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Nazione e nazionalismi (Fonti: Paranoia di L. Zoja; Il mondo contemporaneo…
Nazione e nazionalismi (Fonti: Paranoia di L. Zoja; Il mondo contemporaneo , G. Sabatucci, V. Vidotto, Ascesa e declino dell'Europa nel mondo, E. Gentile)
Nazione e nazionalismi
L'idea moderna di nazione (J.J. Rousseau): lo Stato come espressione di un popolo, insieme di cittadini capaci di esprimere una volontà condivisa.
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Gli ideali nazionali cambiarono progressivamente sul finire del XIX secolo: da ideologia di liberazione dei popoli oppressi a ideologia di supremazia di un popolo su un altro. Il sentimento nazionale legittimava la competizione fra gruppi etnici differenti.
Il protezionismo dopo la Grande depressione (1873-1896) generò diffidenza reciproca fra le capitali d'Europa.
L'imperialismo spostò ed esacerbò il conflitto fra le nazioni, poiché le altre erano percepite come ostacoli allo sviluppo della propria.
Il nazionalismo che si diffuse tra il primo Novecento e il Secondo conflitto mondiale intendeva la nazione come identità etnica del popolo (il sangue) che distingueva gruppi specifici del genere umano.
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1) Contro la democrazia liberale, poiché i diritti degli individui dovevano essere subordinati alle necessità dello Stato. 2) Contro il socialismo marxista perché negava il primato della nazione per affermare l'internazionalismo proletario ("Proletarier aller Länder vereinigt Euch!"). 3) Contro il nemico peggiore non assimilabile: l'ebreo. 4) Riarmo.
All'inizio del XIX secolo la popolazione ebraica nel mondo era di circa 2 milioni e mezzo, il 90% era in Europa. Verso la metà del secolo era aumentata a 4 milioni e 750.000, per arrivare a 10 milioni all'inizio del XX secolo e a 13 milioni alla vigilia della Grande Guerra.
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In Vaticano: ebrei e massoni cospiravano contro la chiesa (non assunse mai toni razzisti). Il papa Leone XIII benedisse il Congresso internazionale antimassonico.
In Germania: R. Wagner auspicava l'emancipazione dagli ebrei in campo artistico; il genero H. S. Chamberlain descriveva gli ebrei come una razza asiatica corrotta, corruttrice, bastarda e materialista.
In Russia fu la polizia segreta zarista a confezionare uno dei più clamorosi falsi della storia: i noti Protocolli dei savi anziani di Sion. Essi riportavano il progetto cospirativo di dominio mondiale da parte di un immaginario consiglio ebraico.
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Nacque un sentimento nazionale che trovò uno sbocco politico concreto nel progetto di costruire uno Stato che fosse anche una nazione, vale a dire una comunità con le medesime radici culturali, linguistiche, religiose (vere o presunte), e storiche.
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si diffusero talvolta atteggiamenti xenofobi ("paura dello straniero"; composto da ξένος, xénos, "straniero" e φόβος, phobìa, "paura", indica un atteggiamento intollerante e di odio verso tutto ciò che è diverso, straniero) e razzisti.
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Le teorie razziste di fine Ottocento sostenevano la distinzione, sia su base biologica sia storica, fra razze umane superiori e razze umane inferiori; le prime avevano il diritto-dovere di porsi alla guida e al governo delle seconde.
Tutto ciò produsse una grave recrudescenza di antisemitismo e la nascita dello stereotipo dell'etnia ebrea, caratterizzata da naso adunco e differente misura del cranio.
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L'aumento della popolazione ebraica negli Stati Uniti e in Europa occidentale e centrale dipese dalla migrazione dalla Russia e ciò dipese dalla politica zarista fortemente antisemita.
La pratica barbara dei pogrom (due ondate, 1881-1889 e 1902-1906) colpì frequentemente le comunità polacche, ucraine e bielorusse, poiché l'impero zarista aveva solo parzialmente aderito al processo di emancipazione degli ebrei.
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Il nuovo antisemitismo diventò un fenomeno popolare sia nei paesi progrediti (Francia), sia nei paesi arretrati come la Russia: era ormai inoculato fra le masse