La poetica Dopo l'esperienza del carcere Pascoli cambiò il suo pensiero e iniziò ad ispirarsi agli ideali della solidarietà e della pace.
Fu colpito dal fenomeno dell'emigrazione che distruggeva il "nido" familiare.
La poetica di Pascoli esce fuori nel saggio "il fanciullino", secondo cui in ciascuno di noi è nascosto un fanciullino che vede il mondo con stupore, infatti paragona il poeta ad Adamo nel regno dell'Eden con lo sguardo stupito nel vedere le bellezze del creato.
Pascoli fu anche influenzato dal Simbolismo e ciò si può notare nell' opera Myricae dove c'è una ricerca di significati nascosti delle cose.
I temi della poesia di Pascoli più rincorrenti, sono:
Il pensiero della morte, il ricordo dei suoi defunti, e il dolore per l'uccisione.
Lui spesso usa il termine "nido" perché lui è il simbolo del mondo protettivo della famiglia.
I paesaggi che lui descrive sono inquetanti, pieni di fantasmi che rappresentano la paura del poeta per la morte
Lo stile di Pascoli è quello del linguaggio analogico che si basa su atmosfere suggestive e misteriose.
Poi utilizza anche la sinestesia dove le parole assumono un significato simbolico.
La struttura sintattica è paratattica cioè le frasi sono più corte per la mancanza del verbo e del soggetto.
La metrica che utilizza è il ritmo spezzato del verso cioè l'utilizzo dei puntini di sospensione, interrogativi o esclamativi.
Pascoli usa il plurilinguismo cioè, accanto a parole importanti aggiunge anche parole usate nel dialetto dei contadini