Le città, nel periodo tardo antico e nei primi decenni del Medioevo, avevano perso la centralità politica e sociale che possedevano in età antica. A partire dall'XI sec., invece, i centri urbani rifiorirono, tornando a popolarsi e divenendo la culla della vita economica. Le città tornarono a popolarsi, e gli antichi centri, una volta esaurito lo spazio per i nuovi cittadini, si estesero fuori dalle vecchie mura.
Le città medievali erano circondate da mura che separavano la città dalla campagna, i cives dai rustici. La comunicazione con le campagne era però molto attiva: dalle campagne arrivavano prodotti agricoli e merci, dalle città uscivano prodotti artigianali e manufatti di vario genere.
Il cuore della vita economica cittadina era costituito dall'attività artigianale e da quella mercantile. Anche le città videro un forte incremento demografico: contadini, artigiani, esponenti dell'aristocrazia emigrarono dalle campagne per stabilirsi nei nuclei urbani.
Le relazioni economiche furono notevolmente intensificate; i prodotti circolavano in Europa, ma anche in Africa e nell'e-stremo Oriente. In Italia il fenomeno della rinascita cittadina si verificò prima che altrove. Le cosiddette città marinare, Amalfi, Pisa, Genova e Venezia, costituirono un vero e proprio impero commerciale, favorito dai legami dei veneziani con l'Impero bizantino.
Le rotte fluviali del Po e dell'Adige permettevano ai veneziani di commerciare con l'entroterra; le navi esportavano prodotti dell'industria, schiavi e legname delle regioni slave, e importavano spezie e stoffe di lusso orientali.
Il sistema di scambio che aveva come centro l'Italia con le repubbliche marinare era solo una piccola porzione del più grande sistema di scambi, controllato dagli arabi. In Andalusia essi controllavano lo stretto di Gibilterra. La Cina in estremo oriente, il Paese di Zanj nell'Africa sud-orientale, il Sahara nell'Africa settentrionale e il centro-nord dell'Europa. Si trattava di un sistema di scambi globalizzato, in quanto raggiungeva i confini del mondo allora conosciuto.
A trarre il massimo beneficio da questo sistema di scambi fu l'Europa. Infatti dall'Oriente diverse varietà di piante alimentari giunsero, arricchendo la dieta del mediterraneo. In particolare gli Arabi portano in Europa: la melanzana, il carciofo, lo spinacio, l'albicocco e lo zafferano.
In Europa tra i secoli X e XI, le attività commerciali si svilupparono in due grandi bacini di traffico. Il Mediterraneo, che a sua volta si articolata tra tre aree: quella controllata dall'impero Bizantino, quella controllata dai califfati mussulmani, e l'area dell'Occidente Cristiano. Il secondo bacino corrispondeva a l'area geografica del mare del Nord, mar Baltico e le aree circostanti.
Per proteggere e promuovere i loro traffici, le città tedesche si associarono nella Lega anseatica (Hansa), una confederazione a scopo commerciale che riuniva più di duecento centri. L'Hansa possedeva anche una propria flotta militare. A partire della metà del XIII secolo, le rotte marittime fra Mediterraneo e mari del nord furono unificate, attraverso lo stretto di Gibilterra.
La maggior parte della popolazione viveva nelle campagne e la terra era ancora la forma d’investimento più comune. L’uso dei matalli era piuttosto limitato e la maggior parte delle materie prime proveniva dall’agricoltura. È quindi indispensabile partire da questo settore per analizzare il patrimonio tecnologico della società.
A partire dell’XI secolo, si era diffuso l’aratro. La sua diffusione era stata limitata nell’Europa meridionale, dove molte famiglie di contadini non erano in grado di affrontare le spese per l’acquisto di un animale da tiro. Possedere questi due elementi significava poter passare da una condizione di sussistenza minima ad una quotidianità scandita da guadagni maggiori: la stratificazione nelle campagna aumentò con la diffusione delle migliorie tecniche.
Aumentando la diffusione degli animali da tiro, miglioravano anche le nuove tecniche d’attacco: giogo frontale per i buoi e collare a spalla per i cavalli. Quest’ultimo animale era il più adatto per il lavoro nei campi, grazie ad una netta differenza con i bovini.
Il più complesso cambiamento sotto l’aspetto tecnologico avvenne però con la diffusione del mulino, che incise positivamente sulla panificazione e conseguentemente sulle abitudini alimentari del tempo, diffondendosi tra l’XI e il XIV secolo.
Gli abitanti della città vecchia continuarono ad essere chiamati cittadini, come ai tempi dell'impero romano, mentre quelli che abitavano i nuovi quartieri artigianali e commerciali, ovvero i borghi, vennero detti borghesi.
I borghesi costituirono un nuovo gruppo sociale, la borghesia. Che non trovava posto nei tre tradizionali ordini medievali. Il borghese non era un aristocratico, anche se possedeva comunque delle ricchezze, ma in opposizione all'aristocrazia, non disprezzava lavorare, al contrario aveva una vera e propria dedizione al lavoro.
La società cristiana medievale osservo con diffidenza la nascita di alcune professioni e forme di lavoro conseguenti alla ripresa dell'economia. Data la natura di guadagno data al puro scambio di merci del mercante, esso era accusato all stesso modo dell'usuralo: guadagnare denaro dal denaro. L'attività dell'usuralo consisteva infatti del prestare denaro per venderselo restituito, maggiorato di una quota di interesse.
Il motivo per la quale questa attività oggi data per scontato suscitava tanta diffidenza era l'idea della chiesa che il denaro dovesse essere il frutto di un lavoro produttivo. La condanna per l'usura era assoluta e radicale, lusuraio viveva nel peccato per tutta la sua vita, senza possibilità di redenzione. Però, a partire dal XI secolo, il mercato aveva sempre più bisogno, per la sua espansione, proprio dell'attività dell'usura. Questo porto a chiesa a dover giustificare tale mestiere, per l'ampio sviluppo che permetteva all'economia.
Essi dovettero favorire il riconoscimento sociale di nuove figure professionali, come i cambiavalute, che presso le fiere svolgevano operazioni di cambio. Non solo, per far fronte agli impegni finanziari dei mercanti durante i viaggi d'affari, nelle città mercantili italiane vennero inventati una serie di strumenti con lo scopo di facilitare i traffici e gli scambi. Così nacquero le lettere di scambio, i depositi di denaro e il credito di interesse. Questo porto all fine, alla nascita delle banche moderne.