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Ascesa e declino del nasserismo (1960-1970) - Coggle Diagram
Ascesa e declino del nasserismo (1960-1970)
SIRIA
Dopo appena tre anni dalla proclamazione, nel settembre 1961, un colpo di stato recideva i legami della Siria con l'Egitto. Nonostante il tentavo, Nasser questa sconfitta personale.
Tra il 1961 e 1963 ci furono diversi tentativi di golpe. Il 3 marzo 1963 ci fu infine la
rivoluzione del Ba'th
, assieme all'esercito. Negli anni il partito aveva subito una notevole trasformazione interna, ideologico e strategico.
Questo cambiamento fu opera di
Yasin al-Hafiz
, per lui era necessario cercare
una via al socialismo di carattere arabo
, il ruolo dei lavoratori doveva essere di prima piano in una democrazia popolare. Oltre ad identificare Israele come il
nemico da combattere per la liberazione araba
Le fazioni interne al partito indebolirono il paese ed il partito, tutto ciò portò nel
1966 in un altro colpo di Stato in cui fu protagonista il giovane ufficiale dell'aviazione alawita, Assad
.
Il colpo di stato portò la sinistra del partito al potere, con
Atassi presidente della Repubblica
,
Al-Zuayyin presidente del consiglio ed Assad alla difesa
Vennero ad assumere un ruolo maggiore le
minoranze religiose come ad esempio gli Alawiti ed i drusi
. Ciò favorì la secolarizzazione del paese, ma si creò al contrario una minoranza religiosa molto pericolosa.
Allo stesso tempo, si accentuarono i toni rivoluzionari e socialisti, la rivoluzione fu definita come
rivoluzione anti-imperialistica del terzo mondo
, ci fu un netto e radicale antisionismo e un'inclinazione verso l'URSS
Si rafforzarono i legami con l'OLP e con Al-Fatah.
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IRAQ
Dopo il golpe militare del 1958 che portò al potere il generale Kassem, l'Iraq finì nelle mani di un governo sempre più autocratico e dittatoriale; con riforme meramente populiste che non hanno risolto i problemi del paese. Ci fu un tentativo di nazionalizzare il controllo del petrolio, una riforma del diritto della famiglia e civile.
Il governo di Kassem aveva come avversario
i comunisti, nasseriani e
soprattutto il partito Baath
. Questi ultimi
ramificati nell'esercito e nell'amministrazione
furono artefici del golpe del 1963.
Nonostante ciò il partito non riuscì a pieno nello sfruttare il momento di instabilità post-golpe, in
questo periodo emerse la figura di Abdul Salam Arif
e successivamente del fratello Abd Al-Rahman Arif.
Il governo si presentò a vocazione autoritaria e tra il filo-/anti-nasser.
Alla fine sposarono un nazionalismo iraqueno al panarabismo
. Ma tutto ciò, anche per via del poco carisma portò all'
ennesimo golpe
.
Anche per via della guerra nel Kurdistan che rappresentò una vera e propria minaccia all'integrità del paese.
Ed i timori religiosi per il pericolo di
miscredenza
da parte della classe dirigente.
YEMEN DEL NORD
Alla metà del 900, questo paese si presentava come un paese
feudale e retrograda
, guidata da una monarchia conservatrice, Mutawakkiliti, imam sciita. Di stampo isolazionista e sempre impegnata a tenere sotto controllo le varie tensioni tribali e religiose.
Negli anni 30 però nacquero
alcuni movimenti nazionalisti con stretti contatti con la Fratellanza Musulmana
. Responsabili di due tentativi di colpo di stato: nel 1948 e nel 1955.
Il golpe andò in portò nel 1962 condotto da un gruppo di ufficiali liberi, alla teste vi era Abdallah al-Sallal (con l'aiuto di Nasser). L'imam fuggì in una tribù a lui fedele per organizzare la resistenza.
L'intervento egiziano suscitò le preoccupazioni dell'Arabia Saudita, dell'imam Al-badr. Fu il prologo di una
guerra civile che durò 6 anni
, vide contrapporsi l'Egitto rivoluzionario e repubblicano contro l'Arabia Saudita monarchica e conservatrice (assieme a Giordania e Israele) .
