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Le fasi del pessimismo Leopardiano, Jean-Jacques Rousseau affermò che:,…
Le fasi del pessimismo Leopardiano
Il pessimismo cosmico
L'infelicità come dato assoluto.
La lettura dei filosofi e degli autori Greci che anche loro cercavano di ragionare sul dolore dell'esistenza, fecero capire a Leopardi che il mondo classico non era affatto bello e gioioso come lo aveva immaginato.
Il pessimismo comico è associato alla stagione delle Operette Morali.
Leopardi che la felicità non svaniva con l'evoluzione ed il progresso. Era solo una cosa normale che affliggeva tutti gli uomini di tutte le epoche.
La natura indifferente.
Leopardi, aderì al materialismo e cambio tutta la sua visione verso la natura.
Per Leopardi la natura divenne quasi come un complesso meccanismo meccanico che mantiene un ordine invariabile stabilendo la vita e la morte di tutti gli individui e spiecie.
Leopardi, pensò che la madre natura di cui tutti pensavano fosse dolce e amabile, fosse invece senza sentimenti nei confronti di tutte le cose in vita presenti nella terra.
Era madre natura colei che tutto creava, tutto trasformava e tutto distruggeva.
Il pessimismo storico
La contrapposizione antichi-moderni.
All'inizio della sua meditazione Leopardi si sofferma sulla profonda infelicità degli individui.
Dopo varie riflessioni, Leopardi, paragona la sua società attuale con quella dell'epoca antecedente, notando che era proprio la loro fantasia e la loro immaginazione a renderli felici.
La sua epoca era appunto priva di speranze e sogni, di immaginazione e di fantasia. Questi aspetti resero la sua epoca triste e lugubre.
Leopardi pensò quindi che fosse il progresso e l'innovazione che privò tutti dell'immaginazione, portando solo tristezza e depressione.
La "teoria del piacere".
La teoria del piacere viene collocata allo Zibaldone, dove già nella primo nucleo di pensieri raccontati nella raccolta poetica, vi era un evidente senso di piacere di tipo fisico.
Leopardi evidenzia come il desiderio del piacere non ha confini.
La natura ha dotato noi tutti di poter sviluppare dei desideri e delle speranze molto forti e significativi per noi , ma che non potemmo mai ottenere rimanendo il nostro cosiddetto "Sogno nel cassetto".
Ma tra questo nostro grande desiderio e dalla realtà, rimane a noi un vuoto incolmabile.
Jean-Jacques Rousseau affermò che:
La natura che viene da tutti vista come una cosa benigna piena di illusioni che nascondono la verità, viene contrapposta dalla ragione, che da una spiegazione razionale dissolvendo le illusioni delle nostre fantasie.