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la rivoluzione scientifica
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un universo rovesciato
nuovi studi scientifici stravolsero la visione del mondo, per cui anche il posto dell’uo-mo e del pianeta Terra nell’Universo cambiarono in modo radicale. Già nel 1543 l’astronomo polacco Niccolò Copernico (1473-1543) aveva formulato una teoria secondo la quale il Sole si trova al centro dell’Universo e tutti i pianeti, compresa la Terra, ruotano intorno a esso. Questa teoria fu chiamata eliocentrica (o sistema copernicano) e contrastava con la teoria geocentrica, ovvero la concezione dell’Universo che si aveva da secoli e che sembrava descritta anche dalla Bibbia, considerata fino ad allora non solo un testo religioso, ma anche una fonte di conoscenza.
La teoria eliocentrica fu confermata dagli studi dell’astronomo e scienziato tedesco Giovanni Keplero (1571-1630), che individuò le leggi alla base del movimento dei pianeti, chiamate in suo onore Leggi di Keplero. In parti-colare, la prima di queste afferma che le orbite dei pianeti non sono circolari, come credeva Copernico, ma ellittiche (non formano un cerchio perfetto ma seguono una traiettoria più allungata). Queste leggi furono divulgate nel 1609 nell’opera Astronomia Nova
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Galileo Galilei, padre della scienza moderna
Lo scienziato pisano Galileo Galilei (1564-1642) sostenne la teoria eliocentrica, utilizzando cal-coli matematici, ma soprattutto basandosi su osservazioni da lui compiute, tra il 1609 e il 1610, con il cannocchiale, uno strumento ottico inventato nei Paesi Bassi e da lui perfezionato. Grazie al cannocchiale osservò per primo le fasi di Venere, le macchie solari e i rilievi lunari, ma fu con la scoperta dei satelliti di Giove che riu-scì a confermare la teoria secondo cui la Terra non è al centro del cosmo
Oltre che astronomoGalileo fu anche un fisico e compì interessanti studi sul moto del pendolo e sull’accelerazione lungo il piano inclinato. Inoltre, facendo degli esperimenti, capì il principio che sta alla base della legge sulla caduta dei gravi. Galileo insegnò per tre anni all’Università di Pisa e poi per diciotto anni a Padova
Lo scienziato descrisse il periodo padovano come il più felice della sua vita, grazie alla libertà culturale che caratterizzava i territori posti sotto il dominio della Repubblica di Venezia. Nel 1610 venne nominato dal governo di Firenze “matematico e filosofo di Stato”, con uno stipendio annuo di 1000 scudi. Tornò quindi nel capoluogo toscano dove continuò a diffondere le proprie idee e le proprie scoperte. Gli studi di Galileo iniziarono a cambiare l’idea che l’uomo aveva di se stesso e soprattutto del mondo circostante. Come vedremo, perfezionò per tutta la vita un metodo di procedere negli studi scientifici usato ancora oggi. Per questi motivi è univer-salmente considerato il padre della scienza moderna
la reazione della chiesa
Le autorità ecclesiastiche temevano che le nuove teorie potessero indebolire la fiducia dei fedeli nella Bibbia e nell’interpretazione di essa data dal papa e dai vescovi. Il Tribunale dell’Inquisizione sottopose Galileo a due processi: nel primo, che ebbe luogo nel 1616, gli fu vietato di divulgare la teoria copernicana. Nel 1632 Galileo diede però alle stampe il Dialogo sopra i due massimi sistemi, nel quale sosteneva apertamente la validità della teoria eliocentrica; nel 1633 fu quindi sottoposto a un secondo processo, durante il quale fu costretto ad abiurare, ovvero a negare pub-blicamente la validità delle proprie teorie
Gli studi di Galileo, in particolare quelli a sostegno della teoria eliocentrica, furono visti con diffidenza dalla Chiesa di Roma. La tesi di Galileo metteva in dubbio l’autorità della Bibbia, dal momento che i testi sacri venivano presi alla lettera. In particolare, se Galileo fosse stato nel giusto, l’ordine impartito agli astri celesti da Giosuè (successore di Mosé) non avrebbe avuto senso; e ancora meno il testo successivo: “il sole si fermò” (capitolo 10 del libro di Giosuè)
Lo scienziato fu condannato, incarcerato per alcune settimane e infine rinchiuso, con divieto di uscirvi, nella villa di Arcetri, vicino a Firenze, dove trascorse gli ultimi dieci anni della sua vita. Solo di recente la Chiesa (31 ottobre 1992, papa Giovanni Paolo II) ha riconosciuto gli errori commessi e la validità scientifica dell’opera di Galileo
il metodo scintifico
A Galileo Galilei va ascritto un altro grande merito, cioè quello di aver messo a punto e applicato sistematicamente nel corso dei suoi studi un metodo sperimentale o metodo scientifico, basato:• sull’osservazione diretta dei fenomeni naturali; • sulla formulazione di ipotesi di spiegazione; • sulla verifica di queste ipotesi attraverso gli esperimenti.
Il metodo scientifico, o metodo sperimentale, è la modalità tipica con cui la scienza procede per raggiungere una conoscenza della realtà oggettiva, affidabile, verificabile[2] e condivisibile. Esso consiste, da una parte, nella raccolta di dati empirici sotto la guida delle ipotesi e teorie da vagliare; dall'altra, nell'analisi rigorosa, logico-razionale e, dove possibile, matematica di questi dati, associando cioè, come enunciato per la prima volta da Galilei, le «sensate esperienze» alle «dimostrazioni necessarie», ossia la sperimentazione alla matematica
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