Maradona
Papa
Fidel Castro
Massimo Triosi
Pino Daniele
Francesco, il papa argentino
Giovanni Paolo II
"Vorrei davvero ringraziare Francesco per tutto l'affetto che mi dà. Oggi credo che tutti noi riconosciamo che è un fenomeno, che farà qualcosa per i ragazzi e che abbiamo un Papa fantastico. Abbiamo parlato di molte cose, dell’impegno affinché i giocatori si uniscano e facciano qualcosa per i bambini che non mangiano in molte parti del mondo. E siamo stati d'accordo totalmente, ma ci vorrà molto tempo. Oggi posso dire di essere sostenitore di Francesco. Il primo sostenitore di Francesco sono io".
“Sì, ho litigato col Papa. Ci ho litigato perché sono stato in Vaticano, e ho visto i tetti d'oro, e dopo ho sentito il Papa dire che la Chiesa si preoccupava dei bambini poveri. Allora venditi il tetto, amigo, fai qualcosa”. (9 novembre 1985).
L'amicizia tra i due si era consolidata negli anni 2000, anni in cui Maradona passava da una clinica all'altra per risolvere il suo problema con la droga, ma i rapporti iniziarono ben prima, nel 1987.
"Mi ha aperto le porte di Cuba quando in Argentina molte cliniche non mi volevano - aveva raccontato Diego dopo la morte di Fidel -. Ho avuto con lui un rapporto unico. Gli devo molto. Gli ho parlato della mia malattia, mi ha consigliato moltissimo. È stato una leggenda. Ho avuto con lui un rapporto di amicizia unico che non credo abbiano avuto altri" (Maradona).
"Per me Maradona è un grande giocatore: il più grande del mondo. Quindi mi sembra inutile obbiettare il fatto che prenda tanti soldi. Io diffido sempre da chi guadagna tanto senza però essere il più grande di tutti…”
Intervista a Maradona e Massimo Triosi al San Paolo, per una partita di beneficenza
La loro era un’amicizia che non veniva esibita, come si vede in occasione di una festa a casa di Ciro Ferrara nel 1991.
Nel 1993 in «Un Angelo Vero» Pino Daniele cantava «Gennaro è in fondo al vicolo/ vive con un nodo in gola/ città che non mantiene mai le sue promesse/ città fatta di inciuci e di fotografia di Maradona e di Sofia».
Una morte improvvisa, ma non del tutto inaspettata, per entrambi nel segno di un cuore malfermo: malandato di natura per Pino, malandato dopo decenni di eccessi per Diego.
Morti lo stesso giorno (25 novembre) ma di anni diversi, Maradona (2020) e Fidel Castro (2016).
Nel 2004 in «Tango della Buena Suerte» canta ancora «Lui è un mago con il pallone/io l’ho visto alzarsi da terra e tirare in porta/ma la partita più importante da giocare/ è quella con la vita».
"È morto Maradona, poeta del calcio" (Vatican News)
"Io sono tutto sinistro: di piede, di fede, di testa" (Maradona)
Morto anche lui, come Pino Daniele e Maradona, di arresto cardiaco a 41 anni
"Quando dicono che sono Dio, io rispondo che stanno sbagliando. Sono un semplice giocatore di calcio. Dio è Dio. Io sono Diego" (Maradona)
C'era una cosa che legava fortemente i due, il loro antiamericanismo. ""Io sono contro il terrorismo e condanno l'attentato delle torri gemelle, ma gli USA fanno terrorismo contro Cuba da sempre: c'è l'embargo e muoiono bambini e grandi, non arrivano medicine. E questo non è terrorismo? Castro avrà mille difetti, come tutti noi. A Cuba non si sguazza nel lusso, ma meglio mille volte la Cuba di Fidel Castro che l'America di Bush. Anche in Argentina la gente non può mangiare: vi pare giusto?". Diego, inoltre, non aveva mai perdonato agli americani quella che lui stesso ha sempre definito come la "trappola dell'efedrina", quando risultò positivo alla droga durante il Mondiale di Usa '94.
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