Please enable JavaScript.
Coggle requires JavaScript to display documents.
CAPITOLO 10: IL "FETO - CITTADINO" (1a parte) (il teologo…
CAPITOLO 10:
IL "FETO - CITTADINO"
(1a parte)
nuove teorie della fecondazione
fine del '600: rivoluzione scientifica
-> gli scienziati, con la lente ottica, avevano capito che il corpo della donna non era una copia speculare di quello dell'uomo, e che le ovaie producevano delle uova (il primo a sostenerlo era stato il biologo olandese Regnier Le Graaf)
fu quindi messa in discussione la teoria epigenetica della fecondazione e si affermarono due nuove teorie: quella
ovista
e quella
animalculista
, entrambe
"preformiste"
si basavano sull'idea che l'individuo fosse contenuto, con tutte le sue parti miniaturizzate (preformate appunto), nelle ovaie per gli ovisti o negli "animaletti del seme" per gli animalculista
nel '700
prevalse quella ovista
in campo scientifico. Per la prima volta la donna acquisiva un ruolo di grande rilievo nel concepimento. Questo cambiamento contribuì ad enfatizzare il ruolo materno , supportando il determinismo biologico del '700
nascita dell'embriologia e personificazione del feto
queste teorie portarono anche alla revisione delle teorie sullo sviluppo embrionale. Quelle precedenti che sostenevano lo sviluppo del feto per fasi non reggevano più con l'idea di un germe preformato nelle ovaie -> nel '700 si avviano quindi gli studi che avviano la nascita della
moderna embriologia
prime opere sul tema:
De naturali in humano corpore vitiosa morbosaque generatione Historia
(1741, Torino, Giovanni Battista Bianchi) e
Icones embryonum humanorum
(1799, Francoforte, Thomas Soemmering)
nuova rappresentazione culturale del feto: rappresentato con le caratteristiche di un individuo sin da subito, processo di personificazione che lo vedeva sempre fuori dall'utero con tratti fortemente umanizzati già ai primi mesi di gravidanza
le immagini di queste tavole anatomiche veicolavano contenuti che non avevano riscontri scientifici, ma che esprimevano convinzioni ideologiche e atteggiamenti nuovi: prospettiva di autonomia, bellezza e peculiarità dalla quale l'embriologia guardava il feto
la teoria dell'
autonomia del feto
dal corpo materno era una prospettiva sui cui si muovevano le ricerche scientifiche
questo porta alla
critica della teoria immaginifica
e della credenza alle "voglie" materne
era assodato che il feto avesse un proprio cuore e una propria circolazione, questa autonomia fisiologica significava per molti medici che era anche impermeabile alle sensazioni materne. Le macchie e le malformazioni del neonato venivano collegate a problemi di sviluppo fetale
sia avvia un acceso
dibattito tra immaginazionisti e anti - immaginazionisti
(vincono poi i secondi)
da una lato le nuove teorie scientifiche assegnavano una nuova importanza alla madre nella fecondazione, dall'altro, accentuando l'autonomia del feto, ne ridimensionavano la forza in gravidanza
il teologo Cangiamila e la campagna per il cesareo
post mortem
nel 1745 viene pubblicato a Palermo
Embriologia Sacra, ovvero dell'uffizio de' sacerdoti, medici e superiori circa l'eterna salute de' bambini racchiusi nell'utero
del gesuita
Cangiamila
le rivoluzionarie scoperte scientifiche di metà '700 rafforzavano l'interesse, da sempre presente, dei teologi per le questioni relative alla generazione e alla nascita, per le implicazioni che avevano sul piano delle teorie dell'animazione del feto
alla luce delle nuove teorie preformiste a Cangiamila pareva fortemente probabile l
'ipotesi dell'animazione immediata del feto
al momento del concepimento
in secondo luogo Cangiamila rielaborava la definizione di nascita: riprendendo una definizione di Bianchi, distingueva tra
prima e seconda nascita
("nell'utero" e "fuori dell'utero"), considerando la prima quella più importante
ma soprattutto era la rappresentazione dell'embrione a risultare profondamente segnata da un nuovo sguardo: fin dai primi giorni di vita esso era un "bambino non nato"
Cangiamila lancia una vera e propria campagna di
preservazione della vita fetale
, in cui particolare rilievo assumeva la pratica del
taglio cesareo
in quanto funzionale alla preservazione del feto -> Cangiamila la proponeva non solo per morte di parto (come aveva detto il Concilio di Trento) ma anche per tutte quelle donne morte in gravidanza, a prescindere dal mese
la diffusione del testo di Cangiamila diede il via a una
capillare campagna di difesa degli embrioni e di promozione del taglio cesareo
sulle donne morte durante la gravidanza, di cui l'Italia fu l'epicentro. Dopo la promulgazione di vari editti sinodali, anche le autorità politiche ne imposero la pratica
la salvaguardia del "cittadino non nato"
non erano solo gli ambenti religiosi ad essere attraversati da una nuova sensibilità verso il feto, anche nel mondo laico si iniziava a porre l'attenzione su questo tema, soprattutto negli ambienti medici illuministi che si occupavano di contrasto alla mortalità e di difesa della cittadinanza
se il neonato era a tutti gli effetti un cittadino,
il feto appariva come un "cittadino non nato"
-> concetto sviluppato da Johann Peter Frank (uno dei fondatori della polizia medica)
il corpo della madre in gravidanza era "quasi proprietà dello stato", non meno lo era l'embrione che era considerato un "semenza" che lo stato doveva curare fino a maturità
ne derivavano nuovi doveri dei medici e degli amministratori pubblici, che dovevano controllare non solo la nascita ma tutta la gravidanza. Frank propose un "pubblico registro delle gravide"
la proposta non venne realizzata ma indicava già un percorso che la medicina seguirà nei secoli successivi: controllo di tutto il processo riproduttivo e progressiva
medicalizzazione della gravidanza
come Cangiamila anche Frank promuoveva la pratica del
taglio cesareo
, ma solo se finalizzata alla nascita di un feto "vitabile" -> la sua posizione sarà quella della medicina legale dell'800
per quanto riguarda il
taglio cesareo
, negli stati cattolici dove l'influenza della chiesa era più forte la pratica venne resa obbligatoria a qualsiasi epoca di gravidanza. In altri stati cattolici più autonomi rispetto alla chiesa la decisione dell'intervento era dei medici. Negli stati protestanti la decisione era del medico e della famiglia, senza alcun vincolo. In alcuni contesti la pratica era esplicitamente circoscritta a una fase avanzata della gravidanza
malgrado tali norme, la pratica del cesareo continuava a trovare forti resistenze sia tra la popolazione che tra i medici, soprattutto sul finire del secolo, quando si affermò una nuova idea della morte come processo e non come passaggio istantaneo, il che rendeva ancor più problematico intervenire in tempi rapidi come l'intervento avrebbe richiesto
nella seconda metà dell'800 il mondo medico era unanime nel sostenere la leicità del cesareo solo a fini sanitari e a seguito di una valutazione medica. Le ondate di anti - clericalismo causate da simili fatti spinsero la chiesa a un atteggiamento più prudente che demandava la pratica alla valutazione dei medici