il problema dell’elaborazione pedagogica dell’aggressività si pone nei termini di un suo incanalamento verso mete socialmente accettabili, nella consapevolezza che
il bambino deve poter disporre di uno spazio d’espressione e di una considerazione da parte dell’adulto liberi da ogni pregiudizio moralistico.
La scarica dell’aggressività attraverso la via muscolare rappresenta la modalità più primitiva, è quella del lattante che di fronte alla frustrazione si agita e strilla
Psicocinetica di Jean Le Boulch: Egli vede nella tradizionale educazione fisica una via meccanicistica all’educazione al movimento, schiacciata sulla biomeccanica. Le Boulch sostiene al contrario che l’apprendimento delle prassie, l’insieme dei movimenti coordinati intenzionali in funzione di un risultato, alla base dell’efficacia del gesto, non può che avvenire grazie a un procedimento capace di conferire agli
apprendimenti motori caratteri di soggettività, plasticità e apertura.
Le Boulch suddivide il processo di insegnamento/apprendimento motorio e sportivo in tre fasi successive: esplorativa globale (educatore crea condizioni x libera esplorazione), di dissociazione (offerta di schemi efficaci proposti dall'esterno) e di stabilizzazione (stabilizzazione degli automatismi)
per un educazione sensibile
Le parti del corpo più rappresentate, con più recettori, a livello mentale si trovano alla periferia, mentre meno risultano essere quelle più prossime al certo del corpo. È più facile sentire i movimenti della mano che del bacino
Metodo Feldenkrais: due applicazioni -> Consapevolezza attraverso il movimento (movimenti esperienziali gruppali dove sperimentano sequenze esplorative) e Integrazione funzionale (individuale -> approfondimento della consapevolezza e un ampliamento della gamma dei suoi schemi di movimento)
Nell’antiginnastica di Bertherat, come proposta da Mezieres, il nostro apparato muscolare risulta suddiviso
in cinque insiemi funzionali chiamati catene muscolari, come grandi elastici -> interdipendenti
un’azione qualsiasi provoca un effetto in tutta la catena che si comporta come se fosse un’unità, una sola muscolatura
In una seduta di antiginnastica l’insegnante propone agli allievi di assumere posizioni del corpo abbastanza insolite nelle quali i soggetti possono consapevolmente percepire all’inizio con accentuata evidenza le loro tensioni e produrre con calma e dolcezza l’allungamento di tutti i muscoli
Rudolf Steiner -> Nell’euritmica il corpo, la musica, la parola tendono a essere associate nell’intento di tradurre, attraverso il movimento, i principi armonici delle manifestazioni naturali universali
Watsu di Harnold dull -> Centrale è l’ascolto dell’acqua, il rapporto con quest’elemento; perché i movimenti possano fluire è necessario che tra i due corpi l’acqua scorra diventando mediatrice del dialogo corporeo
Rudolf Laban -> credeva fermamente nella natura danzante di ogni uomo. Pensava a una danza libera da forme stereotipate di movimento. Lo spazio per Laban viene concepito a partire dal corpo del danzatore e dai suoi limiti: egli distingue lo spazio personale e lo spazio generale
Grotowski inseguì l’utopia necessaria di un lavoro che squarciasse il velo invisibile posto fra gli attori e gli
spettatori, desiderando coinvolgere questi ultimi in una ricerca di se stessi.
Roy Hart ha individuato tre principali risuonatori: il risuonatore cranico, toracico e addominale. I
risuonatori si possono attivare immaginando di comprimere la colonna di aria durante l’espirazione in quella parte del corpo scelta come amplificatore
Le vie aperte da Startos diventano traducibili in una sorta di psicomotricità vocale collocabile nelle pratiche
pedagogiche del corpo, in quanto la voce non è da considerare veicolo della parole, bensì un linguaggio non verbale composto da suoni e rumori con i quali si manifesta la vibrazione psicocorporea
In bioenergetica si precisa la differenza fra tono e
tensione muscolare. Il tono è l’espressione dell’energia. La tensione è un sequestro del tono: l’equivalente somatico di un conflitto psichico. Allo stesso modo, l’inibizione è sempre l’inibizione di un gesto
alexander lowen -> bioenergetica. Il lavoro della bioenergetica sul corpo si avvale sia di manipolazioni sia di esercizi sulla respirazione finalizzati a provocare nel soggetto l’instaurarsi si uno stato vibratorio involontario dei muscoli.
Per Amborsi, così come già per Reich e Lowen, ognuno di noi localizza le sue tensioni in forme particolari e
in parti differenti nel proprio corpo. Queste tensioni emergono nell’analisi dell’aspetto somatico. Ambrosi propone nondimeno una strategia corporea per permettere al soggetto di sentire le sue tensioni