La Polonia entrò sulla scena della storia europea con la conversione al Cristianesimo del re dei Polani MieszkoI, nel 966: da quel momento divenne un importante Stato feudale e contribuì in modo determinante a difendere i confini europei dall’avanzata dei Turchi. Stretta in mezzo alle grandi potenze di Austria, Prussia e Russia, la Polonia fu più volte invasa e spartita tra queste nazioni, fino a essere completamente smembrata alla fine del XVIII secolo. Riottenne l’indipendenza alla fine della Prima Guerra Mondiale, ma fu invasa dalla Germania e dall’URSS allo scoppio del secondo conflitto, subendo immani distruzioni. Alla fine della guerra entrò nell’orbita sovietica, assumendo i confini attuali e divenendo una repubblica popolare comunista fino al 1989, anno in cui il movimento di origine sindacale Solidarność, guidato da Lech Walesa e sostenuto dalla Chiesa cattolica e da papa Giovanni Paolo II, polacco anche lui, vinse le prime elezioni libere.