IL QUATTROCENTO E IL CINQUECENTO image

Le origini della nuova cultura

Dopo la terribile epidemia di peste del 1348-1350, l’Europa supera lentamente la crisi economica e si avvia a una profonda trasformazione culturale e politica.

In Italia, le grandi corti signorili diventano centri di rinnovamento culturale nelle arti, nelle scienze, nella musica, nella filosofia, nella letteratura e nella politica.

Le corti che danno il maggiore impulso alla nuova cultura sono:

quelle degli Aragonesi a Napoli

dei Montefeltro a Urbino

degli Este a Ferrara

dei Gonzaga a Mantova

dei papi a Roma

degli Sforza a Milano

dei Medici a Firenze

L'Umanesimo

Nel Quattrocento si riscoprono e si studiano gli autori classici latini e greci (le Humanae litterae, da cui deriva la parola Umanesimo).

La nuova cultura esalta le qualità dell’uomo, soprattutto la dignità, la libertà e la creatività del pensiero; inoltre esalta gli ideali di bellezza e armonia, da realizzare non solo nelle opere letterarie, ma anche in pittura, architettura, scultura e musica. Difatti l'uomo diventa:

antropocentrico: si pone al centro di tutto, mentre nel Medioevo la centralità era concentrata solo su Dio

faber: ovvero "fabbro", costruttore del proprio destino.

Oltretutto si diffonde una grande fiducia nell’intelligenza umana, nella capacità di scoprire i segreti della natura con gli strumenti della scienza, di allargare i confini del mondo conosciuto.

Difatti il 1492, data della scoperta dell’America, segna anche, per tradizione, la data di passaggio dall’età medievale all’età moderna.

La corte di Lorenzo de' Medici

Lorenzo de’ Medici, detto il Magnifico, è membro di una delle più potenti famiglie di banchieri del XV secolo.

Grande amante di tutte le arti, protegge e sostiene economicamente molti pittori, scultori, letterati e filosofi del suo tempo, che riunisce intorno a sé nel suo palazzo fiorentino. Tra questi vi sono:

filosofi come:

Marsilio Ficino

Pico della Mirandola (famoso per la sua straordinaria memoria)

letterati come:

Angelo Poliziano

Luigi Pulci

pittori come:

Sandro Botticelli

Leonardo da Vinci

il giovane Michelangelo Buonarroti

Il Rinascimento

Tra la fine del XV e il principio del XVI secolo, la fiducia nelle capacità intellettuali dell’uomo raggiunge i suoi momenti culminanti.

L’arte produce opere mirabili

Il mondo si è allargato con le grandi scoperte geografiche

ad esempio, le scoperte geografiche e la diffusione delle teorie copernicane (la Terra ruota intorno al Sole e non viceversa) fanno capire che il mondo è molto diverso da come lo si era immaginato fino a quel momento.

A Roma, alcuni tra i più grandi artisti di tutti i tempi, come Bramante, Michelangelo e Raffaello, lavorano in Vaticano: affrescano la cappella Sistina e le stanze papali; viene ricostruita la basilica di San Pietro, centro e cuore della Cristianità.

La crisi del Rinascimento

Si avvia la Riforma protestante, che spezza l’unità del mondo cristiano nell’Europa occidentale.

Esplode di nuovo anche il conflitto, in realtà mai spento, tra papato e impero e, nel 1527, si assiste a un evento inaudito: il Sacco di Roma.

Sul piano culturale, oltre la metà del XVI secolo, si impone la Controriforma, cioè la reazione del Papato e della Chiesa cattolica al diffondersi delle dottrine protestanti.

A questo scopo, il Concilio di Trento cerca di mettere sotto controllo il libero pensiero, proibendo, ad esempio, la lettura di quei libri che la Chiesa ritiene pericolosi per la fede dei cattolici e affermando la superiorità del pensiero religioso su quello scientifico.

Per difendere la fede si rafforza un’istituzione che esisteva da secoli, la Santa Inquisizione, che doveva tutelare il pensiero diffuso dalla Chiesa, individuando e colpendo ogni idea contraria, bollata come eresia.

Il volgare italiano si diffonde

Nel XV secolo il latino continua a essere la lingua ufficiale In tutta Italia, però, si estende sempre più l’uso della lingua volgare italiana.

Alla diffusione dell’italiano contribuisce nel 1455 l’invenzione della stampa da parte del tedesco Johann Gutenberg. La stampa, oltre ad aumentare il numero dei lettori, introduce una prima uniformità delle regole ortografiche.

La questione della lingua

Nel Cinquecento nasce la “questione della lingua”: si fanno studi e ricerche con l’intento di fissare le re-gole di una lingua letteraria nobile, distinta da quella comune, parlata da tutti.

Sono proposti come modelli

Dante e Petrarca, per la poesia

Boccaccio per la prosa, che rappresentano la tradizione del “fiorenti-no illustre”.

Per difendere la tradizione e il patrimonio linguistico nazionale, nel 1583 viene fondata l’Accademia della Crusca che continua la sua opera ancora ai giorni nostri.

La letteratura delle corti

Nel Rinascimento, infatti, si riscopre il gusto, e talvolta la nostalgia, per la cavalleria e si scrivono opere che, seppure in forma ironica, s’ispirano al ciclo carolingio e alle avventure di Orlando, il paladino di Carlo Magno eroe della Canzone di Orlando, scritta nel XII secolo. Tra i poemi cavallereschi rinascimentali ricordiamo:

Morgante di Luigi Pulci

Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo

e l’opera più rappresentativa del periodo: l’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto.

Ariosto è un uomo del Rinascimento: è curioso di tutti gli aspetti della psicologia umana, che osserva in tutta la loro varietà e contraddittorietà. Racconta le vicende umane con partecipazione affettuosa ma anche con distacco e ironia.

Le corti sono anche luoghi dove si fa politica e dove si discute di come debba essere organizzato uno Stato.

A Firenze, Niccolò Machiavelli, scrive un saggio politico, Il Principe, nel quale descrive caratteristiche e comportamenti di chi governa uno Stato.

La crisi culturale del tardo Rinascimento

La crisi culturale della seconda metà del XVI secolo influisce anche sulla produzione di opere letterarie: gli autori del tardo Rinascimento si dedicano soprattutto a imitare i classici o i grandi autori del passato, ad esempio Petrarca per la poesia.

Negli ultimi decenni del Cinquecento, emerge decisamente sugli altri Torquato Tasso, autore del poema epico Gerusalemme Liberata.

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