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LE PROBLEMATICHE ECONOMICHE E SOCIALI DEL LAVORO, IL SERVIZIO SOCIALE E IL…
LE PROBLEMATICHE ECONOMICHE E SOCIALI DEL LAVORO
1) Le scienze sociali e il lavoro
2) Gli studiosi hanno affrontato questa tematica da due punti di vista.
3) La ricerca dei metodi organizzative e delle tecniche operative a realizzare la produzione.
4) La ricerca delle tecniche operative a rendere lavoro non alienante ed essere forte di soddisfazione per il lavoratore.
5) Nel 900 negli stati uniti Taylor sviluppa un sistema di organizzazione del lavoro, basato su uno studio scientifico dei movimenti e dei tempi per svolgere le operazioni indispensabili per un compito lavorativo.
8) I processi di Taylor e Ford proprio perchè riducono l'uomo ad una macchina e dal punto di vista psicologico di demotivare il lavoratore che viene considerato solo come fonte di ritribuzione
7) Per questi motivi alcuni esperti cercando di aiutare il contrasto tra la nuova organizzazione del lavoro della società industriale e la necessità di un lavoro non alienante.
9) Ford un industriale americano perfeziona il processo tecnologico della catena di montaggio, non è altro che un dispositivo che attraverso un nastro trasportatore prevede l'assemblaggio delle varie parti di un prodotto industriale.
6) A questo proposito un ingegnere francese Fayol si preoccupa di razionalizzare non solo il lavoro degli operai ma anche quello dei dirigenti, nell' impresa sono previste oltre alle attività aziendale, l'applicazione di principi per un supporto psicologico dei lavoratori
10)
LA PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI SUL LAVORO.
IL BURNOUT.
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Colpisce le professioni d'aiuto (psicologici, medici, operatori, socio sanitari e assistenti sociali) in quanto non riescono a rispondere a carichi eccessivi di stress.
Queste professioni comportano un notevole dispendio di energie, perchè richiedono la disponibilità e pazienza verso di loro, comprensione delle loro difficoltà e capacità di offrire il loro aiuto in qualunque momento.
Tutto questo risulta molto faticoso soprattutto quando il carico di lavoro è particolarmente elevato e l'operatore deve impegnarsi al limite delle capacità senza ricevere gratificazioni nè dagli utenti, nè dai colleghi e nè dai propri superiori.
La persona colpita si sente svuotata di energie senza più risorse fisiche e psicologiche, I professionisti si sentono inadeguati al loro luogo e prendono progressivamente le proprie capacità professionali. L'umore diventa depresso ansioso e possono comparire sintomi psicosomatici.
BURNOUT presenta anche dei costi sociali perchè abbondano del lavoro e un forte calo del rendimento.
La presenza di questo fenomeno viene elevato in tre aree specifiche, le aree sono:
l'esaurimento emotivo cioè la sensazione di essere svuotati emotivamente.
la depersonalizzazione cioè atteggiamenti di distacco e freddezza verso l'utenza del servizio prestato.
la realizzazione personale, cioè la stima di noi stessi che ci permette di ottenere risultati sul lavoro.
Il termine BURNOUT in inglese significa proprio consumarsi, fondersi. Per indicare un insieme di manifestazioni sintomatiche di disagio rilevate durante l'osservazione di un gruppo di volontari presso un servizio sanitario in base.
La ricerca di strategie di coping può essere ottenuta attraverso tecniche come i giochi di ruolo in cui sono simulate situazioni lavorative problematiche. Vi è una presenza di BERNOUT anche nelle professioni di non aiuto in quanto il lavoro è molto comprensivo e il lavoratore è caratterizzato da una condizione precaria in cui deve adattarsi a continui cambiamenti e tutto ciò facilita il formarsi di contesti lavoratori a rischio di bernout.
A volte evitare di affrontare un problema può risultare positivo per ricercare prima un sostegno morale per definirla e sostenerla con azioni adeguate, a volte si possono ridefinire gli obiettivi e gli strumenti da mettere in atto.
Per prevenire il bernout vi sono delle strategie di coping ( far fronte alle situazioni stressanti), quindi abbiamo delle risposte di adattamento focalizzate sull'emozioni e sul problema.
