alla morte di Carlo Magno, l’Impero fu ereditato dal figlio Ludovico il Pio, .Ma dopo di lui, morto, il territorio venne smembrato fra i suoi tre figli, secondo l’usanza germanica di suddividere lo Stato come se fosse una proprietà privata.I tre fratelli, dopo aspre contese, arrivarono all’Accordo di Verdun, che assegnò a Carlo il Calvo la Gallia, a Ludovico il Germanico l’area a est del fiume Reno e a Lotario una zona cerniera tra Francia e Germania oltre che gran parte del Regno d’Italia: il Sacro Romano Impero nei fatti non esisteva più; inoltre i tre regni erano indeboliti al loro interno da un’aristocrazia sempre più potente e desiderosa di impadronirsi dei feudi e ci furono nuove invasioni.
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I feudi diventano ereditari L’atto finale della disgregazione fu compiuto dal re Carlo II il Calvo, concesse ai feudatari maggiori, con il Capitolare , il diritto di lasciare il feudo in eredità, senza più restituirlo alla morte all’imperatore e non rappresentò più la ricompensa data ai funzionari dell’Impero per la loro opera. Quando Carlo III il Grosso figlio di Ludovico il Germanico, tentò di imporre nuovamente il potere centrale dell’imperatore, venne deposto dall’aristocrazia stessa; alla sua morte, nell’888, nessuno pensò di dargli un successore: era la fine dell’Impero Carolingio. Iniziò un periodo che alcuni storici definiscono l'anarchia feudale
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