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3.5 FEDERICO DI SVEVIA E L'ULTIMO SUSSULTO DELL'IMPERO, ENRICO VI…
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ENRICO VI DI SVEVIA
FEDERICO II
- opta per un accentramento del potere realizzato attraverso il comprimere l'autonomia delle città, inasprendo le imposte e i monopoli e consolidando la gerarchia dei funzionari nelle province
appena incoronato convoca a Capua i rappresentanti del Regno per annunciare il suo programma politico in un decreto sulla "restituzione dei privilegi"
tutti i feudi e i diritti concessi in precedenza dalla corona ai signori laici ed ecclesiastici erano sottoposti a controllo
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nel 1231 promulga le Costituzioni di Melfi, una raccolta di leggi che fu il culmine teorico della volontà di unificazione legislativa
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- viene celebrato come stupor mundi per i suoi interessi filosofici e artistici
- per i nemici, il papa e i guelfi egli veniva considerato l'anticristo, generato dal demonio, dipinto come eretico e infedele
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- concepisce una riorganizzazione politica dove il cuore dell'apparato era il governo che era costituito dalla cancelleria, accanto alla quale stava il tribunale supremo che concretizzava l'immagine di Federico II come incarnazione terrena della giustizia
al Sud vorrebbe ripartire il territorio in vicariati, ciascuno controllato da un funzionario del re
tutto questo però rimase su carta dato che era sorta una seconda Lega Lombarda che bloccava le iniziative dell'imperatore
- cercando di consolidare il controllo sul Regno di Sicilia rinvia per qualche anno la crociata che però poi quando finalmente salpò rientrò subito per colpa di un'epidemia scoppiata sulla flotta
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Federico continua la crociata però non militare ma diplomatica, riuscendo ad avere cessioni a livello di transito da parte del sultano d'Egitto
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quando poi diede il via con le operazioni militari contro i comuni della Pianura Padana arrivò la seconda scomunica seguita da una guerra di propaganda
- infine Federico muore e i suoi eredi non riescono a stare al potere dove vennero sopraffatti da Carlo d'Anjou, incoronato da papa Urbano
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era a capo di
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Regno di Siclia
presenza dei re normanni che avevano istituito un clima di larga tolleranza religiosa e vivacità culturale
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