Nella quinta strofa Guinizzelli utilizza un linguaggio filosofico e teologico per descrivere la figura della donna angelo . Questo lo possiamo definire il secondo elemento della corrente letteraria dello stilnovismo che a differenza della tradizione cortese il cui rapporta tra uomo-donna è paragonato a un rapporto tra un vassallo e il suo signore quello invece di cui ci parla Guinizzelli è un rapporto tra angeli e Dio, la donna è trasformata in un essere sovrannaturale miracoloso equiparabile alla stessa divinità. Guinizzelli fa della figura femminile uno strumento d'elevazione a Dio. L’amore viene sempre designato con immagini che richiamano il sole, la luce, le stelle, il calore ed è sempre collegato alla sfera dell’”elevazione” verso il cielo; ad esso, si contrappone il campo semantico antitetico del “freddo”, connesso, invece, ad immagini vili e basse come quella del fango. Il fuoco (caldo) si riferisce al «cor gentile»; l’acqua (freddo) si riferisce invece alla «prava natura».