Nel 1822 , Leopardi riesce finalmente a lasciare la casa paterna , alternando soggiorni a ROMA, BOLOGNA, FIRENZE e PISA con rientri a RECANATI. Nel 1824 scrive la maggior parte delle OPERETTE MORALI , riflessioni filosofiche in prosa nelle quali indaga sulle caratteristiche della natura << a metà tra bella e terribile>> sull'inutilità della gloria , sul mistero della morte , sulla stoltezza dei comportamenti umani e soprattutto sulla noia che deriva dal senso di inutilità dell'esistenza . questo pensiero è il fondamento del PESSIMISMO LEOPARDIANO , che pur comprendendo tutti gli esseri umani lascia agli uomini un "privilegio" : quello di soffrire di più , in virtù della loro maggiore consapevolezza e sensibilità . Nel 1827 pubblica le operette e riprende a comporre versi. Il primo grande esempio di questa nuova poetica è il canto A Silvia , in cui il ricordo di una ragazza morta in giovane età induce il poeta a confrontare l'infinita vastità delle speranze con la cocente amarezza di un'esistenza segnata dalla morte e dalla caduta delle illusioni . la produzione di questo periodo confluirà nei Canti di cui una prima edizione esce a Firenze nel 1831
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