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EMPIRISMO INGLESE - Coggle Diagram
EMPIRISMO INGLESE
John Locke
"Saggio sull'intelletto umano"-> cambiamento radicale di punto di vista, da cercare l'essenza della mente a indagare le sue funzioni, facoltà di concepire dell'uomo intesa come una funzione intellettuale e non sostanza
scopo: indagare l'origine, la certezza e l'estensione della conoscenza umana, insieme ai fondamenti e ai gradi(di adesione dell'uomo rispetto all'oggetto): della credenza (io credo), opinione(io penso) e assenso(io so)
vuole stabilire l'ambito proprio dell'intelletto e i suoi limiti, così da smettere di cercare di conoscere al di là delle nostre capacità
conoscenza: tramite i sensi ricaviamo delle idee semplici, che combiniamo in idee complesse
sostanza: ciò che sta sotto e su cui si appoggiano le qualità(accidenti) di un oggetto, che stanno alla base delle idee semplici e che necessitano di qualcosa che le sostenga per poter esistere, ma di cui non abbiamo conoscenza diretta
sostanza corporea: l'idea che ne abbiamo è solo la combinazione di varie idee semplici di qualità sensibili, della res extensa cartesiana non abbiamo nessuna idea chiara, conosciamo solo le sue qualità
sostanza pensante: sostegno delle operazioni dell'intelletto, non siamo in grado di concepire o apprendere nessuna della due sostanze cartesiano, in quanto esse sono idee complesse
sensazioni arrivano dall'esterno e ci dicono che esistono sostanze solide, mentre le riflessioni sono sensazioni interne che ci convincono dell'esistenza della mente. Quindi l'esperienza ci dice che ci sono i corpi e che ci sono le menti che li muovono
la speculazioni sul rapporto mente-corpo è inutile, in quanto va al di là del limite della nostra conoscenza
Implicazioni morali-> non serve la concezione dell'immortalità dell'anima per comportarsi moralmente, perché quello che fa Dio va al di là del limite della conoscenza, oltre del quale non esistono certezze, ma solo credenze, perciò è necessario essere tolleranti per le credenze diverse dalle nostre.
George Berkeley
la conoscenza deriva totalmente dai contenuti dell'esperienza, mentre i contenuti della mente e le idee delle sensazioni dipendono dalla mente che li pensa-> soggettivismo
esistere= possibilità dell'oggetto di essere percepito, essere est percipi non c'è esistenza al di fuori di menti che percepiscono
le cose sono in quanto insiemi di nostre percezioni, perciò non possono esistere senza essere percepite
il concetto di materia-> non ha senso, perché tutto è fatto di sensazione, ma senza cadere nel solipsisimo perché non scegliamo le nostre sensazioni, i nostri sensi percepiscono l'idea del mondo che è uguale per tutti, ciò che garantisce l'oggettività è la mente di Dio
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immaterialismo-> Berkeley non contesta l'esistenza delle cose che possiamo apprendere con il senso o la riflessione, quello che nega è la necessità del concetto di materia per spiegare gli oggetti, mentre tutto ciò che serve è la mente che pensa
David Hume
dissoluzione del concetto di sostanza, a partire dalla concezione empirista che l'origine del contenuto mentale sia l'esperienza, che secondo Hume si divide in:
idee-> derivano dalle impressioni e sono meno potenti e vivide, sono delle copie che nascono da combinazioni o astrazioni di impressioni
impressioni-> ciò che è più vivido in quanto qualcosa di esterno che si iprime sulla nostra percezione
combinando idee e impressioni-> connessioni suggerite dai rapporti stessi tra le idee come somiglianza, continuità e causalità
non c'è una ragione o una certezza assoluta perché è la mente a creare questi rapporti sulla base di principi di associazione
certezza assoluta razionale esiste solo delle verità di ragione-> principi logici perfetti, ma privi di contenuto come A=A
il contenuto della conoscenza sono le conoscenze di fatto che dipendono dall'esperienza, quindi non hanno fondamento universale e oggettivo, le associazioni delle idee partono dalla mia immaginazione e sono perciò soggettive
abbiamo necessità di creare queste connessioni tra le esperienze per poter vivere nel mondo, alla base di queste c'è l'abitudine ovvero l'accumularsi di esperienza che agisce sull'immaginazione e ci fa creare connessioni, è una capacità naturale nel mondo in sé non ci sono connessioni
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teoria del fascio
anche per quanto riguarda l'identità personale, tramite introspezione ciò che trovo è un fascio di percezioni che si susseguono in un flusso continuo, coglierò sempre me stesso che percepisce, la nostra identità è dissolta nelle percezioni e nasce così l'esigenza di ordinarle e creare una narrazione continua della nostra storia sulla base della continuità del ricordo
ci troviamo in un labirinto-> le percezioni sono basate sull'immaginazione e hanno perciò fondamento psicologico e non possono arrivare alla verità logica
due principi inconciliabili ma irrinunciabili: le percezioni sono esistenze distinte che formano la nostra conoscenza, la mente non percepisce nessuna reale connessione tra esistenze distinte. Quindi non esistono leggi universali
Questa difficoltà si presenza come insuperabile e Hume la lascia in eredità alle società future