Please enable JavaScript.
Coggle requires JavaScript to display documents.
CAPITOLO 9: GLI OSPEDALI DI MATERNITA' (madri nubili e povere al…
CAPITOLO 9:
GLI OSPEDALI DI MATERNITA'
madri nubili e povere al servizio della formazione
nel secondo '700 vengono in tutta Europa gli
ospedali di maternità
nel senso moderno del termine, cioè
sotto la direzione e l'organizzazione medica
è una tappa cruciale: pone le basi dell'
ospedalizzazione del parto
e si codificano pratiche e modelli terapeutici che si diffonderanno poi nel territorio +
sperimentazione clinica
motivi dell'istituzione di questi luoghi:
demografici, scientifici e assistenziali
funzionali alla formazione di chirurghi - ostetricanti e di levatrici
fornire alle madri illegittime e/o povere un ricovero segreto, al fine di prevenire l'infanticidio e la mortalità degli esposti
nei vari ospedali europei era diversa la rilevanza degli obiettivi, in alcuni prevaleva quello della formazione, in altri quello assistenziale
tutti gli ospedali di maternità europei erano però accomunati da alcune
caratteristiche
: finanziati dallo Stato o altre istituzioni pubbliche (a parte la Gran Bretagna), posti sotto la direzione di un chirurgo - ostetrico, riservati a due categorie di donne:
madri nubili
("illegittime", circa il 70 - 80 %, paganti o gratuite, per la maggior parte povere) e
maritate povere
("legittime")
la possibilità delle illegittime di dare in adozione il bambino segna una netta differenziazione tra i paesi cattolici e i paesi protestanti, dove questo non era possibile. Questo dipende da fattori culturali e sociali: il senso dell'onore femminile e famigliare, differenza di statuto del bambino illegittimo, le norme sulla ricerca della paternità, il ruolo della Chiesa
le "paganti" erano poche, potevano avere stanze separate e sottrarsi alla formazione clinica. Continuavano però a preferire le case delle levatrici agli ospedali.
le "illegittime" avevano diritto all'anonimato e nei paesi cattolici di norma lasciavano il bambino all'
istituto degli esposti
XIX sec: i codici civili sanciscono il
divieto della ricerca della paternità
e con esso l'obbligo di sostenere le spese del parto e del mantenimento
le madri nubili vengono lasciate sprovviste di tutela legale. In vari luoghi erano i parroci stessi a costringere le donne a ricoverarsi negli ospedali di maternità e ad abbandonare il bambino, per evitare lo scandalo
gli osp. di maternità segnano anche una innovazione sul piano della
lotta contro l'infanticidio
, accentuando l'aspetto di prevenzione rispetto a quello di repressione
la prossimità tra l'osp. di maternità e quello degli esposti materializzava il legame simbolico tra le due istituzioni
nella maggior parte dei casi era consentito alle nubili di ricoverarsi già alcuni mesi prima del parto, quando la gravidanza diventava evidente. Il diritto all'
anonimato
era garantito in maniera rigorosa e in modalità differenti
la vita all'interno degli osp. era improntata su una
rigida disciplina e sulla separazione dell'esterno
, prevedeva un'alternanza tra lavoro, preghiere e visite mediche. Alcune ricoverate cercavano di fuggire
tutte le ricoverate erano obbligate a prestarsi alla
formazione clinica
: venivano visitate nelle apposite "sale dell'ispezione" dal medico, alla presenza di gruppi di allievi che si esercitavano a turno, soprattutto al momento del parto. Le donne cercavano di sottrarsi a questo nascondendo fino all'ultimo il momento del travaglio
questo obbligo di prestarsi alla formazione dei medici, in cambio del ricovero gratuito, era oggetto di critiche da parte dell'opinione pubblica, che lo paragonava a una prostituzione legalizzata
per questo negli ospedali più grandi le nubili erano separate dalle maritate, in modo da distinguere le destinate alla formazione e proteggere le ragazze maritate da sguardi e contatti degli uomini
dopo il parto restavano in ospedale per due settimane e dovevano prestarsi all'allattamento degli esposti, a meno che non pagassero una tassa
un discorso a parte deve essere fatto per gli osp. di maternità inglesi, che si differenziavano dagli altri europei: erano sostenuti interamente dalla beneficenza delle associazioni filantropiche, ogni socio aveva diritto a far ricoverare un tot di donne in relazione alla quota versata. Si trattava di un sistema destinato a consolidare i rapporti di
patronage
erano ammesse le donne sposate e non potevano abbandonare il bambino, solo il
General Lying- in Hospital
non respingeva le illegittime -> si capisce da questo che il giudizio morale, per i paesi protestanti, è il criterio selettivo di base
nuovi rituali e pratiche ostetriche
La
distribuzione
e le
dimensioni
degli ospedali di maternità erano molto diverse in Europa. Concentrati per lo più nelle città del Nord. In Italia erano diffusi soprattutto nelle città del centro - nord, quelli più grandi erano Milano, Torino e Napoli
erano sotto la guida del
chirurgo - ostetrico
, direttore della scuola di ostetricia, che aveva il controllo su il personale, assicurava le lezioni cliniche e redigeva i rapporti ufficiali. L'
ostetrica superiore
aveva un potere rilevante, e anche il
sacerdote
nei paesi cattolici -> spesso si registravano contrasti tra il medico e il personale ecclesiastico
questi ospedali, in virtù della loro funzione di formazione, imposero
modelli e pratiche terapeutiche
destinati ad affermarsi anche al di là delle mura ospedaliere. Per esempio la
posizione della partoriente
, che viene cambiata dalla seduta sulla sedia a stesa a letto (in realtà per ragioni di comodità dei chirurghi, che lo imposero anche nella loro pratica privata e divenne la moda tra le classi agiate)