L'Egitto spese un fiume di denaro e sacrificò decine di migliaia di soldati (70 mila uomini e 26 mila morti) ma ci fu la
contrarietà dell'opinione pubblica
, nonostante l'entusiasmo di Nasser. Il ritiro dell'Egitto dallo Yemen arrivò dopo la guerra dei sei giorni.
Al-Sallal controlla città (nonchè le vie di collegamento) e meridione, invece Imam al-Badr le montagne del Nord
La guerra comunque proseguì ed i nazionalisti ebbero i sopravento, nel 1970 l'Arabia Saudita decise di riconoscere la fine della monarchia zaydita.
Il primo presidente repubblicano fu un vecchio patriota, al-Iryani
Nel 1964 nasceva l'Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP) che raccoglieva formazioni politico-militari
(la principale è Al Fatah, fondata nel 1959 da Arafat e Wazir) di diverse tendenze, ma
concordi nella lotta ad Israele, fino alla sua eliminazione
.
Intanto si moltiplicavano i segnali di ostilità dei Paesi arabi, con in testa l'Egitto di Nasser e la Giordania di re Hussein, nei confronti di Israele. Le tensioni sfociarono poi nella Guerra dei sei giorni (5-10 giugno 1967).
Nasser decise, nel maggio del 1967, di dislocare le sue truppe lungo il confine con Israele. La motivazione che lo indusse a prendere una tale decisione, pare furono dei dispacci provenienti dai servizi segreti sovietici che lo avvertivano di strani movimenti delle truppe israeliane vicino ai suoi confini.
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OLP e settembre nero
Il risultato negativo della missione di Jarring e la poca propensione della nuova premier israeliana, Golda Meir, ad accettare compromessi con paesi arabi, rendevano articolata la situazione arabo-israeliana;
tale contesto si complicò anche a causa delle crescenti ostilità tra i guerriglieri palestinesi e la Giordania, i guerriglieri palestinesi assunsero un ruolo sempre più importante nel Paese.
I fedayyin palestinesi che si insediarono in Giordania istituirono una sorta di “Stato nello Stato”, dove le autorità locali e statali non aveva accesso, in questi campi si diffuse un contropotere alle autorità giordane, oltre ai reclutamenti di nuovi miliziani.
L’obiettivo dell’ala radicale dell’organizzazione (guidata da George Habash, Nayef Hawatmeh e Ahmed Jibril) fu quello di far cadere Re Hussein, considerato troppo vicino all’Occidente.
La situazione cambio quando fu obiettivo di due tentativi di attentato e il dirottamento di diversi aerei di linea (uno svizzero, uno americano e uno britannico), i cosiddetti dirottamenti di “Dawson's Field”.
Il giorno successivo l’esercito giordano prese d’assalto alle
sedi dell’organizzazione palestinese di Amman ed entrò nei campi profughi
; a tale atto seguì una serie di durissimi rastrellamenti, casa per casa. INTERVENTO DELLE TRUPPE SIRIANE FILO-OLP E RESPINGIMENTO GRAZIE ALL'USA
Attraverso l’intervento del rais egiziano Nasser, vi fu il cessate fuoco, suggellato dalla conferenza di pace del Cairo tra Hussein e Arafat; il vertice risultò piuttosto burrascoso nonostante il compromesso.
Morte di Nasser il 13 novembre 1970
L'entusiasmo dell'OLP si trasforma in un nuovo periodo di lotte, tra il 1967 e 68. Le
operazioni militari nel territorio cisgiordano
(occupato dallo Stato di Israele) furono
sostenute logisticamente e dal punto di vista operativo dalla Giordania
.
Le tensioni di quell’inverno portarono, nel marzo del 1968, alla Battaglia di Karameh: nonostante la palese inferiorità, Al-Fatah sostenne di voler fronteggiare l’esercito israeliano a tutti i costi, la sconfitta però portò un'ondata di entusiasmo e nuove reclute.
La battaglia in Cisgiordania e il Consiglio Nazionale avvicinarono
sempre di più Yasser Arafat alla presidenza dell’organizzazione
e a capo del dipartimento militare, un iter che si
compì nel febbraio del 1969.