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Dal governo Crispi alla crisi di fine secolo - Coggle Diagram
Dal governo Crispi alla crisi di fine secolo
1887 Muore Agostino Depretis che aveva
inaugurato una politica di protezionismo
allargato il diritto di voto
promosso la triplice alleanza
dato inizio a una politica di espansione coloniale in Africa
Salì al trono Francesco Crispi
divenne amministratore del cancellerie tedesco Bismark
avviò una politica interna molto autoritaria e concentrò nelle sue mani molti poteri
Crispi voleva contrastare i movimenti socialisti
L'Italia stava attraversando un periodo di proteste popolari specialmente nel meridione perché c'era tanta povertà e i beni di prima necessità erano rincarati
In Sicilia un movimento di protesta fu chiamato Fasci dei lavoratori. Si unirono anche a queste proteste i lavoratori delle risaie del Piemonte e dell'Emilia.
Crispi dichiarò lo stato di assedio in Sicilia: I soldati ebbero il consenso di sparare sui manifestanti
Crispi volle riprendere l'espansione coloniale Italiana in Africa
per motivi di orgoglio nazionale
perché c'erano pressioni molto forti dei grandi gruppi
Nel 1889 Italia e Etiopia firmarono il trattato di Uccalli che affermava il controllo italiano sull'Eritrea.
Quando le truppe italiane ripresero l'espansione verso l'interno gli Italiani furono sconfitti.
Con la sconfitta di Adua che mise fine all'espansione coloniale Italiana
Costrinse Crispi a dimettersi
Aumentano le tasse per coprire le spese dell'espansione
Nel Ferrarese, Modena e Bologna si verificarono delle agitazioni sindacali a grido di pane e lavoro
Il nuovo capo del governo Antonio Rudinì autorizzò l'esercito ad usare la forza
Fu un momento di grande pericolo per il regime parlamentare Italiano
Con le elezioni del 1900 che furono vinte da un'opposizione progressista scongiurarono il rischio
L'anarchico Gaetano Bresci assassinò Umberto I Il nuovo re (Vittorio Emanuele III) rallentò le tensioni e nominò primo ministro Giuseppe Zanardelli che cercò di migliorare le condizioni dei ceti deboli