Ne raccolse più di 180. Con loro arrivò a Genova, e poi li guidò verso Milano; sfilò, sempre davanti a loro, per le vie della città, raggiunse il palazzo dove era riunito il governo patriottico. Qui, affacciandosi al balcone, cercò di recitare fino in fondo il ruolo maschile del condottiero che si era assunta e di arringare il popolo milanese, che dalla piazza sottostante la acclamava. Ma in quel momento la sua sensibilità femminile prese il sopravvento. Sopraffatta dall’emozione, riuscì soltanto a coprirsi il volto con le mani e a piangere.
A Roma, in quei giorni, il popolo si era sollevato e aveva costretto il papa Pio IX a fuggire. Cristina vinse allora ogni esitazione: sentì di non poter più restare in disparte e partì per Roma.