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Umanesimo e Rinascimento, : - Coggle Diagram
Umanesimo e Rinascimento
Tuttora gli storici sono in contrasto nel vedere le due cose. Il termine Umanesimo compare nell'800 mentre il termine humanista già nel 400. L'humanista era colui che studiava grammatica, retorica, storia, dialettica...ritenute indispensabili per l'uomo poiché si riferiscono all'essenza dell'essere. Gli umanisti ammirano le opere greche e latine e le ritengono massima espressione dell'umanesimo
La prima interpretazione di umanesimo viene data da Kristeller che lo vede come un periodo molto esteso (300-600) che si occupa di un determinato ambito del sapere: la letteratura senza considerare la filosofia. Un'altra interpretazione viene data da Eugenio Garin il quale fa risalire l'umanesimo a Petrarca e afferma che gli umanisti siano arrivati a importanti conclusioni filosofiche studiando i testi letterari e scoprendo un nuovo modo di vedere il mondo. Per Garin l'umanesimo sfocia nel rinascimento dove i temi umanistici sono ripresi ed esaltati
Nel 1400 e nel 1500 erano diffuse espressioni che indicavano una rinascita, il termine rinascimento tuttavia compare nel 1800 in studi francesi. Il termine rinascimento assume un significato importante con Jacob Burckhardt nel suo libro: La civiltà del rinascimento in Italia; lui vede il rinascimento come una corrente nata in Italia che poi si è espansa in Europa. Il rinascimento è una fenomeno artistico e filosofico con una nuova visione del rapporto tra uomo, Dio e mondo. L'umanesimo è invece una corrente artistico-letteraria. Attualmente si evita la rigida suddivisione tra umanesimo e rinascimento.
In base agli studi dello storico Burdach si pensa che umanesimo e rinascimento siano una cosa sola in quanto le tematiche letterarie e filosofiche erano strettamente intrecciate. Dicendo civiltà umanistico-rinascimentale indichiamo la civiltà e la cultura sviluppate in Italia tra il '300 e il '600 (fine del '300 e inizio del '600). La società umanistico rinascimentale, dall'Italia, si diffonde Europa specialmente in: Francia, Germania e Paesi Bassi. I tratti del rinascimento in Europa si mantengono più a lungo rispetto che in Italia grazie al contesto sociale e politico europeo. La figura più importante è Erasmo da Rotterdam.
Dal punto di vista sociale, il rinascimento riguardò in particolare le élite anche se ciò non impedì che i primi rinascimentali di diventare parte dell'ampia cultura del tempo in quanto all'inizio l'alta società non era chiusa ma manteneva un contatto con i cittadini. Il rinascimento ebbe 3 fondamenti: ricerca dei testi e riconoscimento della dimensione storica degli autori, centralità dell'uomo, nuova valutazione della natura
Nel rinascimento l'uomo assume un ruolo centrale, tale centralità presenta caratteri specifici che possono essere compresi solo tramite il confronto con con il medioevo: la centralità dell'uomo era presente nel medioevo perché Dio lo aveva posto al vertice delle creature, durante il rinascimento l'uomo si riconosce centrale e vede Dio come suo creatore e sua destinazione dopo la morte, durante la vita però l'uomo sarebbe autonomo
Questa concezione del rapporto con Dio dà all'uomo la convinzione di essere responsabile e artefice del proprio destino, ma crea anche una lacerazione dovuta alla consapevolezza che così non ci si può più affidare totalmente a Dio. Questa autonomia anche a livello artistico
L'uomo è artefice di se stesso (faber sui) e artefice del proprio destino (faber ipsius forunae); tutto questo si trova in un testo di Giovanni Pico: De dignitate Hominis, scritto nel 1486 che era destinato a essere letto durante un incontro pubblico a Roma organizzato da Pico a cui dovevano partecipare sapienti di tutt le religioni e culture, tale incontro però non avvenne mai
Durante il rinascimento si sviluppa il naturalismo inteso come valorizzazione della materia nella sua identità. In filosofia il naturalismo indica la natura come principio delle cose mentre nel rinascimento si valuta la materia nella sua identità specifica. L'uomo viene visto come parte della natura e vi è un rapporto tra macrocosmo e microcosmo: l'uomo è il microcosmo in quanto contiene in piccola parte la natura che è il macrocosmo
Gli intellettuali rinascimentali si diedero alla ricerca di testi antichi, tali testi erano stati conservati nei monasteri e venivano ricopiati tuttavia non venivano né studiati né diffusi in quanto le loro tematiche erano in contrasto con il cristianesimo. Da Petrarca e per il resto del rinascimento si studiano in modo specifico i testi presenti in occidente e si cercano quelli scomparsi in occidente.
