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LA CHIESA E IL DESTINO DELL'ITALIA (La crisi della chiesa orientale…
LA CHIESA E IL DESTINO DELL'ITALIA
Il crescente ruolo della chiesa
Negli anni delle invasioni barbariche la chiesa cattolica aveva supplito alla carenza dell’ Impero Romano. Infatti fu Gregorio I Magno a impedire che Roma cadesse nelle mani di Agilulfo. Così la chiesa riuscì a reclamare il ruolo di guida della cristianità.
La crisi della chiesa orientale
Tra il 636 e il 642 anche la chiesa d’Oriente si era indebolita e le grandi sedi patriarcali erano cadute sotto il controllo dei musulmani tranne Costantinopoli che era in competizione con Roma.
Avvenne poi lo scontro fra papato e impero a causa della iconoclastia: un’iniziativa assunta dall’imperatore Leone III per la distruzione delle icone. (Dipinti sacri)
Le ragioni dell’iconoclastia
Leone III aveva preso la guida dell’impero d’oriente nel 717 e ha poi dovuto affrontare un secondo assedio arabo di Costantinopoli .
Essi esercitavano anche una forte pressione religiosa oltre a quella militare.
La frattura fra Roma e Bisanzio
Leone III cominció ad emanare dei decreti iconoclastici, che imponevano di distruggere le immagini sacre. Papa Gregorio II si rifiutó di applicare i decreti emanati da Leone III, dichiarandoli eretici.
Nel 732 il successore Gregorio III mandó una scomunica contro l'imperatore
Il papa guarda ai Franchi
il papa riuscì ad ottenere un’autonomia politica ma il suo potere era comunque minacciato dall’avanzata del regno Longobardo, la situazione inoltre era resa peggiore dal poco appoggio dei Bizantini.
Il papa per mantenere il suo potere cerca dei nuovi alleati che gli possano garantire un aiuto e decise di allearsi con Pipino il Breve, re del regno dei Franchi.
Il patrimonio di San Pietro
Con il tempo le proprietà territoriali erano divenute sempre più estese grazie alle donazioni dei proprietari terrieri.
Le notevoli rendite fondiarie divennero di principale importanza, proprio perché garantivano alla chiesa una solida base economica che costruiva il primo nucleo di San Pietro e il futuro stato della Chiesa.
La falsa Donazione di Costantino
I doni territoriali erano sicuramente di fondamentale importanza per consolidare la strategia territoriale del pontefice, il problema sorse quando all’interno della chiesa si fece strada l’idea di dover trovare un “donatore” di maggior prestigio.
Fu così che dagli archivi pontifici fecero emergere un documento falso in cui si affermava che era stato lo stesso imperatore Costantino a consegnare all’allora papa Silvestro la guida dell’Occidente e il possesso territoriale di Roma.
Un interesse reciproco
Contraccambiando il favore ricevuto dal Papa Stefano II (incoronazione del 754), Pipino ha deciso di allearsi con la chiesa e accompagnato da un esercito tra il 754 e il 756 attraversa le Alpi e conduce una vittoriosa campagna militare contro i Longobardi, sconfiggendoli in due diverse occasioni, obbligando i Longobardi a dure condizioni di pace.
Una volta finita la guerra Pipino decide di donare i territori conquistati al Papa.
Carlo Magno sconfigge Desiderio
Pipino morì nel 768 lasciando il posto al fratello Carlo che ruppe l’alleanza con Desiderio. Mosse un esercito in Italia e sconfisse i longobardi presso le Chiuse della Val di Susa, poi giunse a Pavia dove risiedeva Desiderio.
Suo figlio Adelchi fuggì a Costantinopoli dove rimase fino alla vecchiaia. La vittoria dei Franchi era dovuta alla loro superiorità militare ma anche alle loro scelte tattiche. Tuttavia li aiutò anche il fatto che molti duchi longobardi abbandonarono il loro re.
la chiesa minacciata dai longobardi
Dopo Astolfo salì al trono Desiderio che ignorando gli accordi riprovò a conquistare Roma e la chiesa. Allo stesso tempo fece sposare le sue figlie con i figli di Pipino il Breve per consolidare i rapporti con i Franchi. Preoccupato, papa Adriano I chiese aiuto al re dei Franchi.