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Libia goal 16 agenda 2030 - Coggle Diagram
Libia goal 16 agenda 2030
Che cosa succede
in Libia?
La libia è nel caos, e per l'Europa l'escalation militare
che vede contrapposte le truppe dell'Lna (l'esercito nazionale libico) guidate dal maresciallo Khalifa Haftar
che avanzano verso Tripoli e il governo di unità nazionale guidato di Fayez al-Serraj, leader libico riconosciuto dalle Nazioni Unite
Oggi quindi il Paese è diviso grossomodo in due parti:
a ovest il governo di Tripoli,
appoggiato dall'Onu, il cui capo è Al Sarraj
ad est il parlamento di
Tobruk e l’esercito di Haftar, sostenuto da Russia ed Egitto.
L'ORIGINE DELL'ULTIMO
CONFLITTO
Tutto ha avuto origine dopo il rovesciamento del colonnello Gheddafi, nel 2011.
Seguono per anni le
nuove offensive dell'Isis rendendo sempre più insistenti le voci di un
imminente intervento militare occidentale da parte
di Stati Uniti,
Francia
Italia
e Regno Unito
Nel 2015, grazie all'accordo di pace sostenuto dalle Nazioni Unite, Serraj diventa presidente.
Ma da allora, a minare il persidio c'è sempre stata l'ombra di Haftar,
diventato uno dei principali comandanti dei ribelli
nell'Est della Libia,
proprio dopo la fine di Gheddafi.
Era il 2014 quando Haftar ha lanciato l'Operazione Dignità contro le milizie islamiche,
definita una "missione" contro i terroristi,
nominando l'uomo forte della Cirenaica a capo del ricostitutendo esercito libico nel marzo 2015.
CHI E' HAFTAR
Nato in Cirenaica 75 anni fa, come ricorda l'Ansa,
comandante dell'autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna)
in passato ha aiutato il defunto Muammar Gheddafi nella sua ascesa al potere
È stato capo di Stato Maggiore delle forze libiche fino al 1987,
per poi essere scaricato
dal colonnello dopo la guerra del Ciad
a prigioniero fu sconfessato da Gheddafi.
I FIGLI DEL GENERALE
E poi si sono i figli di Haftar
Khalid
Saddam
Gli osservatori internazionali evidenziano come il generale li abbia cresciuti
Ha assegnato loro ruoli di comando e condividendo con loro i suoi contatti.
Khalid e Saddam di tenere i rapporti con i Paesi arabi «amici»
L'ESERCITO REGOLARE, CHE NON C'E'
L’esecutivo guidato da Al Sarraj, invece, non ha un vero controllo del territorio.
Gli manca una forza di sicurezza vera e propria.
Anche se riconosciuto dall'Onu Al Sarraj si serve di milizie che fanno capo al ministero dell’interno.
Ma questi gruppi non possono essere considerati come forze regolari
visto che ognuno sembra combattere autonomamente per il controllo della capitale.
GLI INTERESSI
E veniamo alla parte politico-economica della storia,
quella degli interessi che ruotano attorno alla Libia.
Interessi che si riperquotono in diversi Paesi che vogliono acclarato un proprio ruolo in Libia.
L’Italia è in primo piano con il trattato di Bengasi stipulato tra Roma e Tripoli durante la reggenza Gheddafi.
Obiettivi:
preservare gli interessi energetici, con l’Eni impegnata ad estrarre il 70% del petrolio
Infine la questione terrorismo con i 300 nostri soldati stanziati a Misurata per la missione Ippocrate
e le decine di 007 impegnati a salvaguardare il nostro Paese
Goal 16
Taget
16.1 Ridurre significativamente in ogni dove tutte le forme di violenza e i tassi di mortalità connessi
16.2 Eliminare l'abuso, lo sfruttamento, il traffico e tutte le forme di violenza e tortura contro i bambini
16.3 Promuovere lo stato di diritto a livello nazionale e internazionale e garantire parità di accesso alla giustizia per tutti
16.4 Entro il 2030, ridurre in modo significativo i flussi finanziari e di armi illeciti, rafforzare il recupero e la restituzione dei beni rubati e combattere tutte le forme di criminalità organizzata
16.5 Ridurre sostanzialmente la corruzione e la concussione in tutte le loro forme
16.6 Sviluppare istituzioni efficaci, responsabili e trasparenti a tutti i livelli
16.7 Assicurare un processo decisionale reattivo, inclusivo, partecipativo e rappresentativo a tutti i livelli
16.8 Allargare e rafforzare la partecipazione dei paesi in via di sviluppo nelle istituzioni della governance globale
16.9 Entro il 2030, fornire l'identità giuridica per tutti, compresa la registrazione delle nascite
16.10 Garantire l'accesso del pubblico alle informazioni e proteggere le libertà fondamentali, in conformità con la legislazione nazionale e con gli accordi internazionali
16.a Rafforzare le istituzioni nazionali, anche attraverso la cooperazione internazionale, per costruire maggiore capacità a tutti i livelli, in particolare nei paesi in via di sviluppo, per prevenire la violenza e combattere il terrorismo e la criminalità
16.b Promuovere e far rispettare le leggi e le politiche non discriminatorie per lo sviluppo sostenibile