Avvenne una riscoperta degli antichi andando a riprendere opere della classicità e dell'oriente. La ricerca avvenne sia con indagini condotte nei monasteri dagli intellettuali sia con i contatti tra occidente e impero bizantino: dopo la caduta di Costantinopoli degli intellettuali bizantini si trasferirono in occidente portando con se nuovi testi e confrontandosi con gli intellettuali occidentali
Questa ricerca portò alla scoperta di alcune opere di Cicerone (De rerum natura) e tutti i dialoghi platonici tradotti da Marsilio Ficino che finì il suo lavoro nel 1484. Rispetto ai testi antichi, ai loro autori e agli eventi passati, i rinascimentali si approcciano in modo storico considerando la loro effettiva identità culturale e cronologica; nel medioevo era normale vedere le cose in ottica contemporanea (leggevano Platone dalla prospettiva cristiana)
In primo luogo questo studio storico tentò di portare il latino e il greco alla loro forma originale, si sviluppò la filologia che nel medioevo significava sapienza o amore per i testi letterari, nel rinascimento la filologia diventa uno strumento per verificare l'autenticità dei testi. A volte questa verifica portò a risultati errati, altre volte portò al riconoscimento di importanti testi come la Donazione di Costantino: un documento del 315 che testimoniava la cessione da parte dell'imperatore Costantino alla Chiesa dei territori dell'impero d'occidente; si scoprì che questo documento era un falso grazie all'uso di termini che non potevano essere presenti nel IV secolo
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Durante il rinascimento acquistano importanza la magia e la filosofia naturale: molti intellettuali rinascimentali erano anche maghi che pensavano di poter intervenire sulla materia senza modificarla. La magia del rinascimento era una magia naturale distinta dalla magia demoniaca che entrava in contatto con forze demoni e spiriti infernali per stravolgere l'ordine naturale.
Insieme alla magia erano importanti l'astrologia (influenza degli astri sulla vita) e l'alchimia (trasformazione dei materiali). La filosofia naturale comprende pensieri filosofici che vedono la natura, compreso l'uomo, come un tutto. Magia e filosofia naturale sono accomunate dalla ricerca sulla natura e dalla convinzione che da questa ricerca sia possibile intervenire sulla natura stessa
L'anima di Platone: l'uomo è un composto di anima e corpo, composto in cui la parte essenziale è l'anima. Platone, al contrario di Socrate, afferma l'immortalità dell'anima e svolge tre argomentazioni sull'anima: struttura dell'anima, collegamento tra anima e iperuranio, e immortalità dell'anima
Struttura dell'anima: Questo concetto viene espresso nel mito del carro alato: dei e uomini hanno un carro che dopo la morte li conduce nell'iperuranio (il mondo delle idee), il carro degli dei è composto da due cavalli docili mentre quello degli uomini è composto da uno docile e uno imbizzarrito
Sul carro c'è anche un'auriga che rappresenta la parte razionale e che cerca di governare il tutto. Il cavallo nero è la parte cuncubiscibile ovvero quella che va ad unirsi alle cose materiali, il cavallo bianco rappresenta la parte irascibile. Naturalmente viene da pensare che l'ira sia più vicina alla parte irrazionale, secondo Platone invece è vicina alla parte razionale in quanto l'ira arriva quando viene commessa un0ingiustizia
Collegamento tra anima e iperuranio: Secondo Platone l'anima non è un'idea in quanto se l'anima fosse un'idea , la libertà dell'uomo verrebbe meno. Un'anima perfetta obbligherebbe l'uomo ad agire secondo il bene, Platone invece vuole lasciare all'uomo la libertà di scegliere tra il bene il male. Tuttavia Platone ci dice che l'anima ha una parte detta occhio dell'anima: un'occhio che guarda dritto al mondo delle idee
Immortalità dell'anima: Platone afferma l'immortalità dell'anima per 2 ragioni: la prima è il fatto che in noi esiste una sorta di preconoscenza che risiede nel fatto che l'anima ha avuto accesso alla realtà intelligibile che le ha permesso di conoscere la verità. L'anima quindi conserva il ricordo di questa vita passata.
