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Tesina:Guerre Mondiali in Barconcelli
todeschini battista [Link Title] (
https://www.ilcorno.it/2015/12/il-tenente-todeschini-battista.html
)
Todeschini Battista, figlio di Giuseppe Todeschini e di Marta Bertoldini, nacque a Premana il 23 luglio 1915.
Il Battista - raccontava la mamma - era nato settimino e pesava un chilo e mezzo. Ciò nonostante, lo portai lassù a diciassette giorni soltanto, avvolto in una pelle di pecora che mi aveva prestato la Catìne di Fantìin. A sei mesi pesava tre chili.
Il padre, ferroviere, decorato di medaglia d’argento per la campagna di Libia del 1911-12, fu tra i primi ad entrare in Tripoli, e Tripoli appunto era divenuto il suo soprannome.
Egli fu negli anni del secondo conflitto mondiale un punto di riferimento, non solo per Premana, oltre che un autentico ed importante uomo della Resistenza lecchese.
Terminate le medie, passò all’Istituto Tecnico G. Parini, dove si diplomò brillantemente ragioniere nel 1934.
Diario 21 ottobre - L’Aldo parte a notte da Pezzapràa e andrà nella grotta. Il Nino professore è rimasto al Lööch - lo e Armando partiamo più tardi e andiamo al Barch - Nel pomeriggio peliamo il frassino. Piove e fa freddo. Verso sera torniamo a Pezzapràa, torna Aldo da lassù. A dormire - Il Nino Berera e il Mario del Vittorio non sono più con noi, ma hanno trovato altre sedi per loro conto.
Diario 19 dicembre - Martedì - Con Armando, Renzo e Menüü partiamo da Premana presto e arriviamo in Barconcelli a portare la roba e mangiare con gli amici - Polenta e arrosto. Alla una ripartiamo e veniamo al Gebbio - lo ho il todèsch carico di manoéi e lo porto alla Fontanèle - Trasporto bóor - Freddo e allegria - Alle sei rientriamo in paese - Ceno - Giancarlo torna da Léscen cól brentàl di vino - Mio cugino Zambelìin mi porta gli sci per domani - Rimango in ghélde con lui poi vado da Armando a prendere accordi per domani.
Con questa pagina ha termine il diario del tenente Todeschini. Egli continuava normalmente nella sua attività; anche per il giorno 20 dicembre aveva chiesto al cugino Zambelìin gli sci, non per andare a spasso ma per ritornare sulle sue montagne, per incontrare i superstiti amici e portare rifornimenti a quelli lassù rifugiati.
Successero tre fatti di un’importanza capitale in questi giorni
Si diffuse, non solo a Premana, la convinzione generale, ben orchestrata da Larghi e dagli uomini della questura di Como, che gli ultimi uomini alla macchia potevano consegnarsi senza rischi, perché sarebbero stati addetti a lavori in Italia; e questo fatto, come già abbiamo visto, produsse delle illusioni impossibili nelle stesse autorità del paese, nei famigliari, negli ultimi oriundi (un po’ ribelli) e negli sbandati superstiti.
Vedeva l’epilogo la vicenda del militare tedesco ucciso in Piazzagorla nel giugno precedente.
I repubblichini trovarono e requisirono i diari ed altri documenti di Todeschini.
Premana (Lc), Alpe Barconcelli, croce a ricordo dei partigiani uccisi. Nella fotografia il partigiano Marco Sala (con il pugno chiuso) dopo la Liberazione
Racconta Rusconi Silvio (Gras) - I suoi commenti su Premana erano sempre benevoli; aveva una grande riverenza per gli anziani. Del papà e della mamma aveva una sacra venerazione. Rispettava le tradizioni, le fatiche dei vecchi; anche nelle piccole cose, negli oggetti più banali, ci sentiva dentro la vita degli avi. Era un vero amante del dialetto.
Diceva il Todeschini: 'l òo giràa tant ól mónt ma ün parlà bel come ól promàan 'l òo mai trovàa.
Era una persona simpatica e allegra, che ne inventava di tutti i colori. Ól Bèrle sò cüsìin, al l'à bategiàa lüü "Bèrle". I due portavano l’identico nome e cognome e lui era soprannominato Todèsch.