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Il modello dialogico (Come si può fondare un modello di comunicazione dal…

- - - - Innanzitutto, se pensiamo a un normale dialogo che possiamo affrontare nella vita di tutti i giorni, è necessario riconoscere fin da subito le buone ragioni dell'altro. (se penso che sia un truffatore non c'è comunicazione).
      - Il dialogante sa che la sua posizione non è assoluta e immodificabile.
      - Non sarebbe dialogo se l'interlocutore non riconoscesse all'altro il suo spazio. Quando dialoghiamo l'interlocutore, ad esempio, potrebbe farci cambiare idea...(scambio di idee).
      - Del Dialogo c'è la volontà di mettersi in gioco; c'è la volontà di aprirsi all'altro senza calcoli.
        
        Questo può risultare pericoloso se ci si espone all'altro, emerge dunque, il rischio particolare di questa forma di scambio comunicativo.
        
        Il rischio di divenire altro da quello che si è. (è un rischio che corrono tutti nel dialogo).
        
        Se non ci fosse questa disponibilità a mettersi in gioco, non esisterebbe dialogo, ma semplicemente una finzione, ammantata di qualche forma di cortesia; un esempio di dialogo finto è quello di Platone, nei suoi dialoghi.
        
        :warning:Nel dialogo, qualcosa di concreto accade: non sò cosa dirò, cosa dirà, dove arriveremo...
        
        Per dialogare dobbiamo :
        
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        :check:IL RAGGIUNGIMENTO DI UN'INTESA. (Che si realizza a prescindere dalle intenzioni dalle intenzioni che uno può avere)
        
        .
        
        Dialogando, ognuno si espone all'altro, solo così è in grado di diventare se stesso.
        
        Rosenzweig, Buber (tradizione ebraica), Ebner(cristiano), Hans-Georg Gadamer,e in Italia Guido Calogero, sono tutti accumumati :check:dall'idea che pensare significhi comunicare e che comunicare voglia dire espressamente dialogare.
        
        Buber ci offre un importante riflessione. Se pensare significa comunicare e comunicare dialogare, dialogare è promuovere rapporti e trova legittimazione nel fatto che Dio, ha dato agli uomini la parola e tramite questa rivela ciò egli vuole dagli uomini.
        
        Il modello del dialogo uomo-dio diventa il modello per ogni rapporto. Buber distingue il dialogare con un tu, considerandolo un partner e un dialogare con esso, un oggetto.
        
        Conseguenze importanti dal punto di vista etico: COMUNICARE BENE SIGNIFICA RIVOLGERSI AD UN TU, PROMUOVENDO UN RAPPORTO TRA TUTTI COLORO CHE SONO CAPACI DI PAROLA, TRASFORMARE OGNI RELAZIONE TRA IO ED ESSO IN UN LEGAME FRA INTERLOCUTORI.
        
        Nella struttura del dialogo sono racchiusi alcuni particolari principi di comportamento: Attenzione, rispetto per l'interlocutore, l'ascolto, e il linguaggio è il luogo di una partecipazione sempre possibile, di messa in comune di esperienza, di vissuti in grado di poter trasformare la vita degli altri.