La seconda ragione è di ordine morale ovvero l'idea che nell'aldilà ci siano premi e punizioni costituisce una motivazione a comportarsi bene. Platone deve dimostrare l'immortalità dell'anima perché questa non è un'idea, tuttavia gli studiosi non ritengono le motivazioni di Platone convincenti: una di queste riguarda l'idea del cerchio perfetto che l'uomo ha ma che non esiste in natura, esiste però nel mondo sensibile pertanto tale idea dev'essere stata acquisita prima che l'aima si congiungesse al corpo
Sulla figura di Erasmo da Rotterdam non abbiamo molte notizie certe (sono incerte le sue origini e addirittura il suo nome) ma sappiamo che ad un certo punto cominciò a firmare le sue opere con Desiderius Erasmus Roterodamus. Nato da un sacerdote nel 1466, presto rimane orfano e viene accolto in un convento di dominicani
In convento pratica i suoi studi di latino e di greco scrivendo l'Antibarbarorum Liber in cui esortava a considerare l'originale identità degli autori classici senza mettermi in ottica religiosa. Nel 1492 Erasmo prendei voti e la sua fama di studioso è già grande. Viene preso come segretario dall'importante vescovo di Cambrai ma nel 1495 abbandona l'incarico e va a Parigi dove continua i suoi studi fino al 1499 quando si trasferisce in Inghilterra dove incontra Tommaso Moro
Tornato sul continente pubblica l'Adagiorum Collectanea che è una raccolta di detti latini fatta per insegnare il latino; tra questi ce n'è uno che Erasmo riprenderà spesso: dulce bellum inexpertis (la guerra è dolce per chi non l'ha vissuta). Scrive poi l'Enchiridion militis Christiani in cui individua come nemico dell'uomo i vizi interiori contro cui bisogna combattere con la conoscenza. La sua opera più importante è il Moriae Encomium, L'elogio alla follia, dedicato a Mori. Il libro ha notevole fama e consolida la celebrità di Erasmo
Si dedica poi agli studi biblici scrivendo il Novum Instrumentum dove reinterpreta il nuovo testamento, cosa che gli porterà numerosi problemi. Scrive la Querela Pacis, in seguito a questa viene pubblicato in forma anonima il Iulius EXclusus e Coelis. Intorno al 1518 Erasmo viene coinvolto nella riforma protestante, Lutero gli manda una lettera cercando il suo appoggio; Erasmo prende tempo perché sebbene sia vicino all'idea di tornare alla purezza del cristianesimo non vuole rinunciare all'idea di uomo attivo
Anche le autorità cattoliche lo interpellano per condannare Lutero. Nel 1524 Erasmo scrive il De libero Arbitrio che Lutero vede come un attacco personale e risponde scrivendo il De servo Arbitrio. Erasmo si dedica poi alla spiritualità personale fino alla morte
De libero arbitrio---> Dopo essersi astenuto per diversi anni dalle questioni religiose, nel 1524 interviene pubblicando il De libero Arbitrio in cui afferma che l'uomo è dotato di libertà di scelta, secondo Erasmo l'uomo poteva cooperare con Dio per la salvezza: la grazia di Dio era fondamentale ma serviva ne l'uomo si predisponesse a tale grazia
Dopo la stesura del libro, Erasmo scrive al collaboratore di Lutero Filippo Melantone dicendo che apprezzava la dottrina luterana ma che non poteva accettare la Giustificazione verso la Fede. Al De libero Arbitrio, Lutero risponde nel 1525 scrivendo il De servio Arbitrio in cui afferma che non c'è nessun libero arbitrio dato che solo Dio può scegliere e all'uomo non resta che riconoscere l'onnipotenza di Dio
Dopo questi due testi, la discussione tra Erasmo e Lutero continuò lasciando il campo teologico e filosofico andando in quello personale
Riflessione sulla pace---> Erasmo riflette sulla pace e sulla guerra fin dall'età giovanile; da subito dice come la pace ha come condizione necessaria l'interiorità, ovvero per avere una pace esterna è necessaria una pace interna. Per Erasmo l'uomo è in pace con se stesso quando ha sconfitto i propri vizi
