Secondo l'insegnamento di san Marco, il fedele che è morto con dei piccoli peccati non confessati, o che non ha sviluppato frutti di pentimento per i propri peccati confessati, viene deterso sia nel primo che nel secondo caso, passando nella prova della morte e patendone terrore o, dopo la morte stessa, quando viene confinato (ma non permanentemente) in Inferno e da esso viene liberato attraverso le preghiere, le liturgie della Chiesa e i buoni atti compiuti dai fedeli a suo vantaggio
Ogni perdono dei peccati dopo la morte avviene solamente per la bontà di Dio, bontà che si estende pure a coloro che sono in Inferno, con la cooperazione delle preghiere degli uomini e non perché quest'ultimi "pagano" un debito o "soddisfano" l'ira divina per ricevere in cambio il perdono dei peccati del defunto