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Sonno, Durante la notte passiamo dallo stadio 1 allo stadio 4 e dallo…
Sonno
Disturbi del sonno
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Narcolessia = soggetti nel corso della giornata avvertono pulsione improvvisa ed irrefrenabile di addormentarsi. Soggetto entra immediatamente in fase di sonno REM non passando per le fasi di sonno non REM. Nel 70% dei soggetti anche cataplessia = caduta a terra e caduta della mandibola.
Parasonnie = disturbo del sonno non REM, soprattuto sonniloquio, sonnambulismo ed enuresi nottirna. Frequenti nei bambini, durante gli stadi 3 e 4 del sonno.
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Elettroencefalografia: inventata negli anni '20 da Berger, consente registrazione attività elettrica encefalica.
Nel tracciato esistenza di ritmi a frequenza più o meno elevata: ritmi a frequenza più elevata sono quelli con onde EEG di bassa ampiezza. Ritmo = successione ordinata di onde tutte uguali in frequenza ed ampiezza.
Ritmo alpha
Frequenza intermedia, tipico della veglia rilassata in cui soggetto è sveglio ma non viene stimolato.
Ritmo beta
Ritmo a maggiore frequenza, caratteristico della veglia e della fase REM del sonno
Ritmi teta e delta
Frequenza minore, caratteristici delle fasi non REM del sonno.
Sonno
Stadi non REM
Stadio 1 o dell'addormentamento
Rallentamento del ritmo beta caratteristico della veglia, percezione sensoriale degli stimoli esterni ancora molto buona per cui possibile svegliare soggetto in maniera agevole.
Stadio 2
Caratterizzato da eventi elettrici specifici:
- Fusi del sonno: serie di onde di ampiezza progressivamente crescente ed in seguito decrescente.
- Complessi k: ampie deflessioni negativa (in alto sul tracciato) seguite da ampie deflessioni positive più lunghe.
Stadi 3 e 4
Caratterizzati da onde delta, la differenza tra i due è rappresentato dalla quantità di ritmo delta: stadio 3 < 50% del ritmo delta, stadio 4> del 50% del ritmo delta.
Stadio REM
Ritmo beta, movimenti rapidi degli occhi ed atonia muscolare fatta eccezione per muscoli respiratori, estrinseci dell'occhio, tensore del timpano e stapedio.
Attività onirica
Nel sonno non REM
Contenuti meno vividi, correlati con attività quotidiana di ognuno di noi.
Nel sonno REM
Contenuti vividi, fortemente visivi ed emozionali.
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Distribuzione delle varie fasi del sonno dall'infanzia al soggetto anziano
Nel feto 18 ore di sonno al giorno di cui la maggior parte passata in sonno REM. Nella vita intrauterina ore di sonno si riducono notevolmente assieme alla durata delle fasi 3, 4 e REM.
Bambino raggiunge sonno profondo in poco tempo dopo il quale raggiunge sonno REM con durata simile a quello di adulto ma più lunghe.
Nell'anziano scomparsa del sonno profondo, maggiore stadio del sonno è lo stadio 2.
Ritmo circadiano endogeno del sonno
Nell'ipotalamo nucleo soprachiasmatico che attiva ritmicamente strutture che mantengono lo stato di veglia ed inducono il sonno, però ha bisogno di informazioni dall'esterno che provengono dal fascio retino-ipotalamico.
Durante la notte passiamo dallo stadio 1 allo stadio 4 e dallo stadio 4 al 2 dopo di che abbiamo lo stadio REM la cui durata tende ad aumentare procendendo verso il mattino a scapito della duarata delle fasi del sonno profondo (fase 4 diminuisce, fase REM aumenta).
REM latenza = tempo che intercorre tra addormentamento e primo stadio REM = circa 60/90 minuti in soggetto giovane adulto.
Modifichedella respirazione si associano a modifiche della regolazione chimica del respiro che possono essere alla base di apnee del sonno.
- Origine ostruttuva: atonia muscolare predispone a collasso delle vie aeree;
- Natura centrale: ridotta sensibilità dei recettori periferici all'ipossia e, talvolta, anche dei recettori periferici e centrali alla CO2 per cui non rispondono a condizione di ipercapnia.