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Economia romana nel II secolo dell'impero, Società romana nel II…
Economia romana
nel II secolo dell'impero
rimase un’economia agraria
prosperò per
abbondanza di forza lavoro
messa a coltura di vaste estensioni mai sfruttate
cambiò fisionomia della proprietà terriera
riduzione della piccola proprietà contadina
sviluppo della media grande proprietà della villa e del latifondo
i ricchi investivano gran parte delle loro risorse nella terra
perchè
opportunità di investimento diverse erano scarse o rischiose
la terra era il contrassegno fondamentale della ricchezza e del prestigio
si svilupparono i commerci
attraverso
mercati di sbocco
costruzione di infrastrutture
ampliamento dei porti
intensificazione della navigazione fluviale
unico sistema monetario
essi furono anche un potente veicolo di integrazione e unificazione fra le diverse regioni dell'impero
"globalizzazione" romana
l'esercito ebbe un ruolo economico rilevante
redistribuzione territoriale
dalle province meridionali, le più ricche, lo stato prelevava ingenti risorse utilizzate per gli eserciti che si trovavano principalmente stanziati sui confini meridionali, dove si trovavano le province più arretrate
Società romana nel II secolo dell'impero
divisa fra
honestiores
per farne parte era necessario
essere ricchi
esercitare cariche pubbliche di alto livello
godere di un prestigio riconosciuto
appartenere a uno dei tre ordini in cui era divisa la classe dirigente romana
senatori
cavalieri
decurioni
humiliores
contadini
braccianti
proletari urbani
operai
artigiani
commercianti
medici
giuristi
notai
ingegneri
architetti
al vertice vi erano:
l'imperatore
i senatori
erano circa 600
rappresentavano l'aristocrazia dell'impero
ordine più esclusivo
il loro simbolo era il laticlavio
per diventare senatore dovevi:
compiere il regolare cursus honorum
disporre di un patrimonio minimo di un milione di sesterzi
i cavalieri
per accedere a questo ordine occorreva un patrimonio minimo di 400 000 sesterzi
il loro simbolo era una fascia di porpora più stretta
erano principalmente:
proprietari terrieri
commercianti
banchieri
imprenditori
i decurioni
l'appartenenza a quest'ordine era decisa su base cittadina
erano circa 150 000
per accedervi occorreva:
essere liberi di nascita
godere di una buona reputazione
disporre di un patrimonio minimo che poteva andare dai 20 000 ai 100 000 sesterzi
negli strati sociali inferiori vi erano:
i liberti
gli schiavi
circa 3 milioni
svolgevano un ruolo essenziale nell'economia dell'impero
molto spesso lavoravano al fianco del padrone
uno schiavo sul mercato costava da 800 a 2500 sesterzi
condizioni di vita molto dure nelle campagne
gli schiavi che venivano dalle province orientali e dalla Grecia erano spesso uomini di buona cultura che potevano rivestire incarichi importanti
in età imperiale le loro condizioni di vita migliorarono
legislazione più mite
non più incatenati nell'ergastula
manomissione sempre più frequente
la plebe
rustica o urbana
era composta da:
contadini poveri
braccianti
operai
piccoli commercianti
artigiani
facchini
mendicanti
conducevano una vita durissima
per
miserabili condizioni economiche
disprezzo sociale
plebe romana
massa umana difficile da controllare
nullatenenti e senza occupazione
i principi cercavano di "tenere buono" e accattivarsi il loro favore attraverso:
le elargizioni pubbliche di cibo
giochi e spettacoli
è caratterizzata da
elevata mobilità sociale
possibilità che gli individui hanno di migliorare la propria posizione sociale
un importante canale di ascesa sociale era l'esercito con le sue legioni
la carriera del legionario poteva essere molto appetibile
la paga annua era molto buona, insieme ai donativi supplementari
dopo 20/25 anni di servizio aveva diritto a una buona liquidazione o riceveva un appezzamento di terra all'interno di una colonia
poteva essere promosso a sottufficiale, come i centurioni, ed anche ufficiali
si ebbe un aumento della produzione ma la produttività rimase invariata