La pace non è solo una cosa teorica ma è una questione esistenziale; questa idea compare nel Adagia, l'opera in cui Erasmo raccoglie e commenta vari detti latini
DULCE BELLUM INEXPERTIS, Per Erasmo ci sono solo due situazioni in cui è dolce qualcosa solo per chi non l'ha provato: l'amore e la guerra. Erasmo continua dicendo che la guerra è una cosa indegna per il cristiano e per l'uomo in generale dato che esso è stato fatto per l'amore e l'amicizia. Per fare ciò descrive la distruzione che la guerra porta
Alla fine Erasmo afferma che la guerra sia sempre una devastazione e che non porta mai a benefici. Dicendo così contrasta la dottrina accettata della guerra giusta secondo cui è giusto fare guerra in presenza di queste tre condizioni: 1 la guerra dev'essere dichiarata da un'autorità legittima, 2 la guerra deve avere un motivo fondato e riconoscibile, 3 la guerra deve avere modalità adeguate allo scopo della vittoria
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Elogio alla follia---> È un testo complicato, non si capisce bene che interpretazione dà Erasmo alla follia. Subito la follia è negativa ma poi diventa positiva. Il testo è divisibile in 2 parti
- Si rivela come forza che rivela la realtà degli uomini e come forza che invita all'accettazione del mondo
Nella prima parte troviamo uomini che aspirano ad essere riconosciuti come saggi, potenti, santi...ma in realtà sono miseri spiritualmente. Tra questi troviamo i papi che si chiamano santi ma poi fanno guerre e si attaccano ai beni materiali. Poi ci sono i re che fanno guerre per assoggettare i sudditi e si occupano solo del proprio interesse
In terzo luogo indica i filosofi che sembra si occupino di questioni sublimi ma che disprezzano il popolo e non sanno niente. Per ultimi ci sono i teologi, i più pazzi di tutti, perché sempre pronti a volere la morte dei loro avversari e si occupano di cose lontane dal vero cristianesimo
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- La follia rivela come la pazzia sia la saggezza degli uomini quando si manifesta come amore
Nella seconda parte il tono cambia completamente, Erasmo abbandona il sarcasmo e le frasi sprezzanti assumendo un tono poetico e meditativo. La follia diventa una salvezza se l'uomo sceglie di vivere l'amore cristiano, che appare una follia perché il cristiano ama anche i suoi nemici, ama senza limiti, non è egoista. Erasmo identifica una follia del bene che è l'amore senza limiti e la vera saggezza
I motivi ispiratori e le componenti culturali del rinascimento furono vari: platonismo, aristotelismo, filosofie elleniche (scetticismo), magia isoterica
Anche l'aristotelismo fu molto importante nel rinascimento che venne considerato attraverso i suoi commentatori: Averroè e Alessandro di Afrodisia. Tra le due correnti derivate dai commentatori si pensava che ci fosse un contrasto ma poi si capì come entrambe volevano ritrovare il valore della razionalità, della natura, della distinzione tra ragione e religione
L'aristotelismo si sviluppò nelle università, in particolare a Bologna e a Padova. A Padova si sviluppò l'aristotelico Pomponazzi che voleva ristabilire il vero pensiero di Aristotele, in questo tentativo arrivò a esiti innovativi ma lontani da Aristotele come la mortalità dell'anima (che muore con il corpo), critica i miracoli (che si possono spiegare con cause naturali)
I platonici necessitavano della religione, gli aristotelici si concentravano su un'indagine sulla natura
Tra le filosofie elleniche, nel rinascimento prende piede in particolare lo scietticismo