negli osp. di maternità si consolidò anche un
rapporto di disciplina
che era rafforzato dalle condizioni di debolezza ed emarginazione sociale delle partorienti
dal secondo '800 si registra una costante crescita delle donne maritate e povere che ricorrevano all'ospedale nelle situazioni più disperate, a volte dopo giorni di travaglio, nel tentativo di salvarsi la vita
per far fronte a queste situazioni vennero create in alcuni ospedali le
guardie ostetriche
per fornire un'assistenza domiciliare alle gestanti povere -> radicalizzazione dell'ospedale nel territorio
3. la febbre puerperale e l' "indecente" scoperta di Semmelweis
negli ospedali le donne morivano di parto in misura assai superiore (tra il 5 e l'11%) che nelle abitazioni -> netta
contraddizione con le finalità stesse degli ospedali
. Addirittura a causa di questo alcuni arrivarono a mettere in discussione l'esistenza spessa degli ospedali
nei giorni successivi al parto le donne venivano colte da una febbre, detta appunto
febbre puerperale
, che aumentava fino a portarle alla morte in pochi giorni
sia i medici che le istituzioni pubbliche erano impegnate nella risoluzione di quello che si configurava come un
problema sociale, oltre che sanitario
il merito di aver intuito la causa della mortalità va dato a un giovane medico ungherese:
Ignàc Semmelweis
la clinica era divisa in due parti, l'una riservata alle allieve ostetriche e l'altra agli studenti di chirurgia. Semmelweis cercò di capire perché nella parte degli studenti la mortalità delle madri fosse nettamente più alta. Concluse che gli studenti di medicina, passando dalla sala di anatomia (dove si sezionavano i cadaveri) a quella del parto senza precauzioni, facevano da
trasmettitori della febbre cadaverica alle madri
Nel 1847 Semmelweis impose quindi l'obbligo del lavaggio delle mani con soluzione di cloruro di calce a tutto il personale, riducendo drasticamente la mortalità delle madri
Semmelweis fu criticato e avversato per la sua teoria, i medici non accettavano di vedersi accusare della mortalità delle pazienti. Le critiche gli causarono pazzia e morì in ospedale psichiatrico nel 1865
13 anni dopo
Pasteur
, dopo aver isolato il batterio dello streptococco nel sangue di una puerpera morta, dimostrò la teoria di Semmelweis. Dopo una conferenza all'Accademia di medicina di Parigi su questo tema, sancì la nascita della microbiologia moderna
la battaglia per l'antisepsi (contrasto alla diffusione dei germi) si incrociò ben presto con quella per l'asepsi: per prevenire le infezioni, alla fine dell '800 furono introdotte le norme igieniche negli ospedali (bollitura degli strumenti, mascherine, lavaggi con liquido antisettico, etc(
si riuscì così ad abbassare la mortalità fino al 0,43% nel 1899. Solo negli anni '30 però fu del tutto debellata, anche grazie all'invenzione dei sulfamidici (antenati degli antibiotici)
4,
mania puerperale e infanticidio: nuove prospettive mediche, giuridiche, sociali
la
mania puerperale
era una malattia
post partum
che prendeva la mente della donna: provocava stati di alienazione tanto profondi da rendere la donna pericolosa verso se stessa e verso gli altri, soprattutto verso il bambino (poteva sfociare nell'infanticidio). I sintomi erano un'iniziale irritabilità e stanchezza, lamenti continui, successiva insonnia e inappetenza e un'agitazione via via più intensa che sfociava nella follia
questa malattia interessava soprattutto le madri nubili e i medici le curavano isolandole al buio, sedandole e applicando sanguisughe. In genere guarivano nel giro di alcune settimane
i primi alienisti di fine '700 teorizzarono che questa malattia non dipendesse da questioni fisiche ma da
"cause morali"
. Quindi per loro i fattori scatenanti non andavano ricercati solo negli squilibri fisiologici del parto e della gravidanza, ma anche nel disagio psicologico che vivevano le madri nubili in una società che le emarginava. Molte non reggevano la solitudine e il disonore
ma la mania puerperale non colpiva solo le "illegittime", ma anche le madri povere sottoposte a continue violenze domestiche o abbandonate dai loro mariti
il concentrarsi dell'attenzione medica sulla febbre puerperale prima e sulla mania puerperale poi ebbe grandi riflessi sia sulla ricerca scientifica sia sulla
giurispridenza
in questo periodo infatti la medicina scopre il puerperio come fase specifica, inizialmente come stato patologico, poi come fisiologico. I momenti della maternità (gravidanza, parto e puerperio) diventano caratterizzati da peculiarità fisiologiche, patologiche e
psicologiche
la messa a fuoco della mania puerperale quale malattia mentale, alimentò una nuova percezione nei confronti dell'
infanticidio
. L'opinione pubblica e la giurisprudenza apparivano sempre più propense a considerare il delitto come un
gesto di momentanea follia
il
disonore
provato dalla donna si configurava quindi come un'attenuante dal punto di vista giuridico
la tendenza verso una mitigazione della pena si estese nella seconda metà dell'800 a tutti i codici europei, che distinsero l'infanticidio del bambino legittimo da quello illegittimo e riconobbero la
causa honoris
quale prima condizione attenuante
cambia la rappresentazione dell'infanticida, che viene vista in modo compassionevole e viene compresa la sofferenza delle ragazze madri
si innesca un processo di "patologizzazione" del reato che si estenderà nel '900 anche alla donna sposata
il movimento di emancipazione femminile condusse una battaglia a favore delle madri nubili, mettendo l'accento sulla loro triste condizione e chiedendo l'abolizione del divieto di ricerca della paternità