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Il poema di Gilgamesh :no_entry: - Coggle Diagram

- - - - I giovani uomini di Uruk sono d'accordo con Gilgamesh, ditegli di non andare alla Foresta dei Cedri, quel viaggio non deve essere intrapreso! Un uomo non può sopravvivere! Il guardiano della Foresta dei Cedri è Khubaba il selvaggio. Chi può affrontarlo al di fuori degli Igigi? (sono dèi) Per proteggere la Foresta dei Cedri, per incutere timore agli uomini, lo ha destinato Enlil.
      - Gilgamesh udì il discorso dei grandi consiglieri; egli guardò e rise rivolgendosi al suo amico
- - - - Khubaba fece sentire la sua voce e parlò a Gilgamesh.
        
        Gilgamesh così parlò rivolgendosi ad Enkidu: "Amico mio, il volto di Khubaba è completamente diverso (da come pensavo), e la sua mole si staglia [ ], sicché il tuo cuore trema e io mi voglio allontanare subito". Enkidu fece udire la sua voce e disse, così parlò a Gilgamesh: "Amico mio, perché parli come un codardo? perché la tua bocca è senza parole e cerchi di nasconderti? Non volgere i tuoi passi, non tornare indietro!"
        
        Egli colpì la sua testa e gli si parò davanti. Shamash chiamò grandi venti di tempesta contro Khubaba: il vento del sud, il vento del nord, il vento dell'est, il vento dell'ovest, il turbine, la tempesta, l'uragano, il vento cattivo, il vento-Simurru, il demone-Asakku, il vento gelido, il vento di pioggia, il mulinello, tredici venti insorsero contro di lui e il viso di Khubaba si oscurò: egli non poteva avanzare ne poteva indietreggiare, così le armi di Gilgamesh ebbero successo contro Khubaba.
        
        Gilgamesh abbatte gli alberi; Enkidu raccoglie i ciocchi. Enkidu fece udire la sua voce e disse, così parlò a Gilgamesh: "Amico mio, è stato abbattuto il meraviglioso cedro, la cui corona bucava il cielo
- - - - Il terzo giorno e il quarto giorno, quando questi giaceva nel letto, la malattia di Enkidu si aggravò, le sue forze si affievolirono; il quinto giorno, il sesto giorno e il settimo giorno, l'ottavo giorno, il nono giorno, il decimo giorno, la malattia di Enkidu si aggravò, le sue forze si affievolirono; l'undicesimo giorno e il dodicesimo giorno la malattia di Enkidu si aggravò, le sue forze si affievolirono;
      - Enkidu allora si sollevò dal letto e chiamò forte Gilgamesh: "Il mio amico mi sta maledicendo una volta, così come in mezzo ad Uruk mi aveva promesso, poiché io avevo paura della lotta contro Khubaba, egli mi incoraggiò; il mio amico, che nella guerra mi salvò, ora mi ha abbandonato ora io.
- - - - Di notte ho raggiunto passi montani. Ho visto leoni e ne ho avuto paura, ho alzato allora la mia testa rivolgendo la mia preghiera a Sin; al più grande tra gli dèi è rivolta la mia prece: [ ] da questo pericolo fammi uscire sano e salvo!"
    - - Utanapishitim rivelò a Gilgamesh che in realtà l'umanità è recisa come canne in un canneto. Sia il giovane nobile, come la giovane nobile sono preda della morte. Eppure nessuno vede la morte, nessuno vede la faccia della morte, nessuno sente la voce della morte. La morte malefica recide l'umanità.