Nel rinascimento ci fu la totale conoscenza dei dialoghi platonici, la loro lettura e la loro interpretazione. Il pensiero di Platone veniva considerato attraverso filosofie moderne e il cristianesimo. Il neoplatonismo è una corrente del III secolo d.C. che reinterpretava Platone in una chiave religiosa attraverso la teurgia
La teurgia erano pratiche con cui l'uomo stabiliva un contatto con la divinità e ne acquisiva in parte i poteri. Questa corrente arriva fino al rinascimento e trova il suo centro a Firenze quando Cosimo de' Medici dona a Marsilio Ficino una villa nei pressi di Firenze al fine di creare un'accademia platonica
Ficino credeva che Platone fosse il punto più alto del pensiero antico, il massimo esponente della prisca theologia: una corrente di pensiero portata avanti nei secoli e che preparava all'arrivo di Cristo (i pensatori enunciavano pensieri che avrebbero acquistato senso e completezza con la venuta di Gesù). Questa accademia fu un punto di riferimento anche per l'arte, l'idea della prisca entra anche nella Chiesa
L'accademia di Ficino si sviluppò particolarmente con Lorenzo de Medici ma dopo la sua morte entrò in declino, soprattutto durante il governo repubblicano Girolamo Savonarola che sebbene non fosse ostile all'accademia, la sua idea di un cristianesimo rigoroso non poteva conciliarsi con i neoplatonici
Le tradizioni magico esoteriche provenivano da un antico pensiero orientale, gli si diede molta importanza. Il Corpus Hermeticum era un insieme di scritti di autori cristiani che li attribuivano a Ermete Trismegisto: un autore egizio vissuto al tempo di Mosè dotato di una superiore sapienza. Cabala si basa sula convinzione che Dio si fosse manifestato attraverso le sefirot (emanazioni di Dio) che erano lettere ebraiche
Il rinascimento in generale mantiene un atteggiamento di carattere religioso riferendosi al Dio cristiano, ma crea una forte esigenza di rinnovamento religioso che si espresse in molte forme: il divino è presente nell'uomo e nella natura; gli uomini rivendicavano un rapporto attivo con Dio, ovvero l'uomo poteva proseguire l'azione creatrice di Dio
Si vuole consentire agli individui di accedere ai testi sacri senza intermediari, si desidera tornare al cristianesimo originale in cui vedevano una certa ricchezza. Sotto il profilo religioso questa esigenza di rinnovamento si manifesta anche nella riforma protestante: sorse dalla predicazione del monaco Martin Lutero che manifestò pubblicamente i principii fondamentali per la vita cristiana e non rispettati dalla chiesa cattolica
Lutero chiedeva la libera lettura della bibbia per tutti, affermava il principio di Giustificazione verso la Fede secondo cui l'umo non si salvava per le sue azioni ma per la sua fede che era vista come dono di Dio. Questo principio fu la base per l'idea della predestinazione di Calvino. Lutero predicava l'idea del sacerdozio universale secondo cui ogni fedele poteva essere una guida per la sua comunità
Questa divisione comprende anche i governanti che si divideranno tra cattolici e protestanti, si arriva alla pace di Augusta del 1555 che contiene il principio Cuius regio, eius religio che obbligava il suddito a conformarsi alla religione del sovrano, I sudditi o accettavano la religione o migravano. Questo principio portò a una frammentazione in Germania che ostacolò l'unità dello stato tedesco
Alcune interpretazioni vedono la riforma come un fenomeno del tutto rinascimentale. Altri, tra cui Antonio Gramsci, vedono rinascimento e riforma protestante come 2 eventi che rappresentano il passaggio all'età moderna; questa visione mantiene le due cose divise: il rinascimento fu un fenomeno elitario mentre la riforma fu popolare. Il rinascimento valorizzò il ruolo dell'uomo, la riforma con la giustificazione verso la fede vedeva l'uomo impotente
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