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LE FASI DEL PESSIMISMO LEOPARDIANO leopardi, Adriana Pisano II A.s.a -…
LE FASI DEL PESSIMISMO LEOPARDIANO
La figura di Leopardi è spesso vittima di banali stereotipi, che lo descrivono come il poeta del pessimismo e dell'infelicità, a causa dell'ambiente chiuso in cui è cresciuto e del suo aspetto fisico: bruttino, deforme, studioso all'eccesso e sfortunato in amore.
Egli fu molto coraggioso e originale, rispetto al pensiero dominante dei suoi tempi, e si può considerare un precursore di molte idee del Novecento.
Quello che da molti è definito pessimismo, egli lo avrebbe chiamato realismo, dettato dalla testarda volontà di attenersi al vero, senza lasciarsi consolare da soluzioni offerte dal progresso scientifico o dalla religione.
La riflessione filosofica di leopardi sulla condizione umana, attraversa diverse fasi:
IL PESSIMISMO STORICO.
In questa fase, Leopardi riflette su:
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La "teoria del piacere"
Leopardi, nella sua teoria, esprime che il desiderio del piacere non ha confini.
Dunque, il meccanismo che spinge gli uomini a cercare la felicità assoluta, li condanna alla frustrazione di un desiderio, che rimarrà inappagato. Questo senso di vuoto determina l'infelicità.
IL PESSIMISMO COSMICO.
In questa fase Leopardi riflette su:
L'infelicità come dato assoluto,
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La natura indifferente.
In questa fase, la natura cessa di essere "madre benevola" e si trasforma in "madre matrigna", in quanto indifferente alle sorti dei suoi figli: gli uomini, vittime del suo ingranaggio, che crea e distrugge.
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