11) Esiste una relazione precisa tra eccessivo calore, rumore vibrazione e polvere nell' ambiente lavorativo e il verificarsi degli incidenti
12) Eseguire il lavoro in modo inadeguato oppure in condizione di tensione fisica e psicologica è un fattore che predispone gli infortuni.
13) Una buona organizzazione del lavoro che tenga conto delle esigenze dei lavoratori è un fattore importante per la prevenzione degli incidenti.
14) La crisi economica il ricorso al lavoro precario e la diffusione del lavoro nero, rendono la prevenzione meno efficace.
15) Questo aspetto è importantissimo perchè previene incidenti che possono essere causa di invalidità e di decesso.
16) Sembra che un' esperienza meno prolungata implichi un tasso più alto di incidenti.
17) GLI PSICOLOGICI HANNO CONTRIBUITO A QUESTA TEMATICA IN DUE MODI:
attraverso lo studio delle caratteristiche fisiche dell' ambiente e del rapporto uomo macchina;
attraverso la ricerca sugli aspetti organizzativi del lavoro e le analisi delle relazioni interpersonali.
LE MORTI BIANCHE
Ogni giorno in Italia tanti lavoratori perdono la vita lavorando, queste morti prendono il nome di morti bianche. Con l’espressione “omicidi bianchi” si definiscono solitamente le morti avvenute sul lavoro. Un fenomeno che purtroppo si manifesta spesso, anche se fa notizia solo quando l’incidente si trasforma in tragedia.
Un dato preoccupante è quello che vede l’Italia ai primi posti per numero di omicidi bianchi, almeno tra i Paesi più industrializzati: addirittura si calcolano quattro morti sul lavoro al giorno, il doppio che nella Germania.
Le cause di morte più frequenti sono dovute ai mezzi di trasporto ed alle macchine: in agricoltura più della metà dei decessi avviene per ribaltamento dei trattori e, anche negli altri comparti economici, sono i mezzi di trasporto e di sollevamento a falciare più vite umane. Nel settore dell’industria rischiano tutti coloro che vi lavorano, indipendentemente dalla qualifica: il muratore come l’autista, il manovale addetto alla catena di montaggio come l’impiegato, l’elettricista come il carpentiere, il magazziniere come l’idraulico.
Fortunatamente la situazione è migliorata rispetto al passato, quando, oltre ad essere carente la sicurezza, mancava ai lavoratori una coscienza dei rischi a cui potevano andare incontro: come il caso degli operai in Lombardia che continuarono a lavorare senza rendersi conto della gravità della situazione nonostante nella loro fabbrica chimica si era sprigionata una nube. L'Italia rimane ugualmente il paese con il più alto tasso di morti bianche soprattutto nel meridione dove spesso non vengono rispettate le norme vigenti in materia di assistenza sanitaria e di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, né fanno ricorso all'uso di materiali, strumenti ed indumenti adatti a prevenire ogni forma d’incidente.
GLI STUDI HAWTHORNE
Al centro degli studi di Mayo, un psicologo australiano c'era l'importanza dei fattori psicologici e dei rapporti interpersonali. Una serie di studi sono alla scoperta dei fattori che possono incrementare la produttività
Questa scoperta da inizio al movimento delle HUMAN RELATIONS che individua le relazioni interpersonali tra i lavoratori, la loro considerazione da parte dell' azienda come fattori di coesione e di motivazione al lavoro.
In seguito vengono poi realizzate 21.000 interviste a operai, do0ve si scopre l'importanza di consistere ai lavoratori di esprimere critiche o opinioni. Inoltre la soddisfazione e l'insoddisfazione del lavoratore varia a seconda delle caratteristiche del soggetto, del ruolo lavorativo che assume.
IL SERVIZIO SOCIALE E IL LAVORO
Un cambiamento importante avviene alla fine degli anni 60 con i processi produttivi messi in moto dallo sviluppo industriale del cosidetto BOOM ECONOMICO.
Un servizio di protezione sociale dei lavoratori inizialmente si sviluppa per iniziativa di alcuni industriali filantropi
Si verifica un passaggio da un servizio aziendale a un servizio sociale rivolto a tutto il territorio
I problemi del lavoro però non sono considerati più un problema solo aziendale ma sono inquadrati all'interno del contesto sociale complessivo.